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Lo Stato per le alluvioni dal 1950 al 2012 ha speso circa 150 miliardi di Euro (le lire rapportate ad euro). E ogni volta tamponando solo le emergenze senza aver fatto nessuna opera di prevenzione.
Anche uno studente al primo anno di economia arriverebbe alla conclusione, puramente dal punto di cista economico, che se quei miliardi si fossero spese per manutenzione e riassetto del territorio avrebbe messo a profitto l’investimento, generato un circuito virtuoso di lavoro, profitto, interessi e rimessa in moto dell’investimenti e le situazioni di emergenza sarebbero drasticamente diminuite. Senza contare del costo umano. Ma questo è un altro discorso.
Allora ci si chiede come mai se questo conto che farebbe uno studente di economia non lo fa e continuano a non farlo i politici?
Una mente sempliciotta ed approssimativa direbbe che sono tutti corrotti, che i politici sono scemi, incompetenti, che pensano ai loro interessi e cosi via. Tutti corrotti dal 1950 fino ad oggi? Sì c’è anche questo naturalmente, ma la risposta è cosi banale che non spiega la generalità del fenomeno.
Secondo me vi sono due o tre ragioni diverse che però si intrecciano in maniera dialettica.
Intanto la situazione si è degenerata da almeno una quarantina d’anni, da quando cioè alla politica di lungo termine si è sostituita quella del giorno dopo. Per i politici di oggi la massima visione è quella della prossima scadenza elettorale, e dunque più che fare investimenti i cui risultati si potranno intravvedere nei prossimi dieci anni, meglio pochi, maledetti e subito. Meglio regalie che investimenti!
La seconda ragione a mio parere è che il sistema di controllo soprattutto per ragioni di antimafia e anti corruzione per quanti deboli siano ormai diventati comunque consentono un certo rispetto di regole e regolamenti. Tutto questo salta via, se si dichiara lo stato di emergenza. Sotto l’incalzare dell’acqua e delle case crollate e degli sfollati, gli appalti si fanno nominativi, senza certificazione antimafia, e le risorse si trovano stornandoli da altre voci di spesa senza tanti fronzoli e con tutto il Parlamento a favore. Chi può opporsi nel concedere risorse a gente che è al freddo e sotto la pioggia battente?
E a conferma si ha che, se va bene, quando il reato non sia andato in prescrizione si scoprono truffe, magagne, do ut des fra appalti terremoto, affari con la mafia, e politici o amministratori. L’Aquila è un caso per tutti!!
E nell’immediato, poi è un buon argomento di campagna elettorale. Visto? La colpa è di chi ci a preceduti, non è colpa nostra. Noi siamo onesti e paghiamo gli errori di chi ci ha preceduto!!!! Ma con noi la pacchia è finita!!!
Dunque la combinazione ineguale e combinata fra interessi politici immediati dei politicanti che mal vedono che i frutti delle proprie iniziative debbano poi beneficiarne il loro successori, in termini elettoralistici e interessi economici frutti di business a favore di amici e amici degli amici, portano a costituire un legame indissolubile e intrecciato che spinge a pensare. Meglio una catastrofe domani, che una prevenzione oggi!!!