Massimo D’Alema: “L’Italia non è tra i governi del mondo fra quelli che hanno affrontato peggio la crisi del covid-19”

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Giovanna Ponti

Non l’ho visto ieri sera, l’ho trovato solo ora e lo condivido. Sono 20 minuti.
Il servizio sul drone che parla ai cittadini di Wuhan è fortissimo. “Ricordati sempre che il drone ti vede”.

Poi c’è un servizio sugli interventi “duri” che la Cina ha messo in atto per isolare i contagiati. La Cina non è una democrazia e l’uso della coercizione per persone con la nostra cultura democratica è inaccettabile, anche se penso che a Milano qualcuno che apprezzerebbe interventi simili sulla movida ci sia. Più di quanti io riesca a immaginare.

Interessante anche l’intervista di Thomas Piketty intorno al XVI minuto.

Insomma se non l’avete vista ieri sera e avete una ventina di minuti di tempo guardatela interamente.

Io qui riporto solo alcune valutazioni di D’Alema sulla situazione europea ed italiana. (Giovanna Ponti)

– Lo sviluppo dei Paesi ricchi è stato in questi anni uno sviluppo distorto, perché è uno sviluppo che non ha rafforzato la coesione della società. Ha al contrario disgregato la società perché da molti anni non si investe più sul welfare, perché non si investe sui sistemi sanitari pubblici, perché prevale la diseguaglianza sociale e la logica dell’individualismo, perché si lacera quel tessuto sociale che era una ricchezza della nostra società. Quando si indeboliscono i beni comuni, si indeboliscono le grandi strutture pubbliche e si indebolisce il tessuto comunitario, la società è più fragile.

– Con la crisi del coronavirus in Europa sicuramente si è aperta una battaglia, ma finalmente è la battaglia vera che l’Europa non ha avuto il coraggio di fare quando andava fatta, e cioè dopo la crisi del 2007/2008. Quello era il momento in cui era necessaria una svolta e la svolta non ci fu. Oggi la Commissione ha messo sul piatto non soltanto un mucchio di soldi, ma anche una filosofia nuova e cioè l’idea che mentre l’Europa fino ad oggi è stata dominata da una logica di austerità, di contenimento, di limitazione dell’azione pubblica, è stata cioè sostanzialmente una struttura politica al servizio del mercato senza essere capace di regolare i mercati, adesso l’Europa si propone come forza propulsiva dello sviluppo. Questo sta avvenendo, non è una distribuzione di soldi, è un grande piano di investimenti per il futuro e questa occasione va utilizzata in questo senso”.

L’ Europa darà all’Italia 172 miliardi per affrontare la crisi del coronavirus e Formigli chiede a D’Alema se il nostro Paese ha una classe dirigente pubblica ancora con le competenze e le capacità di gestire questa somma.

– “Le competenze in parte ci sono, in parte si possono acquisire, non credo che sia questo il problema. A mio giudizio il problema è quello di cogliere questa occasione per ridefinire il ruolo dello Stato anche nel nostro Paese e riuscire a fare ciò che non si è riusciti a fare in questi anni, e cioè una politica industriale. Fare una politica industriale non significa che necessariamente bisogna espandere la proprietà pubblica, anche se in una certa misura il ruolo della presenza dello Stato nell’economia crescerà, è una esigenza, un dato di fatto diciamo. Non la vedo come una questione ideologica. Una strategia industriale significa una partnership fra pubblico e privato. Siamo in una economia di mercato e non è che dobbiamo statalizzare l’economia. Però o la politica ha la capacità di indicare dei traguardi, degli obiettivi e di mettere in campo degli strumenti (quali sono le necessità del sistema produttivo italiano ? Dobbiamo fare crescere la dimensione delle imprese? eccetera) oppure sarà un fallimento.

– Nel caso di RCA non viene chiesto denaro allo Stato, lo Stato italiano ha finanziato la Fiat per tanti anni, ma in questo caso RCA chiede delle garanzie per un prestito. Io non credo che RCA non restituirà il denaro che chiede in prestito, sarebbe un grave colpo di credibilità che non si può permettere. E’ giusto però che lo Stato che deve garantire quel prestito ponga delle condizioni: innanzitutto che quei denari vengano investiti nel nostro Paese e che non ci siano perdite di occupazione. Io ho fiducia che ci sarà un negoziato. Sinceramente avrei preferito che la garanzia sul prestito della RCA fosse avvenuto solo dopo avere garantito i prestiti per un centinaio di imprese italiane piccole e medie. Ma RCA è arrivata per prima, diciamo.

– I governi nazionali si fanno non perché le scelte sono dure, ma perché sono condivise e io sinceramente non vedo questa condivisione al momento, quindi credo che destabilizzare il governo che c’è per fare non si sa che cosa non ha senso. Il governo che c’è, nelle mille difficoltà, non è tra i governi del mondo fra quelli che hanno affrontato peggio la crisi del covid-19. Direi che tutto sommato l’Italia è stata meglio della media. E’ chiaro che adesso di fronte ha una sfida molto impegnativa e il governo deve cambiare passo. Saprà farlo? Io spero di sì. Io lo metterei alla prova prima di farlo cadere non si sa per fare che cosa.

Tra i temi affrontati: il ruolo della Cina, il piano di investimenti europeo e la tenuta del governo.
Sorprendenti infine, gli auguri di D’Alema a Carlo De Benedetti, alle prese con la fondazione di un nuovo giornale dopo la cessione da parte dei figli de “La Repubblica” al gruppo Fiat. Auguri curiosi, se solo si ricorda che il partito de La Repubblica nel tempo ha sostenuto i vari Veltroni, Prodi, Renzi pur di sconfiggere Massimo D’Alema

 

LA7.IT
Tra i temi affrontati: il ruolo della Cina, il piano di investimenti europeo e la tenuta del governo.
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