Fonte: La Stampa
Federico Geremicca per “la Stampa”
«Sì, lo avete visto, no? Mi sono commosso. E allora? Dov’ è la sorpresa?». Massimo Cacciari davvero non capisce la curiosità. E invece molti, l’altra sera, sono rimasti colpiti dall’emozione – diciamo pure la commozione – che lo ha scosso mentre ascoltava negli studi di CartaBianca le testimonianze di donne e uomini sul punto di perdere il lavoro. Magari per un luogo comune: gli intellettuali, le “teste lucide”, non piangono e non si commuovono… Stupidaggini. Però, insomma, ci sta chiederle cos’ è successo.
ROBERTO GUALTIERI GIUSEPPE CONTE
«Non è che un intellettuale, una testa lucida, come dice lei, quando vede che i problemi non vengono affrontati e osserva i volti di persone che si stanno ammalando di disperazione, se ne frega. Perché, veda, sembra che in questo Paese ormai si muoia solo di Covid, mentre è evidente – o dovrebbe esserlo da tempo – che non è così. Non ci vorrà molto: lo vedremo meglio tra un po’, quando finiranno cassa integrazione e blocco dei licenziamenti».
“Si è messo a piangere?!”. Cartabianca, la Berlinguer di sasso davanti al suo ospite in lacrime
Si è commosso Massimo Cacciari in diretta a CartaBianca. Lacrime sincere e cariche di dolore, come ha spiegato lo stesso filosofo. Perché di fronte alla disperazione di donne e uomini sul punto di perdere il lavoro non si può rimanere impassibili. “Sì, lo avete visto, no? Mi sono commosso. E allora? Dov’ è la sorpresa?”, ha spiegato Cacciari parlando a La Stampa. È lo stesso filosofo a raccontare cosa gli ha provocato quella inaspettata reazione: l’emergenza coronavirus che si abbatte con la forza di uno tsunami sull’economia e sul lavoro.
Come sappiamo tutti il momento è complicato e potrebbe ulteriormente aggravarsi. Per questo Cacciari indica quale potrebbe essere la strada per uscire dal momento buio: una patrimoniale. Perché i sacrifici devono essere divisi fra tutti. Cacciari teme che ben presto la situazione sociale si aggraverà. Il timore basato su elementi concreti. “Sembra che in questo Paese ormai si muoia solo di Covid, mentre è evidente, o dovrebbe esserlo da tempo, che non è così. Non ci vorrà molto: lo vedremo meglio tra un po’, quando finiranno cassa integrazione e blocco dei licenziamenti”. (Continua a leggere dopo la foto)
Cacciari non ha problemi a mostrare le sue emozioni e dice: “Io ho fatto politica, ho fatto il sindaco, ho affrontato crisi aziendali, sono salito sul tetto del Comune di Venezia per convincere operai in lacrime a non buttarsi giù… Certe disperazioni le ho guardate in faccia. Ed è per questo che ora temo oltremodo un nuovo lockdown: metterebbe centinaia di migliaia di persone in ginocchio, e senza possibilità di recupero. Molti sono già alla canna del gas”. (Continua a leggere dopo la foto)
Il filosofo allora sottolinea che è sì doveroso seguire le indicazioni degli scienziati ma allo stesso tempo questi ultimi devono tener conto della realtà quando indicano le norme da seguire. La fine del blocco dei licenziamenti potrebbe produrre disastri che si aggiungerebbero ad altre questioni non ancora risolte. (Continua a leggere dopo la foto)
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