È tutto in quella immagine: la presidento del consiglio dei ministri di uno dei paesi del G7, rintanata in un angolo, poggiata a una balaustra nel sublime e coraggioso atto di non farsi cagare di striscio. Un atteggiamento in mezzo fra quello di una majorette entrata negli spogliatoi della squadra e una cameriera (con tutto il rispetto per una categoria che mi è particolarmente cara), invitata alla festa del padrone.
Un’immagine triste che però ha la potenza della verità. E che rivaluta le capacità acquisite dalla presidento nel suo corso di studi: la capacità di essere servile con un cliente o il padrone dell’hotel. Ma che dà la cifra di quanto conti, nel mondo, il nostro governo e, quindi, il nostro Paese. Un paese ridotto a gioire e accontentarsi di un paio di indici (intesi come dita) del suo padrone, sulla testa di chi lo rappresenta, come a dire: “è lei la tipa”, per poi essere abbandonati in disparte, con il sorriso di chi ha toccato il sole, appoggiati tristemente a una balaustra.
Gli iraniani liberano la Sala. Non sappiamo quanto abbia inciso il viaggio da Trump della presidento. Sappiamo però, per certo, che qualcosa, più prima che poi, pagheremo. Il sovranismo all’amatriciana di questi che ci governano, oltre a cedere (regalando) ogni giorno pezzi di sovranità, sta presentando il conto. Un conto sempre più salato.
PRODI,FELICE PER SALA.SICURAMENTE C’È STATO UN PERMESSO DI TRUMP
(ANSA) – ROMA, 08 GEN – “Esprimo la mia felicità vera per il ritorno di Sala, la stessa che ho provato quando liberammo il giornalista di Repubblica Daniele Mastrogiacomo in condizioni analoghe”. Lo ha detto Romano Prodi a Otto e mezzo su La7.
“Queste contrattazioni sono sempre molto complesse – ha aggiunto -. Certamente c’è stato da Trump una specie di permesso o di tacito consenso. A differenza della mia esperienza, noi gioimmo tutti insieme, col ministro degli Esteri, il governo e anche i servizi. C’era anche la dottoressa Belloni, che aveva organizzato la liberazione; oggi è sembrato un evento molto solitario, solo della Meloni”.
“Su Belloni, posso dire che è proprio brava, una servitrice dello Stato leale nei confronti del Paese e con capacità personali. Non ho la minima idea se verrà eventualmente coinvolta nelle istituzioni europee. Lei ha detto di no, ma queste cose devono maturare nel tempo. Ha le energie e le capacità, vedremo”, ha concluso.
Giancarlo Selmi
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PRODI, UE TACE SU TRUMP, IL SOVRANISMO SI FERMA ALL’OBBEDIENZA
(ANSA) – ROMA, 08 GEN – “Trump non vuole l’Europa coesa. Tratta Paese per Paese ed esercita su ciascuno una pressione particolare. Il problema è che Meloni non può essere portavoce o simbolo dell’Europa unita, Trump non lo permetterà mai. Trump e Musk ne dicono di tutti i colori e attaccano dall’interno i Paesi intervenendo; è il solito quadro: Trump imprevedibile.
Prevedo un grande cambiamento. E’ finita la globalizzazione economica e Trump tenta quella politica: l’intervento negli affari interni di tutti i Paesi. La cosa strana è che mentre oggi c’è stata una reazione dell’Onu sulle sue dichiarazioni, non ne ho viste da parte dell’Unione europea.
DONALD TRUMP – GIORGIA MELONI – MARCO RUBIO
Il problema è che un’UE divisa come oggi non riesce a formare una volontà politica comune; la presidente della Commissione deve mediare e non vuole rompere l’equilibrio. Non dice niente delle interferenze di Trump in Germania, in Gran Bretagna, in Italia. Il sovranismo si ferma all’obbedienza”. Lo ha detto Romano Prodi a Otto e mezzo su La7.
PRODI, NON FIRMEREI ACCORDO CON STARLINK, NON CI SONO GARANZIE
(ANSA) – ROMA, 08 GEN – “Su Starlink, l’accordo col governo gli darebbe in mano tutti i dati che riguardano il nostro Paese. E’ il momento che il governo decida se dare in mano ad altri la propria vita. Il vantaggio di Musk è che ha a disposizione una tecnologia pronta e potente.
DONALD TRUMP E GIORGIA MELONI A MAR-A-LAGO
Non so se il governo firmerà, ma queste cose vanno fatte con una prudenza enorme e garanzie che non credo il nostro esecutivo sia in grado di ottenere. Così come sembrano essere le cose, io non firmerei. E l’idea che il rappresentante di uno Stato come è Musk si impadronisca di una realtà fondamentale di un altro Paese è un rischio enorme per la democrazia”. Così Romano Prodi a Otto e mezzo su La7.