Un Festival della Resitenza low cost

per Gabriella
Autore originale del testo: Marco Revelli
Fonte: Il Manifesto
Url fonte: http://ilmanifesto.info/una-zona-autonoma-low-cost/

di Marco Revelli   18 luglio 2015

Niente fondi istituzionali per il «Festival della Resitenza» di Fosdinovo. Sottoscrizione su «Produzioni dal basso» per un appuntamento partigiano

Sulle col­line vicino a Fosdi­novo, tra boschi e val­late, c’è un bel­lis­simo Museo della Resi­stenza. Sta in una strut­tura che venne costruita subito dopo la seconda guerra mon­diale dai par­ti­giani gari­bal­dini come colo­nia estiva per i bam­bini di Sar­zana. Negli anni Set­tanta venne abban­do­nata, fin­ché negli anni Novanta fu ideato il museo, con­ce­pito da Stu­dio Azzurro come una sorta di opera d’arte audio­vi­siva. Qui, ogni estate, si è svolto per dieci anni – e que­sto sarà l’undicesimo – «Fino al cuore della rivolta», il più impor­tante festi­val della Resi­stenza d’Italia. Musica, incon­tri, labo­ra­tori, spa­zio bam­bini: per una set­ti­mana lo spa­zio museale si riem­pie di sto­rie e di sguardi, per far sì che la Resi­stenza sia qual­cosa di vivo, e non una cele­bra­zione reto­rica e impallidita.

L’anticipazione è il 25 aprile, quando die­ci­mila per­sone affol­lano il borgo di Fosdi­novo per un pranzo sociale, per ascol­tare i con­certi, ma soprat­tutto per sen­tirsi insieme, per ritro­vare un legame sociale con­di­viso, una pic­cola zona tem­po­ra­nea­mente auto­noma festante e soli­dale. Poi, in estate, i cinque-sei giorni al museo. Quest’anno dovremo fare a meno del par­ti­giano che al festi­val era pre­senza fissa, Luigi Fiori, coman­dante fra’ Dia­volo, che ci aveva abi­tuato ai suoi irruenti e pas­sio­nali discorsi in difesa di una Costi­tu­zione vio­lata che quelli come lui ave­vano con­qui­stato. Una sto­ria esem­plare, la sua, di un figlio della bor­ghe­sia che in mon­ta­gna, dov’era andato per non farsi cat­tu­rare dai tede­schi, sco­prì un altro mondo, e lì pose le basi per un cam­bia­mento di sguardo sul mondo, che sarebbe andato a matu­ra­zione, anni più tardi, nella fab­brica dove era diri­gente, dove, a con­tatto con gli ope­rai – la stessa classe sociale con la quale aveva con­di­viso la lotta par­ti­giana -, sarebbe diven­tato comu­ni­sta. L’anno scorso se ne era andata Vanda Bian­chi, l’altro «testi­mo­nial» del festi­val, staf­fetta par­ti­giana che qual­che anno fa tutta Ita­lia conobbe, col suo pugno alzato e il suo faz­zo­letto rosso, nel salotto tele­vi­sivo di Fazio. Se ne stanno andando uno dopo l’altro, i ragazzi e le ragazze par­ti­giani, ma fin­ché si ten­gono vive espe­rienze come quelle di que­sto festi­val le loro voci si potranno ancora sen­tire (ver­rebbe da citare Ivan Della Mea, che era un altro habi­tué del festi­val, quando can­tava l’Internazionale di For­tini: «chi ha com­pa­gni non morirà»).

Quest’anno però l’organizzazione del festi­val è in seria dif­fi­coltà: sono venuti a man­care una serie di con­tri­buti isti­tu­zio­nali che hanno sem­pre per­messo di far­cela, e il danno più grave è venuto dall’abolizione delle pro­vince. E non è che ci vogliano chissà quanti soldi, que­sto è un festi­val low cost, in para­gone ad altri eventi: trenta, al mas­simo qua­ran­ta­mila euro. Per non rischiare che que­sto sia l’ultimo anno, Archivi della Resi­stenza (l’associazione che gesti­sce il museo e orga­nizza il festi­val) ha deciso di fare un cro­w­d­fun­ding (ma si potrebbe dire più facil­mente: una sot­to­scri­zione in rete) sulla piat­ta­forma «Pro­du­zioni dal basso»: si punta a rag­giun­gere 5mila euro entro il 31 luglio, e per ogni cifra donata un regalo, da una bot­ti­glia di vino a un’escursione gui­data. C’è dav­vero biso­gno dell’appoggio di tutti per resi­stere, anche per­ché non si vuole asso­lu­ta­mente rinun­ciare a uno dei capi­saldi del festi­val, ovvero l’entrata libera a qual­siasi evento. Di volon­tari che spen­dono i giorni delle loro vacanze nelle cucine e nel ser­vi­zio ce ne sono decine, ma non basta: ci vogliono finan­zia­menti, per quanto gli arti­sti che arri­vano accet­tano sem­pre cachet più bassi del solito.

Quest’anno ci saranno alcuni amici sto­rici del festi­val: Mau­ri­zio Mag­giani, Dario Ver­gas­sola, Asca­nio Cele­stini, Bobo Ron­delli, Cisco, e altri ancora (il pro­gramma viene reso noto solo negli ultimi giorni, per­ché, date le con­di­zioni di emer­genza, que­sto festi­val – dicono gli orga­niz­za­tori — oltre che low cost è anche last minute). Nel set­tan­te­simo anni­ver­sa­rio della Libe­ra­zione, fac­cia­moci un regalo.

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