Il magic touch perduto di Renzi

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti

di Alfredo Morganti – 6 giugno 2016

Oggi De Marchis su Repubblica insinua il dubbio che Renzi possa aver perso il ‘magic touch’. O meglio, ragiona il giornalista, se il premier scoprisse di aver perso il ‘magic touch’ sarebbe, per lui, molto difficile da digerire. Posto che i ballottaggi potrebbero migliorare la situazione depressiva del PD in queste amministrative, resta il fatto che sì, il tocco magico sembra proprio scarico. Pensate adesso quanto è diventata strana la politica.

Era un fenomeno collettivo; si è tramutata in una roba per ‘candidati in pista’, individui, donne e uomini sparsi, leader e peones. Era una competizione che si svolgeva sul piano delle idee e dei programmi; è divenuta una cosa dove conta l’immagine in carne e ossa di qualcuno, i suoi gusti, le sue idiosincrasie, le sue ambizioni, i suoi tic e il suo appeal. Era una cosa che ‘poggiava’ e dimorava all’interno di un sistema dei partiti, dove le distinzioni destra-sinistra erano rappresentate all’interno di quel sistema in modo palmare, e si trattava di partiti più spesso nazionali, che uniformavano l’azione politica pur nelle differenze locali e settoriali; oggi la politica è un convulso di comportamenti frammentati, disomogenei, malamente riunificati da leader nazionali arrembanti e boriosi. Era basata su distinzioni, confini, parti, determinazioni, e dunque organizzazioni autonome, che rendevano quel sistema dei partiti dinamico e conflittuale.

Oggi i contenuti appaiono sovrapponibili, le parti sono minacciate da una tendenza pericolosa alla unificazione generale, all’indistinzione, alla marmellata, alla aggregazione dei soggetti in un ‘apparato’, un establishment che ingrigisce ogni cosa e cancella le differenze. Era una politica che cercava ‘rappresentanza’, mentre oggi punta tutto sul comando, o meglio sul comando di una persona. Una persona col tocco magico, una specie di Re Mida, che ottiene risultati solo imponendo le mani e posizionando noiosamente se stesso dinanzi a un frame tv; oppure snocciolando tweet e post dai social; ovvero srotolando slides e distribuendo bonus alla rinfusa, a questo e a quello, senza più distinzioni plausibili.

Questo è. E non date sempre la colpa di queste degenerazioni a quelli che c’erano prima. Rischiate di togliere a quelli che ci sono adesso la ‘responsabilità’ del casino che creano e di cui sono protagonisti. Non fosse altro perché senza responsabilità non c’è più politica, ma solo una gara a far prevalere le proprie ambizioni e i propri interessi rispetto a quelli altrui. Coi risultati che vediamo. E intanto lo sgretolamento rischia di diventare valanga.

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