Fonte: Chiara Geloni
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Luca Lotti va all’attacco di Massimo D’Alema, dopo l’intervista rilasciata a Radio Anch’io in cui l’ex premier ha motivato il suo No al referendum costituzionale. E, rivolto a Renzi, gli ha rinfacciato: “Pensi a governare invece di andare in giro a fare comizi”. Dura la replica del sottosegretario alla presidenza del Consiglio: “Se solo l’ex premier Massimo D’Alema non fosse così accecato dalla rabbia e dall’odio personale per non aver ottenuto la sua poltroncina di consolazione, potrebbe agevolmente scoprire la realtà. E cioè che ieri il presidente del Consiglio ha inaugurato i lavori contro il dissesto idrogeologico sul Bisagno che nessun governo aveva voluto prima di noi. Neanche i due governi D’Alema”.
“Si renderebbe conto – prosegue Lotti – che il presidente del Consiglio ieri è stato a Treviso a incontrare aziende, lavoratori, uomini dello sport, lavoratori della scuola, artigiani per rilanciare la crescita del Nord-est attraverso investimenti mirati e il coinvolgimento di tutti. Che il presidente del Consiglio ieri ha incontrato oltre cento sindaci tra Treviso e Genova per parlare di legge di stabilità in particolar modo discutendo di come liberare gli avanzi d’amministrazione per l’edilizia scolastica. Che il presidente del Consiglio ha ascoltato le vittime della mala gestione delle banche venete frutto di una mancata riforma delle popolari che nel 1998 fu preparata da Ciampi e Draghi ma non realizzata dal governo D’Alema. E che è stata realizzata diciassette anni dopo dal governo Renzi. Che stamani il presidente del Consiglio parlerà di industria 4.0, visiterà il Cottolengo, si occuperà di aziende dell’aerospazio”.
“Se però D’Alema vuole parlare di risultati del governo – continua il sottosegretario – potremmo discutere della riforma del mercato del lavoro che lui teorizzò e non realizzò, della riforma delle unioni civili, che lui teorizzò e non realizzò e di molte altre scelte legislative che sicuramente D’Alema avrebbe ben accettato se solo avesse ottenuto una modesta poltrona di consolazione”. E conclude: “Spiace che un autorevole ex leader della sinistra sia così roso dal risentimento. Ma continueremo a ricordare con affetto la stagione dalemiana delle battaglie riformiste rottamate oggi dalla rabbia e dall’invidia”.
L’offensiva radiofonica di D’Alema non è stata da meno: “Il presidente del Consiglio – ha detto ai microfoni del programma di Rai Radio Uno – che dice tante cose spesso in contrasto tra loro, ha appena finito di dire che non intende personalizzare il referendum e ha sbagliato a farlo in passato, dopodiché ha lanciato sfida per duellare con tutto il resto del mondo. Una sorta di confronto fra Renzi e resto del mondo. Lui dovrebbe occuparsi del governo del Paese, magari vedendo se riesce a far quadrare i conti della legge finanziaria, della disoccupazionem della crisi”.
“Ci sono tanti esponenti del Pd o alleati, tra questi Cicchitto, Verdini, Casini, che possono dedicarsi alla battaglia referendaria” ha aggiunto l’ex premier. Nelle sue parole, assicura D’Alema, “non c’è perfidia, è descrizione dei fatti. Il presidente del Consiglio dovrebbe governare il Paese, non andare in giro a fare comizi, questa è la mia personale opinione”.
D’Alema precisa poi di non voler “promuovere scissioni, ma è chiaro che la vittoria del sì spingerebbe il Pd a diventare sempre più il partito di Renzi, e non più il Partito democratico. “La mia impressione – ha concluso – è che nel
Pd di Renzi in caso di vittoria del sì milioni di elettori non si sentiranno più a casa. Noi già abbiamo perso 3 milioni di voti dalle europee in poi. Ma il problema non riguarda me. Io non ho desiderio né propensione a fare partiti o scissioni”.