Pontefice nel solco della Rerum Novarum

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Anna Foa
Fonte: La Stampa

Pontefice nel solco della Rerum Novarum

L’elezione al pontificato del cardinale americano Robert Francis Prevost è una scelta di compromesso. Fino alla vigilia del conclave la scelta sembrava grosso modo essere quella fra conservatori volti soprattutto a chiudere con alcune delle linee del pontificato di papa Francesco, sia in termini di concezione della società che in quelli di aperture nei confronti dei gay e della presenza femminile nella Chiesa, e progressisti come Zuppi volti in particolare a prestare attenzione a quella terza guerra mondiale a pezzi di cui papa Francesco parlava già dieci anni fa. Certo, non mancavano le scelte extraeuropee, in particolare fra i cardinali filippini, molto quotati fra i papabili, scelte che sottolineavano soprattutto, fra le linee guida di un loro possibile pontificato, quelle della lotta alla povertà, in linea con papa Francesco.

Il nuovo papa è nato a Chicago, ma ha svolto intensa attività missionaria in America Latina e in particolare in Perù. Anche per questo rappresenta una scelta di compromesso che allontana forse definitivamente il papato dalla sfera europea e dall’Italia. Sappiamo di Leone XIV che non è annoverato tra i prelati favorevoli a Trump, ma questo non significa necessariamente che la politica statunitense possa diventare un campo d’azione del nuovo papa. Sappiamo che è meno aperto di Francesco sul terreno del gender e dei gay, ma lontano dagli anatemi del cardinal Muller. Il nome da lui prescelto ci ricorda Leone XIII, il papa dell’apertura sociale della Chiesa con la Rerum Novarum, ma anche di una costante battaglia contro la modernità. La gestualità della sua prima apparizione ai fedeli mi ha ricordato quella di Pio XII, il primo papa a usare le riprese cinematografiche. La sua invocazione ripetuta alla pace riportava tanto alle guerre devastanti che infuriano quanto alla pace interiore del cristiano. La Chiesa è ancora un potere spirituale e etico fondamentale. Le strade che si aprono al nuovo pontefice sono oggi impervie, ma speriamo che guardi anche al mondo e non solo all’interiorità dei cristiani.

 

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