Milano multicolore. Immigrati e nuovi italiani

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Valentina Falcioni
Fonte: politicaprima
Url fonte: http://www.politicaprima.com/2015/08/milano-multicolore-immigrati-e-nuovi.html

Duomo Milano e migrantidi Valentina Falcioni – 16 agosto 2015

C’è una umanità che si incontra nelle piscine pubbliche molto interessante, “Acapulco popular”: mediamente tutta di “fascia bassa”.

Scarsa scolarizzazione, molti immigrati, tanti bambini, nutriti male, troppo ciccioncini, alcuni con qualche evidente malattia. Bambini figli di coppie miste, magari il papà egiziano, la mamma pugliese… oppure mamme marocchine, papà che chissà che fanno anche la domenica, tanti russi e russe, e sudamericani. Questi ragazzi, dai cinque ai quindici anni, sono già bilingue, di certo parlano sia l’italiano che l’arabo, o il russo, o lo spagnolo.

bambini migrantiSarebbe interessante e importante che la nostra classe dirigente, non solo politica, venisse in questi luoghi ad osservare bene e a farsi le domande utili per qualsiasi dirigente abbia il mandato: che cosa serve a queste persone? e a questi bambini per farli diventare eccellenti cittadini e valorizzarli. Che tipo di scuola? Hanno strutture dove fare sport? Se ci sono bravi atleti o musicisti, o scrittori, o matematici, come possono fare per trovare la loro strada? Abitano in appartamenti salubri? Mangiano in maniera adeguata per la loro età? Oltre a questa piscina, durante il resto dell’anno cosa possono fare per migliorare? Ecco le domande che mi faccio io e che penso dovrebbero farsi molti ma venendoci, in questi luoghi, semplicemente, fra una vasca e l’altra, osservando e ascoltando.

Piscine pubbliche a MilanoIeri bagno di acqua profumata di cloro con quell’insieme di fragranze tipiche e speciali in cui si mescolano l’odore di olio solare al cocco con quello delle patatine fritte nei sacchetti di cellophane e del ghiacciolo all’amarena.

E tutto vorticosamente mescolato dal rumore lontano dei tuffi e delle grida… qualche bracciata sapiente di anziani che appena arriva l’estate si dedicano almeno qualche ora al giorno per tutta l’estate a fare moto, ma è anche un modo per cacciare la testa sotto l’acqua e sentire altri rumori, nuovi e primordiali, nuotando a dorso e osservando le nuvole che sul cielo si spostano rapide: dicono che fra poche ore inizieranno i temporali… ma ancora l’aria è ferma e i rumori dei bambini che giocano nella piscina di fianco sono rarefatti come quelli che si sentono nei sogni… nonostante la crisi che tutti, chi più chi meno, dice di sentire.

Idroscalo MilanoMilano è letteralmente svuotata… questo ultimo mese di caldo torrido ha fatto scappare tutti, ma proprio tutti, tranne gli immigrati che non hanno nessun luogo dove andare se non nelle piscine pubbliche, o, i più organizzati, all’Idroscalo.

Il pomeriggio si attarda pigramente, qualche locale lungo i navigli prepara il banco dell’aperitivo, e le file alle varie gelaterie si allungano, da qui non si capisce nemmeno dove ci si trova: le piscine pubbliche sono uguali in tutto il mondo, come i McDonalds. Questo mi piace, insomma: un vero agosto milanese.

Indecisa se abbandonarmi alla più totale pigrizia o di propormi di fare qualcosa nonostante i negozi chiusi, il caldo, l’umidità, i locali e i musei aperti sono stata sciocca a non venire anche nei giorni liberi passati, questa calura ha arrostito anche la mia volontà che fatica tanto, per le tante idee che si sciolgono nell’afa fino a rendersi incomprensibili: lontane, rarefatte, astratte, idee e basta come tante altre, come il bisogno di pioggia… un’idea che si è smesso di pensare perché si sa è inutile pensare d’estate che rinfreschi… soprattutto non si risponde ad una perturbazione africana col desiderio che piova… sono prove che si affrontano così: con umiltà, come ‘resto’ dovuto a tanto scempio della natura… scempio fatto senza ascoltarne il grido.

Non bisogna farsi prendere dal panico: no.

Bisogna ragionare e pensare che questo pianeta è come una prigione: da qui non si può uscire e quello che offre è sempre uguale e se qui ne arriva di meno… significa che si era consumato tanto senza nemmeno porsi la domanda se fosse tanto, e a chi si portava via, e quanto avrebbe potuto durare prima che qualcosa si rigirasse più bruscamente della ordinaria rotazione terrestre.

Povertà migrantiMa sono certa che per quanto si percepisca di soffrire abbiamo tanto, troppo, e ancora tanto e troppo abbiamo portato via a chi generosamente ha dato pensando forse che le richieste “esagerate” non sarebbero diventate la norma.

Vedo popoli che fuggono da luoghi che sono diventati aridi e desertici, altri che fuggono da tifoni pari a flagelli biblici, e dietro a queste seguono guerre e siccome la guerra non convince in se diventano guerre di “fede”, ma colpiscono sempre i più colpiti dalla natura che colpisce dopo aver subito altrettante violenze… questo è il suo modo di fare la guerra… e la natura vince sempre anche quando perde.

SBARCHI-IMMIGRATIDi fronte a questi popoli in cerca di una meta dove sentirsi non bene ma almeno al sicuro da qualcosa, noi certo stiamo bene anche quando siamo convinti che siano loro a portarci via qualcosa… ma non è così ovviamente… ciascuno di noi lo sa e poi cerca soluzioni più o meno accettabili. E dire che tutto va così veloce.

Nemmeno si fa in tempo a pensare che tutto potrebbe venire a mancare e in quel momento nemmeno ce ne accorgeremo, noi ci accorgiamo solo quando manca qualcosa e chissà se è anche questo che a molti fa incazzare.

Questa crisi passerà solo quando guariremo… perché non è il benessere che ci fa patire o la sua assenza, ma la paura di quello che ci aspetta a fronte di cambiamenti ineludibili.

Chi ha fatto percorsi analitici questo lo sa. E non abbiamo le attrezzature né per farci compagnia, né per capire e ragionare, né per distrarci, né per concentrarci… non abbiamo nemmeno l’attrezzatura per decidere di leggere un libricino e sottolineare con le matite di vari colori.

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