Fonte: politicaPrima.it
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di Giangiuseppe Gattuso – 19 Maggio 2016
Non giustificherò mai i Presidenti della Repubblica per non avere nominato Marco Pannella Senatore a Vita.
Credo non vi sia altro uomo politico degli ultimi decenni a meritarlo di più. Un gigante. Si, un gigante di fronte al quale i tantissimi politicanti “nani” in senso negativo, perché io i nani veri li rispetto, possono soltanto attingere a piene mani. Nella speranza di elevarsi anche di poco dal loro quotidiano strisciare. Quei politici vecchi e nuovi che avrebbero voluto irreggimentarlo per lucrare qualche consenso. Ma che, in fondo, non hanno, quasi mai, condiviso pienamente le sue idee avanzate e fuori dagli schemi aiutandolo realmente a metterle in pratica.
Ho avuto la tessera dei radicali, il partito che ha contribuito a fondare nel 1955, tanti anni fa quando ero ragazzo, e anche un’altra volta più di recente. Ho sempre ritenuto la presenza dei radicali in Italia un valore aggiunto importante la cui anima era rappresentata proprio da Marco Pannella. Lo strenuo combattente per i diritti civili.
Per la dignità violata dei detenuti, le terribili condizioni delle carceri e la lunghezza disumana della carcerazione preventiva. E le incredibili e forsennate battaglie che hanno contribuito a cambiare questo nostro Paese in meglio. A renderlo più moderno e civile. E chissà dove saremmo ancora senza le conquiste come il divorzio e l’aborto.
Lui che ha condotto una battaglia violenta contro la partitocrazia, che ha dato un enorme contributo per la democrazia e la libertà, da tutto e da tutti. Una persona e un comunicatore eccezionale, di una caratura intellettuale e politica rara. Un grande rompipalle, spesso controcorrente, coerente con se stesso e le sue idee, anche quando tutto era apertamente contro.
È stato capace di incidere sui cambiamenti del costume e della cultura nel nostro Paese utilizzando, come mai nessuno prima, uno strumento lasciato ad ammuffire tra le pieghe della Costituzione, come il referendum. Così come le battaglie antimilitariste, contro la fame nel mondo e a favore della pace.
E le sue “sbandate”, come le chiama qualcuno, per le strane e ardite alleanze realizzate negli ultimi anni avevano sempre un qualche obiettivo più grande da raggiungere.
Epici i suoi digiuni secondo la pratica gandhiana del Satyagraha, decine di scioperi della fame e della sete in nome dei diritti e la dignità delle persone, sempre e comunque.
A prescindere dai divieti dei medici preoccupati per la sua salute. Le sue intemperanze mitiche e le provocazioni, come quelle per la legalizzazione della cannabis, le famose apparizioni in TV con il bavaglio e i manifesti sul petto in evidenza, resteranno nella storia.
Così come la sua presenza radiofonica a Radio Radicale, un appuntamento imperdibile per tantissimi suoi estimatori e non.
Uno strumento d’informazione straordinario che grazie alla sua pervicacia ha trasmesso tutti i maggiori avvenimenti politici senza alcuna censura, così come qualsiasi telefonata degli ascoltatori. Quella radio che, per sottolineare i morti per la fame nel mondo trasmette soltanto musica da requiem. Come quella in onda oggi.
E come non ricordare la vicenda drammatica di Enzo Tortora, ingiustamente condannato per mafia e droga, una macchia indelebile del nostro sistema giudiziario.
Una vergogna immane che lo ha visto in prima linea in una spassionata quanto efficace difesa. Grazie a Pannella e ai radicali Tortora riesce a diventare parlamentare europeo, iniziando così insieme una grande battaglia per una “giustizia giusta” con i referendum sulla giustizia e la responsabilità dei magistrati.
Giorgio Napolitano, il bis Presidente rieletto a furor di parlamentari, ha nominato ben cinque senatori a vita: Mario Monti, mossa propedeutica all’incarico di Presidente del Consiglio. Claudio Abbado, famoso direttore d’orchestra. Elena Cattaneo, brava ricercatrice nominata ad appena 50 anni d’età. Renzo Piano, architetto rinomato e Carlo Rubbia, premio Nobel per la fisica.
Sergio Mattarella eletto il 3 febbraio2015 non ne ha nominato nessuno. E avrebbe potuto farlo perché era rimasto libero un seggio quello di Claudio Abbado, deceduto il 20 gennaio 2014. Sarebbe stato forse l’atto più significativo della sua presidenza, un giusto riconoscimento e un segnale importante all’intero mondo politico.
Ma poco importa, Giacinto Pannella detto Marco, sarà lo stesso Senatore a vita, nell’aldilà.
Giangiuseppe Gattuso
19 Maggio 2016