Fonte: I Gessetti di Sylos
di Giovanni La Torre – 4 febbraio 2019
Il candidato alla segreteria del Pd Roberto Giachetti, già candidato sindaco sconfitto al Comune di Roma, ha dichiarato alle assise del suo partito che non bisogna allearsi “mai con chi ci ha distrutto”, alludendo agli ex esponenti che hanno dato vita a Leu. Si sa che quando uno fa un comizio diventa subito preda di un’autosuggestione che lo spinge a pensare che tutto quello che gli esce dalla bocca è oro colato, e quindi ha sparato questa sentenza con particolare trasporto e veemenza.
Giachetti viene dal Partito radicale prima e la Margherita poi. Nel Pd, si è schierato con Renzi, ma, nonostante la vicinanza al leader fiorentino, ora sconfitto e in declino, non ha capito nulla della strategia di questi, in particolare della mission che si era assegnato conquistando il partito: distruggere la sinistra. Quando ci fu la scissione di Leu io scrissi un “gessetto” (n. 315 del 23/2/17) dal titolo “Si scrive ‘scissione’ ma si legge ‘cacciata’”, perché a me pareva evidente che i fuoriusciti erano stati costretti ad andar via. Renzi non voleva nessuno tra le scatole, e meno che mai quelli di sinistra, per realizzare il suo disegno neo centrista, se non di destra.
L’unico dubbio su cui dovranno indagare gli storici è se Renzi abbia agito di propria sponte o se si sia inserito in un disegno più grande di lui, prendendo ordini da qualcuno (inteso non come singola persona). Il dubbio viene perché il bulletto fiorentino ha goduto di appoggi mediatici che non ha goduto forse mai nessun leader politico in Italia, ha visto esporsi per lui anche istituzioni normalmente neutre come la Banca d’Italia (questo appoggio in realtà trova un precedente nell’avallo che diede Antonio Fazio alla bufala berlusconiana del “nuovo miracolo economico” al momento della “discesa in campo” dell’attuale pregiudicato di Arcore). Inoltre Renzi ha operato con una spregiudicatezza che è tipica di chi si sente le spalle sicure. Ma è stata forse proprio questa sicurezza a portarlo a sbattere contro un muro, perché non si rese conto che sbeffeggiare, come fece, la sinistra significava segare il ramo su cui era seduto, visto il partito che si era scelto per attuare la sua mission.
Certo adesso tutto fa brodo per giustificare una sconfitta che non ha precedenti nelle dimensioni, e quindi anche il dire che la colpa è di Leu fa parte del bagaglio di scuse che si sono creati.