Matteo, il nano pistolero che non vuole dare alibi all’avversario!

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti
Matteo, il nano pistolero che non vuole dare alibi all’avversario!
Soltanto Matteo Renzi, mediante la velina contrassegnata dalla locuzione “dice i suoi”, potrebbe attaccare Palazzo Chigi, sostenendo che Conte parla tramite veline. Dixit! Andate a leggere la Cuzzocrea, che oggi è davvero arrembante su ‘Repubblica’ nel suo lavoro quotidiano e infaticabile di demolizione dell’esecutivo e della maggioranza che lo sostiene. Se uno avesse più tempo e ne valesse la pena, sarebbe da studiare e leggere in controluce questo pezzo di giornalismo tattico, che indossa la mimetica, tutto giocato su sottilissimi equilibri verbali e improvvisi fendenti.
Per dire, dopo aver raccontato una giornata campale, con l’opposizione renziana sugli scudi nella lotta al governo dove pure siedono due vivaiste, la Cuzzocrea spiega come Conte (subdolamente, eh!) abbia avviato una controffensiva e mostrato apertura al dialogo, nonché la disponibilità a sciogliere il nodo del Recovery Fund prima della verifica. Un vero diavolaccio, vuol farci intendere ‘Repubblica’, che spiega pure come Renzi, però, non ci sia cascato affatto, anzi. Ed è qui che si cita ai lettori la velina renziana. L’uomo solo al comando di Italia Viva “dice ai suoi” (e Cuzzocrea fa da eco) che se l’invito al dialogo lo si affida alle agenzie o appunto alle veline, allora a Palazzo Chigi “non hanno capito cosa stanno rischiando”.
Wow! Sembra l’introduzione a una sorta di mezzogiorno di fuoco con duello e sparatoria lungo la mainstreet di El Paso. Già ti aspetti speroni roventi e scintille, nullafacenti assiepati, le porte del saloon che roteano. L’articolo peraltro prosegue spiegando che Renzi (anzi, l’ex premier! dice Cuzzocrea) non deflette dalla sua strategia e attende risposte anche sul Recovery! Rilancia, dunque! Immaginiamo la grinta del pistolero, le mani che si muovono nervosamente attorno al calcio della pistola. Poi però la Cuzzocrea, sempre lei, ci spiega che il toscano non vuole fornire alibi al premier e agli alleati, cioè non vuol essere considerato lui il vero attaccabrighe (noooo!) e quindi, per questa ragione, “la delegazione di Italia Viva risponderà all’appello” di Conte. In un clima sempre più teso eh, con i denti che digrignano assicura la giornalista, ma risponderà micio micio tomo tomo. Perché non si dicesse che lui conceda alibi a Conte, né che sia un pistolero politico. Nano politico sì, velinaro senz’altro, ma bounty killer mai. Insomma, alla fine, tutto lo schioppettio dell’articolo, i fuochi d’artificio iniziali, la gragnuola promessa è come se diventassero il più classico dei puff.
Nessuna bomba, nessuna esplosione, perché Renzi, come dice la Cuzzocrea, alla fine risponderà all’appello, e anzi si farà convocare dalle agenzie e, per adesso almeno, terrà pure la mano ben discosta dalla pistola. Vuoi vedere che si andasse a elezioni anticipate! Non sia mai! E quindi la bomba annunciata non è nemmeno una bombetta, anzi, forse appena una miccetta (appunto, come dicevamo altrove), al più una di quelle fialette maleodoranti che a Carnevale, noi ragazzacci di 50 anni fa tiravamo in classe gettando la maestra nel panico, prima di prenderci la punizione e la nota sul quaderno. Tanto rumore per nulla, direbbe Shakespeare. Anzi tanto rumore per un po’ di cattivo odore. D’altronde ci vuole coraggio per fare davvero rumore, non basta una specie di mediatico Tiramolla, l’omino elastico, anche lui di 50 anni fa.
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