di Rocco De Risi – 27 febbraio 2019
IL PD, LA SINISTRA E DINTORNI
Il PD è un partito perennemente in campagna elettorale: dalle primarie, alle politiche, alle amministrative, ma senza un progetto politico, senza una prospettiva.
Ha impiegato un anno solo per fare le primarie, dove come al solito si scannano i candidati, ma non è data sapere la posta in gioco.
Oltretutto le primarie spaccano oggettivamente il PD in correnti e frazioni, le quali si raccolgono intorno al presunto “Capo” senza che sia possibile capire ed operare scelte di fondo. L’Italia è l’unico paese europeo senza un vero e proprio partito di sinistra. Dovunque, nei momenti alti e in quelli bassi, ci sono partiti di sinistra (socialisti e non). Solo in Italia c’è questa specie di partito (un non partito) pigliatutto, “a vocazione maggioritaria”: dai liberali, ai liberisti, ai socialisti, ai comunisti, agli ambientalisti, ecc.
Una brodaglia indigesta e inutile, che ha dato spazio al populismo dei 5*.
Un partito elettorale. Il PD, dunque, per me, non è la soluzione, ma il problema da affrontare e superare.
Quand’anche vincesse Zingaretti e ne divenisse segretario, e lo guardo con simpatia, si troverebbe di fronte agli stessi nodi irrisolti che hanno caratterizzato costitutivamente il PD dalla sua nascita ad oggi. Il PD è per sua natura un “partito” da superare.
Ecco perché non penso di votare alle primarie.
Ma che senso ha?
Come dice la Prof. Nadia Urbinati, la sinistra ha bisogno di un partito, e il partito ha bisogno di una cultura politica e di un’organizzazione, e una cultura politica richiede che si stia da una parte della società, in conflitto e in competizione dialettica con altre parti e altre formazioni politiche.
La coppia conflittuale elite-popolo, come ingenuamente pensano i 5*, non è in grado di affrontare le contraddizioni e i problemi del nostro tempo.
Il conflitto, la lotta, va portata nei centri e nei tempi del potere capitalistico, nell’opposizione tra ricchi e poveri.
Due sono i principi fondanti della sinistra: l’uguaglianza e il lavoro. E ci vuole un partito che riprenda questa strada nelle condizioni nuove del capitalismo finanziario e monopolistico su scala globale.
Le primarie del PD rappresentano solo un aspetto formale di una contesa, una contesa nominale non sostanziale per la sinistra, e neppure per un centrosinistra.
Chi vuole s’illuda, per l’ennesima volta”.
Rocco De Risi