L’Orlando furioso

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Gian Franco Ferraris

di Gian Franco Ferraris – 20 febbraio 2017

Andrea Orlando Pacioso ha dichiarato di essere disposto a fare il candidato alle primarie del Pd contro Renzi se questo è utile per l’agibilità del Pd.
Orlando parla con modi pacati e pare disponibile ad accettare il martirio per il bene del Pd.

A pensare solo un poco sorge spontanea la domanda: ma come gli è venuta l’idea che ‘la sinistra’ dovrebbe appoggiarlo come antagonista di Renzi? non solo la minoranza dovrebbe accettare il congresso contemplato apposta per incoronare Renzi nel 2013 ma anche avere come candidato/paladino della sinistra un signore giovane e garbato che nel 2013 ha appoggiato con i giovani turchi Cuperlo e subito dopo in concomitanza con il ‘sacrificio’ al ministero della Giustizia è diventato una delle ancelle più graziose di Renzi. Il bello è che a seguito degli ultimi eventi Orlando insieme a Cuperlo e Damiano sarebbero pronti per fare ‘la sinistra’ del Pd.

Dovete riconoscere che neanche Ludovico Ariosto era in possesso di una fantasia così fervida e di una narrazione così fluida

Ora però in sincerità, devo riconoscere che queste narrazioni senzaSenso, fantasiose trovano terreno fertile nei tentennamenti degli ‘scissionisti’. Tutto diventa gioco politico senza anima e senza i piedi piantati in terra perchè questa scissione è tutta giocata tra il ceto politico – in ultimo in attesa di un segno da parte di Michele Emiliano governatore della Puglia. Io penso al contrario che chi esce dal Pd dovrebbe dire con semplicità che non è una scissione dal Pd? scissione tra l’altro di retroguardia visto che il partito democratico è stato abbandonato da milioni di elettori e migliaia di iscritti, ma è il tentativo di costruire una forza politica sinceramente democratica e di sinistra (per costruire bisogna partire dalle fondamenta e aprire un cantiere) per affrontare i gravi problemi del Paese che il Pd non ha mai voluto vedere.

Ps se poi vogliono restare nel Pd lo facciano senza lagnarsi: un partito non è una prigione.

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