La Moneta Fiscale nel programma economico della Lista del Popolo

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Stefano Sylos Labini,

Conferenza Stampa della Lista del Popolo all’Hotel Colonna a Roma il 13 febbraio con Antonio Ingroia, Giulietto Chiesa, Stefano Sylos Labini, Alberto Micalizzi, Sandro Diotallevi, Glauco Benigni.

L’intervento di Stefano Sylos Labini

Il programma economico della LdP ha l’obiettivo di restituire capacità di intervento allo Stato attraverso l’emissione della Moneta Fiscale, e cioè di una moneta parallela all’euro a circolazione interna, e la trasformazione della CDP in una vera e propria banca pubblica.

Premetto che tali proposte nascono all’interno dell’euro e sono concepite per dare un forte stimolo all’economia del nostro Paese in tempi rapidi. Il fattore tempo è decisivo se consideriamo che gli imponenti fenomeni migratori in una situazione di elevata disoccupazione (il tasso ufficiale è dell’11% ma se includiamo i lavoratori scoraggiati e quelli sottoccupati arriviamo ben al di sopra del 20%) stanno creando una situazione esplosiva che ci potrebbe scappare di mano. La modifica dei trattati richiede tempi molto più lunghi, mentre l’uscita dall’euro è un obiettivo per il quale il popolo italiano oggi non è affatto pronto.

La Moneta Fiscale consiste di titoli agganciati alle tasse (sconti fiscali a scadenza di due anni, CCF) che hanno un valore stabile e garantito dallo Stato. Si tratta di titoli che non appena emessi possono funzionare come mezzo di pagamento complementare all’euro, non generano un aumento del debito all’emissione perché non vengono venduti sul mercato e quindi rispettano i regolamenti europei. Con questi titoli sarà possibile fare acquisti di beni e servizi, negoziarli sui mercati in cambio di euro e ottenere gli sconti fiscali alla scadenza dei due anni.

L’euro rimane l’unica moneta a corso legale in quanto la Moneta Fiscale viene accettata su base volontaria da imprese e lavoratori. In sostanza si tratta di estendere sul piano nazionale le esperienze di monete complementari regionali come il Sardex che stanno avendo una notevole diffusione nei circuiti commerciali predisposti per favorirne la circolazione.

La Moneta Fiscale ha l’obiettivo di integrare il reddito delle fasce sociali in difficoltà che hanno le maggiori potenzialità di aumentare i consumi e di finanziare una forte espansione degli investimenti pubblici. In più con i titoli fiscali è possibile ridurre il cuneo fiscale per rendere le nostre imprese più competitive. La manovra punta a immettere circa 30 miliardi di euro per tre anni arrivando ad un totale di 100 che rappresenta all’incirca l’output gap tra il valore del Pil attuale e quello del 2007. L’operazione è in grado di autofinanziarsi come è stato dimostrato da Mediobanca in un rapporto pubblicato nel novembre 2015.

Il secondo pilastro della manovra prevede la trasformazione della Cassa Depositi e Prestiti in una vera e propria banca pubblica in grado di finanziarsi presso la Banca Centrale Europea a tassi prossimi allo zero. In questo modo la CDP potrà svolgere quella funzione di market leader nel settore del credito alle piccole e medie imprese che rappresentano la spina dorsale dell’economia del nostro Paese. In più la CDP potrà gestire l’emissione della Moneta Fiscale con cui finanziare l’espansione degli investimenti pubblici: i fornitori dello Stato che accetteranno, saranno pagati in parte con i titoli fiscali.

A regime, prevediamo di immettere nel sistema liquidità aggiuntiva per circa 150/180 miliardi di euro. Questa è la differenza con i programmi economici dei grandi partiti che stanno facendo delle promesse assolutamente irrealizzabili nell’attuale contesto europeo.

Ma il programma economico della Lista del Popolo ha anche altri punti fondamentali, come ci illustrerà adesso Alberto Micalizzi.

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