Fonte: facebook
oredana De Petris (Misto-SEL).
Signor Presidente, colleghi senatori, non è un caso che la prima lettura della riforma costituzionale si concluda proprio mentre sull’Italia si addensa una nuova fase di recessione: i peggiori dati degli ultimi quattordici anni. La riforma, in particolare quella del Senato, è stata smerciata per mesi come necessario passo preliminare; il prefisso, come dice il Presidente del Consiglio, per la ripresa economica e per ottenere la famosa flessibilità in Europa.
I fatti, purtroppo, anzi le cifre, confermano che si tratta solo di propaganda demagogica. Il superamento del bicameralismo perfetto, declinato qui come costruzione di un Senato non più elettivo, inutile e pasticciato, non produce alcun effetto positivo sull’economia e non ne produrrà certamente in Europa per allentare le maglie del rigore e dell’austerity. Al contrario, l’aver sprecato mesi a rincorrere le riforme istituzionali a passo di carica, invece di mettere mano subito alle vere emergenze del Paese, che sono la crisi, la disoccupazione, la lesione ormai permanente dei diritti dei lavoratori, la loro umiliazione, la mancanza di futuro per un’intera generazione, ha prodotto effetti negativi. Il solo vantaggio per il Governo e per il Presidente del Consiglio è stato un effetto diversivo, una cortina fumogena, lo stornare l’attenzione dal punto davvero dolente, per concentrarla su un’emergenza finta, ma facile da sfruttare demagogicamente.
Se la riforma non ha comportato e non comporterà alcun vantaggio in termini di ripresa economica, produrrà, in compenso, un secco danno per l’aspetto democratico del nostro Paese.
Se consideriamo questa riforma e quella elettorale come un complesso unico e integrato, l’obiettivo, come evidenziato da molti costituzionalisti (da ultimo, in ordine di tempo, Gustavo Zagrebelsky su «la Repubblica») appare evidente: rovesciare l’equilibrio tra poteri definito dalla Costituzione del ’48 per assegnare al potere legislativo, al Parlamento, una funzione ancillare rispetto al potere esecutivo, al Governo.
Il compito del Parlamento, come scrive Zagrebelsky, sarà solo quello di essere «l’esecutore fedele delle decisioni del Governo», avviando nei fatti la modifica della forma di governo. Le prove generali le abbiamo viste negli ultimi anni, con il Parlamento ridotto solo a convertire i decreti del Governo, e lo abbiamo visto negli ultimi giorni in quest’Aula.
Un partito di minoranza, grazie all’Italicum, figlio del patto con Berlusconi, avrà in mano tutte le redini e potrà farlo senza tener conto di quei pesi e contrappesi che costituiscono l’anima delle moderne democrazie sia parlamentari che presidenziali. Noi diciamo un solo partito, ma nella realtà dell’Italia di oggi sarebbe più corretto dire un solo leader: il segretario del partito di minoranza più forte. Nella migliore delle ipotesi, questo leader sarà scelto dalle primarie, cioè da elezioni che non sono previste né regolate per legge.
Voi state oggi creando una situazione assurda, un mostro costituzionale che affiderà tutti i poteri a un leader eletto secondo regole non previste, né fissate, tantomeno codificate dalla legge.
C’è una seconda ratio in questa riforma, coerente e omogenea alla prima. Si tratta della sottrazione drastica ai cittadini dei loro residui poteri. Perché occorresse rendere il Senato non elettivo per porre fine al bicameralismo perfetto resta un mistero mai spiegato in tutti questi mesi da chi lo ha deciso. Sommata ad una legge elettorale che prevede un premio di maggioranza abnorme, soglie di sbarramento altissime (alla turca) e preferenze inesistenti (quindi impossibilità per i cittadini di scegliere i propri eletti) questa riforma conduce, inevitabilmente, a creare un Parlamento di nominati, nel quale la parola del corpo elettorale conterà poco e niente, e questo rappresenta una vera e propria cesura con il senso della democrazia rappresentativa.
Tutto, nel testo che state per approvare, va in questa direzione. Non è un caso che, invece di implementare tutti gli strumenti della democrazia diretta, voi avete preso un’altra strada, riducendo ulteriormente il potere dei cittadini; ad esempio, la possibilità del ricorso alle leggi di iniziativa popolare, alzando comunque il numero delle firme, anche se si è creato un doppio binario per i referendum.
