La Vita

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Domenico Borgatta, Alfredo Morganti
Fonte: La Repubblica

di Domenico Borgatta – 2 febbraio 2019

Aliya è nata venerdì, all’ospedale di Galatina in provincia di Lecce e, per fortuna, sta bene. Ma i medici che hanno fatto partorire la sua giovane mamma, Faitha, 20 anni appena, non riuscivano a credere che una donna, con una gravidanza oltre termine, sia stata messa su un treno da sola, senza alcuna documentazione sanitaria, e mandata ad affrontare un viaggio in cui avrebbe potuto verificarsi in qualsiasi momento un’emergenza.

Sì, perchè Faitha è una dei migranti mandate via improvvisamente dal Cara di Castelnuovo di Porto che ha chiuso i battenti due giorni fa. E l’hanno fatta partire da sola, in queste condizioni, in treno alla volta di Lecce dove è stata presa in carico dall’Arci che gestisce in provincia alcuni centri di accoglienza.
“Quando è arrivata, giovedi sera, ci siamo immediatamente stupiti che fosse in quelle condizioni – racconta Anna Caputo, dell’Arci di Lecce – le abbiamo immediatamente chiesto notizie sul suo stato e abbiamo cercato inutilmente documentazione sanitaria sulla gravidanza, ma Faitha non aveva nulla con sé. Allora l’abbiamo portata in ospedale per un controllo ma i medici, ancora increduli, ci hanno detto: ‘Questa donna sta partorendo’. E dopo poche ore è nata la piccola splendida Aliya”.
Da Castelnuovo di Porto a Lecce sono stati una decina i migranti trasferiti, ma Faitha (una delle ultime a lasciare il Cara), considerato un caso vulnerabile è partita da sola. “E’ arrivata sconvolta e impaurita – racconta ancora Anna Caputo – ha solo vent’anni, non ha nessuno, né famiglia né un compagno ed è facile immaginare che quel bambino sia figlio di una violenza. E’ richiedente asilo ma adesso resterà con noi in uno Sprar, ci prenderemo cura di lei e della piccola. Ma non è ammissibile che, per la fretta si possano trattare le persone in questo modo”.
“Aliya è una meraviglia e questo a noi basta ma qualcuno dovrà fare i conti con la propria coscienza”, aggiunge Filippo Miraglia responsabile immigrazione dell’Arci..

Ho letto su “la Repubblica” di oggi, 2 febbraio, questo articolo e mi sono indignato e commosso. Indignato nei confronti di me stesso (ho già detto più volte di non averne più voglia di puntare il dito verso nessuno oltre che verso di me) e commosso per questa ragazza (per età potrebbe essere mia nipote!) costretta ad un’esperienza così. Ma l’Italia, oltre che una terra di poeti e di navigatori non era anche una terra di santi? Comunque: Buona vita a te, Aliya e alla tua mamma Faitha! Anche se non vi meritiamo!

-.-.-.-.-

di Alfredo Morganti – 2 febbraio 2019

La vita

L’umanità prende forma comunque, anche se la politica assume fattezze disumane e spregia la vita. È questo che i realisti-sovranisti non capiscono, stretti come sono nel loro recinto di stolide convinzioni che fa a pugni con la realtà effettiva delle cose. Il prorompere della vita non lo fermi se fai scudo con l’ideologia, o se opponi ai sentimenti degli ultimi, l’egoismo e le paure dei primi.

Faitha, mandata via da Castelnuovo di Porto, partorisce appena scesa dal treno

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