Autore originale del testo: Alfredo Morganti
Regioni, vaccini, verifiche, governo assediato e gangster della politica. Ecco l’Italia.
Diciamolo. A urlare “aprite-aprite” e a giudicare sempre “troppo tardi” e “troppo poco” tutte le iniziative intraprese dal governo ci vuole poco. Tutti bravi ad alzare la voce quando si batte cassa e si esigono ristori persino più alti rispetto a quanto si è fatturato. Tutti bravi a fare ‘sindacato’ territoriale, meno bravi tuttavia a fare ciò per cui sono stati eletti, ossia a prendersi davvero cura dei propri cittadini. Ci sono regioni che non hanno nemmeno cominciato la campagna vaccinale, altre che battono la fiacca come la Lombardia. Gallera ha detto che era giusto mandare i medici in ferie. Tutelano ordini, categorie, lobby, potentati locali: ma mai una volta che pieghino la testa e si mettano a lavorare avendo presenti i cittadini nella loro generalità. Siedono al tavolo quando si tratta di alzare la voce, ma sono meno presenti quando serve un impegno diretto, faticoso, anonimo, senza proiettori accesi. Uomini soli al comando dei media e dei propri interessi elettorali, ma ultimi e defilati dinanzi agli effettivi bisogni dei cittadini.
Questo per ciò che riguarda le regioni e gli enti locali. Stessa cosa, tuttavia, ai piani alti. Ci sono forze che stanno spingendo il governo in un angolo, costringendolo alla verifica, totalmente indifferenti ai problemi del Paese, senza alcun interesse per ciò che accade in Italia e nel mondo, ma mossi solo da brama di potere e totalmente accecati dai soldi europei. Dal ‘tesssoro’ direbbe il Gollum di Tolkien. Pronti a tutto pur di fare banco, anche alle elezioni anticipate, anche a fare le file fuori dai seggi mentre le preoccupazioni di tutti sono ben altre. Un desiderio incontenibile di sparigliare in assenza di ragioni reali, se non biechi interessi di parte, se non la caccia al tesssoro UE. Un gioco sporco guidato da un condottiero toscano senza crupoli, che ancora mi chiedo come sia stato possibile vederlo alla guida del partito erede (all’incirca) del PCI. Un gioco sporco dove a spingere non ci sono solo i media dichiaratamente di destra (e vabbè) ma anche (soprattutto) la stampa borghese espressione di potentati economici, che ritengono di superare la loro crisi, attingendo direttamente al tesssoro europeo come a un’acquasantiera.
È questo lo stato del Paese. Vedo una specie di tenaglia che stringe il governo, con un cavallo di Troia insediato persino al suo interno. Cercano una crisi fuori di ogni graziadiddio, fuori da ogni interesse effettivo del Paese. Sono i gendarmi della Seconda Repubblica che mimano sfacciatamente la Prima, ecco il punto. Un lurido assalto alla banca, un mucchio selvaggio in stile rodeo che i giornali amplificano ad arte. Questo è. Soffiano sul fuoco sperando che divampi un incendio tale da salvare solo il tesssoro. Gente che paga tasse concordate in altri paesi europei ma si riscopre italiana in occasione dei ristori, cercando magari di grassare 5-6 miliardi buoni a fare cassa e fronteggiare la crisi aziendale. Soldi buoni per continuare le pastette politiche, per finanziare la loro piccola politica centrista, dove non capisci più quando inizia la politica stessa e quando finiasce la morale. Etica allo sfascio pur di vincere il poker politico. Cinismo allo stato puro, senza diluenti. Questo è il panorama politico, dove pochi raggruppamenti e pochi dirigenti continuano a pensare in grande, mentre la folla dei comprimari toscani, e non, sono inaciditi dai propri interessi. A quando una democrazia matura? A quando un partito grande e plurale della sinistra? Sino a quel momento sarà quasi tutta roba da filibustieri, pirati, gangster della politica. A cui dei vaccini non interessa nulla, ma solo il potere per il potere. Sempre, ovunque, come una droga, coi morti nelle terapie intensive e i contagi in strada.