Ospedale di Subiaco esempio di ospedale montano: una proposta dal basso per assicurare i servizi alla salute nei presidi in zona disagiata

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Marianna Sturba

di Marianna Sturba

Quando la politica non risponde ai bisogni dei cittadini, quando non riesce a vedere quali sono gli effetti del proprio agire, quando la distanza fra rappresentanza e rappresentati si fa incolmabile, allora occorre fare la propria parte e capire che si può proporre una politica diversa. Fare politica” è qualcosa di grande, bello, necessario, di imprescindibile! Così, vivendo la realtà quotidiana, condividendo i problemi diventi tu stesso foriero di un pensiero alternativo, divergente, una diversa visione di ciò che si presenta come un ostacolo.

Voglio parlarvi della mia esperienza in un piccolo centro di quella che era la provincia di Roma oggi, città metropolitana, Subiaco. Subiaco aveva il suo ospedale, nosocomio punto di riferimento dei comuni della Valle dell’Aniene, luogo impervio, luogo di “campanili” e piccoli centri, luogo in cui essere comunità era ancora facile. Di quell’ospedale oggi resta poco e niente, 29 posti letto, un primo soccorso e un laboratorio analisi h12. Capita, quando vivi nell’epicentro dei tagli inferti dal commissariamento della regione Lazio, che non puoi star ferma e inerme, pensi è ripensi ad una strada risolutoria. Cerchi di coinvolgere le varie Amministrazioni comunali ed enti sovra comunali come la Comunità Montana di riferimento, per trovare una strategia comune, ricevendo solo qualche assenso ed un grandissimo ritardo della comunità Montana che a distanza di due anni, dalla nostra proposta. Mia è dei miei compagni, decide di istituire e convocare una Commissione Sanità. Ma c’è chi come noi, non si arrende e oggi mette in campo due proposte percorsi: 1) delibere di giunta e poi di consiglio dei comuni afferenti all’ospedale Angelucci in cui far richiesta alla regione Lazio di rispolverare e approvare la “Legge Marrazzo” che identifica l’ospedale Angelucci come Ospedale Montano, legge che prevedeva ben altri servizi; questo per due ordini di ragioni in primis perché essendo fuori dal commissariamento ora si può riconoscere i presidi Montani, poi perché secondo il regolamento della regione Lazio, il pervenire di 5 delibere comunali con lo stesso oggetto obbliga il Consiglio Regionale a porre in discussione la richiesta smascherando i piani di ciascun consigliere ; 2) proposta di modifica del DM 70 che taglia di netto i servizi agli ospedali in area disagiata, attraverso un emendamento che riconosca la specificità dei presidi Montani e di area disagiata e ne cambi la struttura così da stabilizzare e rendere nazionale il riconoscimento di quanto, tramite la legge Marrazzo, si riuscirebbe a fare nel Lazio, ma il regionalismo della sanità non darebbe a tutti gli stessi servizi facendo di zone già definite Disagiate luoghi a rischio sopravvivenza. È già iniziata la stesura della modifica da proporre, con l’accordo del Ministero della Sanità, a cui verrà ufficialmente consegnata in un incontro dedicato di cui poi vi daró notizia. Questo per me è dare indirizzo, questo è fare politica. Poche chiacchiere e ATTI DI INDIRIZZO chiari e percorribili. Chiedo a tutte le forze politiche e le amministrazioni di unirsi al progetto perché Subiaco, e la Valle dell’ Aniene meritano di più! Perché la Politica merita un moto di riscatto, perché la popolazione possa tornare a credere che la buona politica risolve i problemi, non li crea. Naturalmente il mio sguardo è volato oltre la Valle dell Aniene, perché una legge regionale del Lazio risolleverebbe anche le sorti degli ospedali di Acquapendente e Amatrice, e la modifica del DM 70 sanerebbe la povertà di tutti i presidi definiti di “zona disagiata” del territorio nazionale. Partire dal particolare per trovare strategie di risoluzione generali utili a molti altri; partire dal proprio campanile per risollevare le sorti dell’Italia intera e trovare in questo percorso altri uomo i e donne sparsi per l’Italia ancora pronti a dare il proprio contributo. Le proposte si possono fare anche fuori dalle istituzioni, così come io e i miei Compagni abbiamo fatto, anche senza essere consiglieri o assessori, ma poi spetta agli eletti trasformare le proposte in Atti! Spetta agli eletti far camminare le proposte, anche facendo un atto di umiltà che testimoni la volontà di risolvere e non di “intestarsi” la paternità dell’azione. Noi abbiamo formulato una proposta, abbiamo tracciato una strada percorribile, ora stiamo a vedere come risponderanno le istituzioni. Maggioranze e minoranze, ministri e ministeri, ciascuno, se vuole, può fare la sua parte. Stiamo a guardare, lasciamo che le azioni, o le non azioni, ci raccontino chi sono i rappresentanti politici che ciascuno di noi ha votato. Osserviamo, se dopo tanto immobilismo, silenzio e distanza di alcuni, seguirà un cambio di rotta. La dignità alla politica viene restituita quando chi si dice “politico”, fa azioni che tutelino cittadini e territori.

