di Alfredo Morganti – 15 settembre 2017
Avvertenza. Chiunque ieri abbia riportato, citato, linkato forse con evidente o malcelata soddisfazione il retroscena di Giovanna Casadio e Goffredo De Marchis, magari ritenendosi più di sinistra o più dalemiano di altri, vorrei informarlo che Giuliano Pisapia oggi ha smentito il titolo di questo retroscena e le frasi virgolettate contenute al suo interno ed erroneamente (perciò) attribuite alla sua persona. Si tratta di frasi, evidentemente mai pronunciate o semplicemente riferite da altri, ossia da fonti che alla prova dei fatti si sono rilevate poco attendibili o solo interessate all’effetto che avrebbero provocato quelle dichiarazioni. Questo è. Adesso c’è chi dirà che le smentite lasciano il tempo che trovano. Ok. La prossima volta, allora, fate dire a chiunque quel che vi piace, così facciamo prima, e non perdiamo tempo a discutere di veridicità. Saranno vere comunque, e chi s’è visto s’è visto. Ah, si fa già così? Bene, vedo che il dibattito pubblico cresce sempre più di qualità.
Sappiate, inoltre, che la smentita di Pisapia è stata pubblicata da ‘Repubblica’ a pag. 42, in coda alla rubrica delle lettere. In pessimo risalto, o comunque non corrispondente all’evidenza offerta invece al retroscena di ieri. Ci manca solo che Corrado Augias curatore della rubrica gli risponda: “Caro Sig. Giuliano, si fa presto a dire che lei non ha pronunciato parole. Il mondo è pieno di parole non pronunciate, che finiscono sui giornali e contribuiscono a delineare in qualche forma la verità delle cose (e delle parole, appunto). Che cosa ci vogliamo fare? Il mondo è così, grande e terribile, e le parole fluttuano libere e virgolettate come se fossero rondini in partenza per terre più calde o sciami di cavallette all’assalto di ciò che resta della sinistra italiana. Mi creda, sig. Giuliano, non ci pensi troppo, rischierebbe di restarne ossessionato, se ne farebbe cattivo sangue. Si legga un buon libro, un classico russo magari, e vedrà che tutto le parrà migliore e più vero persino, anche i retroscena, per quanto io per primo ne dubiti. Un cordiale saluto”.