di Alfredo Morganti 3 gennaio 2015
Non leggo mai gli oroscopi. Così come non compro biglietti della lotteria. Ma siamo a inizio 2016, e proprio ieri su Repubblica leggevo alcune previsioni per il nuovo anno. Pare che ‘Giove in Vergine’ significhi freno, equilibrio, moderazione, maggiore umiltà, contro il dilagare fanatico e visionario, contro chi, invece, non è capace di ‘stimare’ e non ha ‘misura’. Vergine è senso della forma, della proporzione, è sobrietà contro tracotanza. È la rivincita dell’esperienza, che tutto stima e misura, sulla sfacciata sfrenatezza di chi tenta la sorte. Ci spiega Marco Pesatori che, se l’esperienza e la perizia sono seguite dall’arte e dalla scienza, l’inerzia e l’imperizia si accompagnano invece al caso e alla fortuna. Insomma, in soldoni, il tracotante travalica ogni sobrietà e conta soltanto sulla buona sorte, mentre invece chi è dotato di senso della misura e gode dei frutti ‘misurati’ dell’esperienza è in grado di fare arte e di fare scienza (e anche politica, aggiungo io, per quanto in politica la sorte pesi moltissimo).
Perché questa lettura dell’oroscopo mi ha incuriosito? Perché mi è sembrata, volente o nolente, un monito a Renzi. Sobrietà contro tracotanza, senso della misura contro sfrenatezza, esperienza invece del classico lancio dei dadi. A me pare che Repubblica abbia (non so quanto implicitamente) lanciato un avvertimento: è finito (finirà) il tempo dello sparigliamento, della sfacciataggine e degli ammiccamenti alla sorte. Con ‘Giove in Vergine’ ritorna quello dell’equilibrio e della misura, della modestia e della sobrietà. Non è più il momento dei tracotanti, ma quello di chi deve ricucire con pazienza un Paese sbrindellato e privo della coesione sufficiente a garantire una prospettiva che non sia l’eterno ritorno della diseguaglianze.
Ecco, dunque, cosa auguro al mio Paese e ai pochi che leggono questo post: che torni in auge la capacità di ridisegnare, di riprogettare e di riassemblare con pazienza e fatica le nostre città e l’intero paese. Che cessi lo stillicidio infinito di annunci, di conferenze stampa sfrontate, e si concluda la continua intrusione nel nostro immaginario di frasi a effetto, di slogan, slides, post, battute e di mezze verità che sono sempre mezze (o complete) bugie. Che cessi il tempo delle mance e delle regalìe accattone e si ricominci a pensare avendo in mente il titolo secondo dei bilanci pubblici, ossia gli investimenti di medio-lungo termine. Che la bussola non sia la ricerca del consenso rapido né si scelga la potenza immediata a discapito della forza e della legittimità effettive e di lunga lena. E se proprio non dovesse riuscire la politica a rovesciare la tracotanza e le chiacchiere spacciate per alta retorica, speriamo che nel 2016 ci riesca almeno l’oroscopo e, segnatamente, ‘Giove in Vergine’. Chi di spot ferisce di oroscopo perisca.