Lo svuota scuola

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti
Fonte: facebook

di Alfredo Morganti – 3 marzo 2015

La ‘buona scuola’, l’ennesima riforma pret a porter sul tema educativo-formativo, prevede anche sgravi fiscali per le famiglie che intendano scegliere le scuole paritarie. Luigi Berlinguer dice che è ora di lasciare da parte la diatriba ideologica tra scuole ‘statali’ e ‘private’ (così si esprime), perché l’insegnamento è pubblico, ma può essere somministrato indifferentemente da scuole pubbliche, private, religiose, ecc. , in una sorta di “gara a chi insegna meglio”. Lo sgravio è necessario, dice Berlinguer, perché la retta può essere troppo costosa per molte famiglie, che andrebbero perciò aiutate economicamente. Una sorta di finanziamento pubblico delle scuole private, insomma. Parallelo alla progressiva e coeva riduzione di risorse pubbliche alle scuole pubbliche.

Renzi, a sua volta, dichiara che lo sgravio fiscale sul piano economico è “molto convieniente allo Stato”. Vuol dire che, se noi sgraviamo le rette delle scuole private, evidentemente queste ultime potrebbero diventare più competitive rispetto a quelle pubbliche, determinando con ciò uno ‘spostamento’ di studenti a loro vantaggio e uno svuotamento parallelo delle scuole pubbliche. Meno studenti meno costi, insomma. Pur se questi medesimi costi, sotto forma di mancati introiti fiscali, lo Stato se li accollerebbe comunque a vantaggio delle paritarie, squilibrando di fatto il ‘mercato’ scolastico verso l’operatore privato. Sarebbe anche da spiegare meglio, inoltre, quale sia il vantaggio (economico) di assumere altri 160.000 addetti all’interno di una scuola che si ‘sgonfia’ di studenti. Già così sarà necessario creare nuovi insegnamenti per dare lavoro ai nuovi insegnanti, secondo la logica per cui è la scuola che si modifica in base agli addetti e non viceversa. In futuro tale necessità apparirà persino più vincolante.

Ne traiamo una convinzione. Che la scuola pubblica per Renzi deve essere alleggerita, ‘svuotata’, per attenuare i costi e per agevolare un riequilibrio con le private, che sono peraltro in crisi, determinando così pure una certa urgenza nell’operazione in corso. La formazione è ridotta a ‘costo’, a onta delle tante chiacchiere. Svuotarla è alleggerire il bilancio pubblico, tutto qui. Accrescere i costi pubblici a favore delle paritarie è il lato B della questione. Assistiamo dunque a un agognato duplice flusso: di risorse e di studenti dalla pubblica alle private. Dice Berlinguer che solo in Italia questo non è ancora avvenuto, che in sostanza è come se ce lo chiedesse l’Europa di smantellare la scuola statale. Che spostare bambini verso le paritarie è una specie di modernizzazione. E che anche questa, aggiungo io, è una battaglia culturale persa dalla sinistra. Un altro pezzo di egemonia della destra all’interno delle nostre casematte. Nonché l’ennesima mortificazione verso chi, nelle scuole pubbliche, ci lavora con sempre meno risorse e sempre minore considerazione.

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