Lettere matrimoniali

per Gabriella
Autore originale del testo: Lauro Venturi
Fonte: aspettandogodot.it
Url fonte: http://www.aspettandogodot.it/News/claudio_lolli_il_suo_nuovo_libro.htm

Claudio Lolli Lettere Matrimoniali 2016 - Laurana Editore

LETTERE MATRIMONIALI – di CLAUDIO LOLLI – ed. LAURANA

Claudio Lolli autore di libri non è una novità, ricordiamo alcune sue precedenti pubblicazioni come “Nei sogni degli altri”, “Giochi Crudeli” (con una prefazione di Francesco Guccini nell’edizione Feltrinelli 1992) , “L’inseguitore Peter H”, “Antipatici Antipodi 1972-1997”. “Rumore Rosa”

L’uscita del nuovo libro di Lolli desta molta curiosità e attenzione: “Ho lavorato su questo libro per circa 3 anni” ci dice. E’ un’opera per molti versi dai contenuti inaspettati e imprevedibili, esattamente come il titolo di copertina “Lettere Matrimoniali”. L’immagine di copertina è di Enzo Eric Toccaceli, fotografo storico di Claudio Lolli.

Trascriviamo le citazioni che apriranno il libro: 1) “…perché la vita è una goccia/ che scava la pietra del viso”, Roberto Roversi. 2) “Le piante dei piedi ancorate al suolo, ma tutto il resto di te esposto all’aria, ed è lì che la storia comincia, nel tuo corpo, come nel corpo finirà tutto. Per ora stai pensando al vento.” Paul Auster, Diario d’inverno

Abbiamo avuto la possibilità di leggere in anteprima un paio di capitoli (il primo e l’ultimo) del nuovo lavoro letterario di Claudio Lolli, subito preda della curiosità di poter avere a disposizione  tutti gli altri. Al primo impatto ci sembra un’autobiografia consapevole e malinconica che scorre sulla narrazione dei pensieri più intimi di Claudio riguardanti la sua sfera affettiva (la madre e la sua compagna). E qui Lolli si confida come non mai, abbandonando il pudore di parole e sentimenti  riservati, troppo spesso taciuti. L’esistenzialismo, a tratti spietato, con cui  ha intriso diverse sue canzoni, qui sembra assumere toni sereni e disincantati, traspare il senso di una malinconia senza angustie nè ansie, come se l’incedere del tempo, (degli anni che passano, e soprattutto sono passati) avesse  spianato la strada ad una sorridente, anche ironica rassegnazione e comprensione.

“…. Quanto ti avrò fatto soffrire con la mia vita randagia, quante poche soddisfazioni ti avrò dato. Amore però sempre anche se non so ancora cosa questa parola voglia dire. Misto a noia, insofferenza, impossibilità di una vita in comune. Tu mi hai assistito tanto, (troppo, con troppa invadenza) ma io ti ho ripagato nella tua lenta e lunga discesa agli inferi. E’ normale: forse non lo sapevi: ci sono due cose incredibili al mondo. Si esce da una meravigliosa fessura femminile a guardare il sole e si finisce in una fessura della terra a guardare il buio. E’ strano, no?” (Claudio Lolli da Lettere matrimoniali)

Un’esauriente recensione di Lauro Venturi

“Lettere matrimoniali” di Claudio Lolli è un libro che fa convivere sassate che rompono i vetri dell’ipocrisia con dolcezze sterminate ed inappellabili.
Scriversi perché non evapori tutto quello che si ha (da dare e da dire), ma che non raramente non può essere condiviso. Scriversi per salvarsi la vita, se non per sempre, almeno per un po’.
Ammetto e dichiaro che quando affronto qualsiasi lavoro artistico di Claudio Lolli sono di parte, dannatamente di parte, slitto automaticamente dalla sua parte.
Questo slittamento assoluto è dovuto in primis ad una gratitudine antica, per come le sue poesie – canzoni mi hanno fatto compagnia nell’adolescenza, e me la fanno tuttora.


In secundis, Claudio Lolli ammette senza pudore, senza arroganza e senza vanità, con una disarmante chiarezza, il fatto di non avere sfondato. Lo fa, a mio avviso, un po’ per l’ ‘aristocrazia’ di chi ha ottima cultura e buone idee, e un po’ per una severità ed un rigore propri che non si permetterebbe mai di chiedere ad altri, a partire dai figli amatissimi.
Lolli non è come quei suoi colleghi che cantavano, quando erano nessuno, “…perché vincere significa accettare / se arrivo vuol dire che a “qualcuno può servire / e questo, lo dovessi mai fare / tu, questo, non me lo perdonare”, salvo vincere poi il festival di Sanremo ed incazzarsi perché non gli danno la nomination al Nobel.

In tertiis (il professore mi correggerà se non si può scrivere), Lolli ti porta per mano in terreni e luoghi scomodi, che forse da solo preferiresti lasciar perdere.
Con “Lettere matrimoniali” entriamo in casa della famiglia Lolli, una famiglia vera, con le lampade da sostituire, la borsa della spesa, e l’equilibrio difficile tra accoglimento e regole da garantire ai figli che crescono.

Ed entriamo anche nella camera da letto di Lolli e Signora, ma se ci venisse la tentazione di sbirciare dal buco della serratura, bè, ce ne vergogneremmo impietosamente perché (signori, si accomodino) la porta è aperta.
Struggenti i ricordi della madre, che aprono e chiudono il libro, da leggere con il cuore, senza volerli capire.
Altrettanto toccanti i ricordi del padre, un regalo che Claudio Lolli forse si fa, per dirci che si può scrivere “Quando la morte avrà”, ma anche ricordarsi con tenerezza quando tuo padre venne a tirarti fuori dalla galera, a Roma, con il tuo libretto pieno di trenta, per dimostrare che suo figlio è una persona seria.
Un libro da leggere e rileggere, senza dubbio. Grazie Claudio Lolli!

 

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