Per la giornata mondiale dell’Alzheimer, a partire dal 21 settembre, sarà in programmazione nei cinema come evento speciale il docufilm “Manuale sull’Alzheimer – Lettere a mia figlia”di Giuseppe Alessio Nuzzo con Leo Gullotta e le interviste a Marco Trabucchi, direttore Centro di Ricerca Geriatrica, Gabriella Salvini Porro, presidente Federazione Alzheimer Italia, e il medico Marco Predazzi.
Un vero manuale sull’Alzheimer, diviso in quattro capitoli, tra interviste a ricercatori, studiosi, medici, istituzioni, operatori e pazienti. E con la fedele ricostruzione di finzione del bravissimo attore siciliano Leo Gullotta nei panni di un anziano padre che scrive delle lettere alla figlia nel tentativo di spiegare la sua malattia e ciò che sta provando.
Il docufilm è stato anticipato dall’omonimo cortometraggio pluripremiato in tutto il mondo, menzione speciale ai Nastri d’Argento, primo premio al Giffoni Film Festival e premio Ettore Scola alla Casa del Cinema di Roma. Prodotto da Paradise Pictures, in collaborazione con Italian Film Factory e Film Commission Regione Campania, verrà distribuito da London Movie Ltd in Italia e all’estero.
Leo Gullotta, ultimo di sei figli, fin da piccolo si è avvicinato al mondo dello spettacolo, facendo la comparsa al Teatro Massimo Bellini di Catania. Ha svolto inoltre l’attività di doppiatore, prestando la sua voce all’attore Joe Pesci. Maturato un periodo di rodaggio sui palcoscenici del Campanella, del Carlino, del Puff, La Chanson, a partire dagli anni ottanta ha acquisito una crescente popolarità, non soltanto televisiva, come attore della compagnia del Bagaglino, ma anche al cinema e in teatro partecipando a numerose commedie e lavori drammatici. In questo docufilm Leo Gullotta ci porta in un viaggio alla scoperta dell’unica cura per l’Alzheimer: l’Amore.
Un progetto nato dal regista Giuseppe Alessio Nuzzo che per cinque anni viaggia, impara, osserva quella malattia che ha visto da vicino per tanto tempo ma che non conosceva, che non ha mai voluto conoscere. Questa storia mira a far conoscere al pubblico non solo la malattia, ma sopratutto le prospettive future in ambito scientifico e terapeutico-assistenziale.
L’Alzheimer è una malattia neurodegenerativa che non uccide immediatamente, ma inizialmente crea disordine alle funzioni cognitive, fino ad intaccare la memoria, sotto forma di demenza senile. Non lascia scampo, costringendo chi ne è affetto a un progressivo declino fisico e mentale. In Italia i malati di Alzheimer sono oltre 600 mila, ma secondo l’Istat nel 2020 saranno 2 milioni. Ad oggi manca una terapia specifica in grado di arrestare o far regredire la malattia.