Trasfigurazione

per Gabriella
Autore originale del testo: Andrea Colli
Fonte: facebook

di Andrea Colli – 3 settembre 2014

A un certo punto, scrive Stefano Feltri, sembra rendersene conto persino lui: “Vi sembrano le stesse proposte di cui si parla da anni? Ma noi le stiamo facendo e ci impegniamo fino al 2017”. Matteo Renzi parla, tanto, tantissimo, anche se deve soltanto presentare un sito web pieno di annunci. Sarà il caldo, sarà che questa volta non c’è il gelato polemico contro la copertina dell’Economist , ma all’improvviso Matteo Renzi pare trasfigurarsi in Enrico Letta, deliri mistici da fine estate. I cronisti della sala stampa di palazzo Chigi sono abituati all’incubo nietzchiano dell’eterno ritorno: la storia si ripete, figurarsi la cronaca. Eppure colpisce vedere la rapidità con la quale anche il rottamatore fiorentino scolorisce assumendo in quel grigiore romano di cui Enrico Letta è stato il massimo interprete. MENTRE RENZI PARLA, par di vedere svanire i capelli, sembra diventare più secco, quasi gli si intravede un accenno di occhialetti lettiani. Perché troppo simile è lo stile e il contenuto. Dunque: Renzi convoca i giornalisti, tre giorni dopo aver presentato il pacchetto di decreti Sblocca Italia (decreti che ovviamente non esistono in forma cartacea, solo accordi verbali tra ministri), per annunciare la trionfale nascita del sito passo – dopopasso. italia. it . Per raccontare come “cambiamo l’Italia”, per dare sostanza ai congiuntivi esortativi con cui il premier sottolinea la sua voglia di cambiamento (“Basta rendite di posizione, si cambi”). Pessimo segnale per un leader quando deve darsi da fare per spiegare i suoi successi, è il segno che i giornali non se ne accorgono da soli. Le infografiche meticolose del passodopopasso non hanno più l’esuberanza irriverente delle prime dell’era renziana, quelle degli 80 euro, addobbate con incongrui dettagli (un pesciolino rosso) per far sorridere giornalisti in deliquio. No, ora le tavole sono sobrie, un po’ sulla difensiva, con una somiglianza quasi inquietante con quelle di “Impegno Italia – 12 febbraio”: doveva essere il programma per il rilancio del governo Letta, è diventato il suo testamento. Le priorità di allora sono le stesse di oggi: Europa, crescita, disoccupazione, imprese, lotta alla burocrazia.

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