Una foto non fa primavera – Laddove non riesce la destra, ci facciamo male da soli

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti

Laddove non riesce la destra, ci facciamo male da soli.

La crisi della sinistra è anche la pervicacia con cui ci si accanisce sulle foto. Siamo succubi delle immagini, mentre una volta eravamo maestri di studio, approfondimento, dibattito, discussione e dunque di conflitti produttivi e, insieme, di mediazione politica, culturale, istituzionale. Viviamo sull’onda delle illustrazioni, degli scatti immediati, delle boutade, del gesto e della forma depurata da ogni contenuto o contesto. Così come della personalizzazione della politica o della idolatria del nuovo. Un po’ ci costringono a questo i media, i social, le loro logiche, e ogni strumento tecnico che implichi adesioni immediate e altrettanto immediati discostamenti. Un po’ siamo noi, soggiogati dalla cultura che pure diciamo di criticare. Di questa infatuazione immaginativa, che ci preclude i simboli, i linguaggi, la mediazione e che ci rende indifesi e privi di autonomia, sono vittime sia gli intellettuali sia i politici duri e puri, senza distinzioni. Vedete, io sono un uomo che coltiva la speranza, eppure vi confesso che, tra me e me, spesso mi dico che non ce la possiamo fare. Che forse siamo oltre il punto di non ritorno culturale. Che davvero ormai la pasta è la stessa.

6000 Sardine

Una foto non fa primavera.
Ieri siamo andati a visitare Fabrica. Si tratta di un centro di formazione per giovani comunicatori creato da Oliviero Toscani e Luciano Benetton, che ospita ragazzi e ragazze da tutto il mondo mettendo a disposizione borse di studio e lavoro. Un centro di innovazione culturale fondato nel 1994 che ha sede in quella che è la prima opera dell’architetto Tadao Ando in Europa. Un luogo suggestivo dove i concetti di comunicazione, creatività e innovazione si intrecciano con temi delicati quali immigrazione, HIV e violenza di genere. Uno spazio creato appositamente per stimolare il pensiero alternativo e il rinnovamento culturale in un paese come l’Italia, spesso attaccato per la sua staticità. La visita è stata organizzata su invito di Oliviero Toscani per avviare un confronto con i ragazzi e ragionare su come innovazione e comunicazione politica possano dialogare e aiutarsi a vicenda. I protagonisti dell’incontro sono stati i ragazzi: è stata l’occasione per scoprire che vi sono alcuni temi politici che preoccupano molti giovani dall’India agli Stati Uniti, dalla Gran Bretagna al Brasile, dall’Italia alla Francia. Alla fine dell’incontro è passato Luciano Benetton per salutare e ascoltare parte del dibattito. Quando i ragazzi ci hanno chiesto di fare una foto di gruppo ci è sembrata una richiesta legittima. Non abbiamo pensato che quella foto sarebbe stata strumentalizzata per associare le sardine ai poteri forti, alle concessioni autostradali, alle tematiche sociali e ambientali legate alla produzione industriale di abbigliamento nel mondo. Deluderemo chi ci ritiene in grado di riaprire la trattativa tra governo e Autostrade per l’Italia in sole quattro ore. Deluderemo chi pensa che incontrare dei ventenni interessati al legame tra creatività e tematiche politiche sia un endorsement a un modello di sviluppo che in tante occasioni ha dimostrato di essere non sostenibile. Ci dispiace per tutte le sardine che in queste ore hanno dovuto rispondere ad attacchi che nulla hanno a che vedere con lo spirito di questo incontro.

Mattia, Andrea, Giulia, Roberto

#6000sardine

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