Il quinto colonnino di Repubblica

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti

di Alfredo Morganti – 9 gennaio 2018

‘Repubblica’ non si interessa granché di Liberi e Uguali, tira piuttosto la volata al PD e dunque a Renzi. Oggi c’è stata, però, una novità. Un colonnino stretto stretto si è soffermato sul ‘personaggio’ D’Alema. Per dire cosa? Che il capo è lui, che tutti si rivolgono a lui, che in Puglia fa alleanze con la destra, e che briga e monopolizza l’attenzione di tutti, altro che Grasso e Bersani. Si sorvola sulla barca, sul Kosovo e sul suo vino che sa di tappo, ma si vede che l’articolista sta lì lì per scriverlo. Ciò, perfettamente in linea con lo spin renziano, per il quale LeU è solo D’Alema e nulla più. Un pezzo che sembra una quinta ‘colonnina’, appunto, del renzismo. Certo, come diceva György Lukács, il vero realismo prende la mano all’autore, e lo spinge a cogliere i fatti e il movimento storico al di là delle sue intenzioni manifeste. E così l’estensore del pezzo riporta le percentuali della Ghisleri che danno LeU all’interno di un bacino potenziale del 13%, ma con una forchetta tra 9 e 11, con 60 parlamentari tra Camera e Senato. L’articolista magari crede di mostrare la ‘debolezza’ della lista di sinistra, quando invece ne presenta la forza.

Ricordo ancora Rosato che parlava con toni sprezzanti del ‘partitino del 3%’, che al massimo poteva aspirare a 12-13 deputati. Sembra il Jurassico, ma era solo un mese fa. Io dico che hanno paura, sennò non si spiegherebbe l’accanimento terapeutico con cui tentano di dimostrare che D’Alema è il Capo dei Capi, e che LeU è solo una sua proiezione mentale. Un’ombra dalemiana. I sondaggi non dicono nulla, sono solo un’arma di distrazione di massa. Nel 2013 diedero letteralmente i numeri. Tuttavia l’affanno con cui si tenta di mostrare che D’Alema è un mostro, Bersani bollito e Grasso un malcapitato dà l’idea della loro apprensione, se non della fifa nera. Bene così, allora. Si tratta di cominciare ad accumulare forza per spenderla bene, quando sarà il momento, nei rapporti politici e nel Paese. Costruire presenza e rappresentanza. Indicare un prospettiva che non sia quella delle figurine che si agitano sulla scena di un teatrino politico piatto e indefinito. Dare uno strappo, insomma, e intraprendere una via di sinistra unita: democratica, plurale, attiva nelle istituzioni e nella realtà sociale. Non è poco, ma si può fare.

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1 commento

Nonno Enio 10 Gennaio 2018 - 17:09

A quando un programma serio, conciso e soprattutto attuabile che proponga soluzioni “reali” per lavoro, scuola, sanità e welfare? Ormai mi sembra il momento se si vuole davvero invogliare i delusi della sinistra che ancora meditano di votare M5S

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