Non è neppure un caso che la declamata urgenza di porre fine al bicameralismo perfetto si sia arrestata, guarda caso, sulla soglia dell’immunità. Su questo punto, e solo su questo, avete deciso di confermare in pieno il bicameralismo perfetto, concedendo l’immunità non solo a chi è eletto dai cittadini, ma ai nominati dal partito, dai capigruppo dei Consigli regionali o dai segretari di partito. Dico «avete deciso», perché così è andata.
Questa non è, come dovrebbe essere, una riforma decisa dal Parlamento: è la riforma imposta dalla maggioranza alla minoranza, e dal Governo alla maggioranza stessa, ricorrendo a ogni mezzo. La Costituzione del ’48 è stata la pietra angolare della Repubblica perché era condivisa; è stata la sintesi di idee diverse, di visioni del mondo diverse, ma, alla fine, è stata il frutto di una condivisione. Questa invece è la riforma di una metà del Parlamento, che non ha voluto discuterla, concordarla, o anche solo limarla ascoltando l’altra metà del Parlamento.
Le Costituzioni fissano regole destinate a valere non per qualche anno, ma per decenni. La validità e l’efficacia, il tasso di democraticità di quelle regole, si misurano non sulle maggioranze, inevitabilmente portate a considerare i vantaggi immediati, ma sulle minoranze, che devono sentirsi garantite e partecipi del patto che dovrebbe reggere la Repubblica per i prossimi decenni.
In questo caso si è prodotta una situazione opposta: le minoranze sono rimaste metodicamente inascoltate, anche quando avanzavano proposte del tutto ragionevoli, che nulla avevano a che spartire con un tentativo di sabotaggio, ma miravano esclusivamente a rendere migliore, democratica e insieme più efficace, la riforma. Ha prevalso la tentazione di affrontare un passaggio così delicato e importante con la forza muscolare, lo sguardo volto solo al ritorno d’immagine in termini di propaganda, senza rispetto delle regole, accusando chiunque osasse porre dubbi o proposte alternative di essere nemico del cambiamento.
A fronte di questa sordità assoluta del Governo e della maggioranza, noi di Sinistra Ecologia e Libertà e i tutti senatori del Gruppo Misto, che ringrazio per il grande lavoro di questi giorni (Applausi dai Gruppi Misto-SEL e Misto-ILC), abbiamo scelto di contrastare la riforma con i soli mezzi di cui disponevamo. I nostri 6.000 emendamenti altro non sono stati che l’unica possibile difesa di fronte al vero ostruzionismo, quello del Governo e della maggioranza. (Applausi dal Gruppo Misto-SEL). Abbiamo fatto bene. L’aver impedito che la Carta costituzionale venisse riscritta alla chetichella, tra fine luglio e agosto, senza che la grande maggioranza del Paese sapesse davvero di cosa si trattava, è comunque per noi un risultato importante, un successo, perché i cittadini ora sanno di cosa si sta parlando.
L’aver fatto sì che si svolga comunque il referendum confermativo non è una graziosa concessione, ma un risultato importante che si deve tutto all’impegno e alla battaglia trasversale che c’è stata in quest’Aula. (Applausi dai Gruppi Misto-SEL, M5S, LN-Aut e Misto-ILC). Da domani questa battaglia si sposterà dal Senato alla Camera e soprattutto nel Paese, in vista di un referendum che il Governo sperava di trasformare in plebiscito. Ma non è andata come il Governo sperava in quest’Aula e non è detto che vada come il Governo spera nel Paese e nelle urne del referendum (Applausi dai Gruppi Misto-SEL, M5S, LN-Aut e Misto-ILC). Oggi è solo l’inizio della nostra battaglia e proprio oggi comincia la sfida della costruzione dei comitati per il no a questa riforma e insieme quella per salvare questo Paese, a cui noi vogliamo bene, dal declino economico, sociale e democratico.
Voi vi illudete di aver vinto, ma sapete che alla fine la saggezza dei cittadini rimanderà al mittente questa vostra riforma, che rappresenta un vero e proprio dissesto dell’architettura costituzionale nata dal sacrificio dei nostri padri, dei nostri nonni e delle nostre madri. Per farlo avete dissestato il Regolamento, piegandolo ai voleri del Governo e della maggioranza. (Applausi dai Gruppi Misto-SEL, M5S, LN-Aut e Misto-ILC)
Per questo i senatori di SEL e tutti i senatori del Gruppo Misto non possono legittimarvi neanche con il voto contrario e quindi non parteciperanno al voto finale. (Applausi dai Gruppi Misto-SEL, M5S, LN-Aut e Misto-ILC. Congratulazioni).