Sulla base dei documenti pubblicati in questi giorni, rappresentanti la drammatica situazione della ASL RM5, e del presidio di subiaco, stiamo ottenendo l’adesione al progetto ospedale montano dai comuni della Valle dell Aniene. Oggi ha cominciato Cervara di Roma. Pubblichiamo la delibera di giunta predisposta che diviene delibera di consiglio con le opportune modifiche.

LA GIUNTA COMUNALE

PREMESSO che la Asl Roma 5, nel suo ultimo rapporto annuale, denuncia “la
storica carenza di risorse nella Asl Roma 5”, che produce “effetti negativi
in termini di gestione dei pazienti e di efficienza dei 5 Ospedali”, i quali
“sono arrivati ad un punto tanto critico da non riuscire più a gestire le
proprie risorse” a causa del “ruolo complessivamente marginale attribuito
agli Ospedali della Asl Roma 5 nel contesto delle reti regionali” ed i suoi
nosocomi “saranno sempre più obbligati a trasferire i pazienti, alimentando
così sempre più la mobilità passiva”.

CONSIDERATO che la Regione non è sinora intervenuta a sostegno della Asl
neanche a seguito della autodenuncia relativa ai 5 ospedali che “non
dispongono di risorse fondamentali che pure non riguardano le alte
specialità ma la cura di patologie assolutamente comuni e che rappresentano
le principali cause di mortalità (cerebropatie vascolari, neoplasie)”;

CONSIDERATO che l’Ospedale Angelucci di Subiaco, facente parte della Asl
RM5, ha subito tagli pari al 47% dei suoi originari posti letto (da 76 a 40
dopo il Decreto 412 del 26 Novembre 2014) insieme alla perdita della
classificazione di “Ospedale Sede di Pronto Soccorso” per essere declassato
in “Presidio in area disagiata”;

VISTO che tale status dell’Ospedale di Subiaco sta di fatto provocando una
sempre maggiore inefficienza secondo i dati della stessa Asl Roma 5;

RILEVATO che l’Ospedale Angelucci è ormai dotato di soli “29 posti letto
per acuti attivi” e riesce a soddisfare soltanto “il 34% del fabbisogno dei
32.450 residenti nei 21 Comuni del Distretto 5.4” per i quali l’Azienda
Sanitaria segnala “58 posti letto mancanti”;

ATTESO che dette carenze hanno portato il pendolarismo sanitario in cerca
di un posto letto dai 70 Comuni della Asl Roma agli ospedali di altre
aziende fino ai tre quarti dei ricoveri;

VISTO il fabbisogno della Valle dell’Aniene, comprensorio a
rischio-spopolamento e con alto tasso di invecchiamento della popolazione,
come riconosciuto:

– dalla legge regionale 7 novembre 2007, n. 18 recante “Programma
straordinario di interventi urgenti nella Provincia di Roma per la tutela e
lo sviluppo socio-economico ed occupazionale della valle dell’Aniene”;

– dalla Strategia nazionale Aree interne (SNAI);

-dall’Area 3 della Regione Lazio (“Monti Simbruini”, che comprende i Comuni
di: Affile, Agosta, Anticoli Corrado, Arcinazzo Romano, Arsoli, Camerata
Nuova, Canterano, Cervara di Roma, Cineto Romano, Filettino, Jenne, Marano
Equo, Percile, Riofreddo, Rocca Canterano, Rocca Santo Stefano, Roviano,
Sambuci, Saracinesco, Subiaco, Trevi nel Lazio, Vallepietra, Vallinfreda,
Vivaro Romano”.

ATTESO che il Presidente della Regione Lazio, On. Nicola Zingaretti ha
dichiarato la fine del Commissariamento della Sanità Regionale del Lazio;

ACQUISITA la puntuale e dettagliata descrizione che dello stesso presidio
viene fatta nell’O.D.G. presentato dal mensile l’Aniene e dal Gruppo
Politico Culturale Laboratorio per Subiaco, già presentato in Comunità
Montana il 4 febbraio 2020;

Con voti unanimi e favorevoli

D E L I B E R A

Per quanto in narrativa e che qui si intende riportato per intero quale
parte integrante e sostanziale:

1) di acquisire l’O.D.G presentato dal mensile l’Aniene e dal gruppo
Politico Culturale Laboratorio per Subiaco e di condividerne le finalità
riguardanti la ripresa dell’iter legislativo per attribuire all’Ospedale A.
Angelucci di Subiaco la qualifica di “Ospedale Montano”.

2) di conferire mandato al Sindaco , quale Rappresentante Legale del
Comune e Autorità Sanitaria Locale, di presentare al Consiglio Comunale il
documento allegato alla presente per la sua approvazione e per il
successivo invio alla Regione Lazio (Presidente Zingaretti, Assessorato
alla Sanità e Commissione Sanità).

3) di dichiarare il presente atto, con separata votazione unanime,
immediatamente eseguibile, ai sensi dell’art. 134, comma 4 del D. Lg.vo
18/08/2000, n. 267.

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