Per Le Monde l’Euro non è intoccabile

per mafalda conti
Autore originale del testo: Alois Navarro
Fonte: Le Monde

Le Monde: No, lo scioglimento dell’euro non provocherebbe un cataclisma finanziario

Il quotidiano francese Le Monde, sinora eurista a spada tratta, corregge il tiro pubblicando un articolo che  mette in discussione le precedenti granitiche certezze sulla pioggia di cavallette in caso di uscita dall’euro: in Francia il vento comincia a cambiare anche sui grandi media?
Segnalato dal Leprechaun
euro

di Alois Navarro – Un recente articolo pubblicato su Lemonde.fr difende l’idea che un’uscita dall’euro causerebbe un disastro finanziario per le imprese. Vi è infatti scritto che il debito delle imprese esploderebbe a causa del rincaro del debito estero, portando così alla peggiore crisi finanziaria che il mondo abbia mai conosciuto.
Gli autori in un primo tempo danno conto dell’esistenza della Lex monetae (“L’indebitamento con l’uscita dall’euro“), vale a dire, il fatto che nel caso di un’uscita della Francia dall’euro il debito pubblico francese sarebbe convertito nella nuova moneta nazionale.
Poi analizzano il debito privato. E’ vero che si parla raramente del debito privato delle società finanziarie e non finanziarie.

Ma, contrariamente a ciò che questi economisti sostengono, i debiti delle imprese finanziarie e non finanziarie emessi sotto il diritto estero o non riconvertibili non ammontano al 70%, ma al 33%, cosa che riporta la questione alla sua importanza relativa. Questo risultato deriva da un lungo studio di Jens Nordvig, capo economista della sezione “tassi di cambio” della banca Nomura, che si propone di valutare i rischi finanziari in caso di uscita o di scioglimento dell’euro (Jens Nordvig , Nick Firoozye , « Rethinking the European monetary union », 2012).

PERDITA DI 100 MILIARDI DI EURO
 

Quindi, supponendo che i contratti privati di diritto estero non siano ri-denominati nella nuova moneta nazionale dalla giurisdizione degli altri paesi, e in caso di svalutazione del 20%, le “perdite” per le imprese ammonterebbero a circa l’equivalente di 100 miliardi di euro (e non 200 come pubblicizzato).
Inoltre, si ignorano diversi elementi di cui non si fa menzione:

 1 / Il bilancio di una società consiste di un passivo (il debito), ma anche di un attivo (il credito). Ora, se ci soffermiamo sulla posizione netta (attività-passività), vediamo che per quanto riguarda i contratti di debito e credito di diritto estero, essa è in gran parte positiva (più del 13% del prodotto interno lordo francese secondo J.Nordvig). Chiaramente, secondo Jens Nordvig, se si uscisse dall’euro, le perdite sulle passività delle società sarebbero più che compensate dai guadagni sulle attività! E questo vale a smentire la visione apocalittica di cui sopra.

2 / Chi può credere per un solo momento che l’uscita non sarebbe negoziata o concertata? Come se gli altri paesi potessero accettarre una perdita sulle loro attività senza prevedere degli aiuti o un meccanismo di solidarietà? Chi può pensare anche che nel caso di un’uscita della Francia, che svaluterebbe e guadagnerebbe in competitività, altri paesi non seguirebbero (Italia, Spagna, Grecia, Portogallo …)? Chi può infine credere che la moneta unica esisterebbe ancora se la Francia e questi paesi decidessero di uscire? In tal caso, non esistendo più l’euro, la questione diventerebbe obsoleta nel senso giuridico del termine.

SOVRANITA’ MONETARIA

3 / E’ poi assolutamente possibile che i tribunali stranieri applichino la Lex monetae (Una piccola simulazione: se si esce dall’euro, il debito pubblico aumenterà?).

4 / Che cosa è successo quando l’euro si è deprezzato bruscamente primi anni 2000? La Francia si è trovata in un buco nero, o invece ha attraversato uno dei suoi periodi economici migliori da molti anni a questa parte? Come ha fatto il Giappone a sopravvivere al deprezzamento del 25% del suo yen nel 2013? Come ha fatto il Regno Unito a rimanere in piedi dopo la svalutazione della sua moneta del 20% dopo la crisi? Le imprese sono state tutte messe a terra dal maggior costo del debito? La risposta è ovviamente no.

Stranamente, di questi fatti non se ne parla, né del fatto che per un paese che si riappropria della sua sovranità monetaria, avere la sua banca centrale significa poter limitare i presunti danni causati dalla svalutazione (http://www.agoravox.fr/actualites/economie/article/non-monsieur-wauquiez-la-150637).

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