Renzi non ha più alibi, chi lo critica ancora meno

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Antonio Napoletano/ Corradino Mineo
Fonte: facebook
Url fonte: https://www.facebook.com/notes/corradino-mineo/dopo-averci-dormito-su-caff%C3%A8-del-20/10152634037513049

Antonio Napoletano ha commentato “il caffè” di Corradino Mineo del 20 dicembre 2014, dopo la maratona al senato che ha approvato la legge di stabilità

IL SINDACO D’ITALIA.
QUESTO E’ QUANTO ACCADE – ORMAI DI REGOLA- NEL PARLAMENTO DELLA REPUBBLICA.LA VERA CRONACA DEI FATTI.
QUELLA DA TENERE IN ARCHIVIO A FUTURA MEMORIA.
E’ INUTILE GIRARCI ATTORNO, INVENTARSI RAGIONI, FARE IPOTESI: E’ IL PEGGIORE E PIU’ PERICOLOSO GOVERNO DELLA REPUBBLICA.
E’ LO E’ TANTO PIU’ IN QUANTO PRIVO DI REALI OPPOSIZIONI, SOSTENUTO SENZA RESIDUI DALL’INTERO SISTEMA MEDIATICO, CHE SPADRONEGGIA NEL PARTITO E NELLE ISTITUZIONI SENZA CONTROLLI, NE’ ALTERNATIVE.
NEPPURE NEL PARLAMENTO SABAUDO IL GOVERNO DISPONEVA CON TANTO AUTOMATISMO DEL VOTO CHE NE LEGITTIMAVA GLI ATTI.
SIAMO OLTRE L’UOMO SOLO AL COMANDO.
E IL RISVEGLIO DA QUESTO SONNO ACIDO SARA’ TERRIBILE.

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La notte scorsa Matteo Renzi ha consueguito un’importante vittoria sul Parlamento, il cui peccato originale era di essere stato eletto prima che il rottamatore scalasse pd e governo. Nel merito, nel metodo e soprattutto nel racconto mediatico. Purtroppo i giornali in edicola non l’hanno vista tutta, la notte,  perchè hanno dovuto “chiudere” prima che la riunione del Senato finissse, quasi alle 8 del mattino. Così la Stampa, “Bagarre in aula”, Repubblica, “Caos nel governo”, il Corrieren“Manovra, caos delle mance”. All’alba ci ha pensato Renzi a corregere e a lanciare il suo grido della vittoria: “Grazie a senatrici e senatori che su stabilità e legge elettorale hanno dato stanotte lezione di politica a ostruzionisti”. “Abbiamo stoppato l’assalto alla diligenza e messo in cantiere la legge elettorale: indietro non si torna”.

Come sono andate le cose? Erano stati presentati molti emendamenti: troppi i mille sottoscritti da senatori del Pd, uno sproposito i quasi cento con cui il governo emendava se stesso. Giovedì la Commissione Bilancio, pressata dalla presidenza del Senato, è stata costretta a gettare la spugna (pare, a un paio d’ore dalla conclusione del suo lavoro). La legge è stata portata in aula senza un parere, tutti gli emendamento di conseguenza cancellati. A questo punto si attendevano il maxi emendamento del Governo e la fiducia. Invece il testo non è arrivato nè giovedì nè venerdì se non di notte. L’aula si convocava e subito si sospendeva, le opposizioni protestavano, il vice ministro Morando scivolava sugli specchi. Perchè? Spiegano i bene informati, che prima si sia dovuto attendere il ritorno del Renzi da Bruxelles e che poi, venerdì mattina, lo stesso Premier, sostituendo ministri e tecnici, si sia messo di persona a correggere, a emendare, a riscrivere. Fin quando il suo eccesso di sicurezza o l’incompetenza (forse la malavoglia) degli uffici non hanno licenziato per l’aula un testo pieno di errori e di incongruenze. Era già notte. Facce scure ma alle 5 del mattino arriva il sì dei 162 senatori di maggioranza. Un’ora dopo il voto sul bilancio e in coda,ciliegia sul gateau, anche la Finocchiaro e la Commissione Affari Costituzionali  rinunciano all’esame della legge elettorale e presentano un testo aperto in aula. Sono passate le 7 del mattino: l’Italicum prima delle dimissioni di Napolitano, aveva detto il premier.

A me pare una vittoria piena, Credo che Renzi sia già Sindaco d’Italia, alla guida una giunta e non di un governo, in contrapposizione con un Parlamento che perde tempo se non gli obbedisce, padrone di tre diverse maggioranze; la prima nel partito (con le primarie), la seconda con NCD per paura del voto, la terza con Forza Italia di Berlusconi e Romani (di notte sono usciti dall’aula “per protesta” ma sono rientrati alle 5, per sostenere il numero legale e l’Italicum.

E ora? Nei prossimi mesi assisteremo ad altre scaramucce. Sul Presidente della Repubblica, Renzi vorrebbe un semplice “notaio” ma è posssibile che una variegata maggioranza trasversale sia tentata di usare il voto segreto per imporgli una personalità più forte, con cui fare i conti. Sull’Italicum, i Gotor e i Migliavacca (già amici di Bersani) promettano battaglia perinde ac cadaver ma si beccheranno l’accusa di complotto e sabotaggio. Infine, alcuni opinion leaders, spaventati dalla solitudine del premier e dal suo potere vincolis solutus, potrebbero prendere a evocare un intervento diretto (e salvifico) dell’Europa.

Però qualcosa è successo: proprio mentre si consumava il flop del semestre italiano, la crisi mordeva  più forte e la corruzione dilagava, Renzi ha sbaragliato la concorrenza. È un fatto. Il premier non ha più alibi, chi lo critica ancora meno.

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