Perché preoccuparsi se il riscaldamento globale del pianeta entro fine secolo porterà il livello di mari ed
oceani 1 metro più in alto rispetto alle terre emerse ? La domanda ironica é rivolta a chi cerca di
minimizzare, ignora o vuole ignorare che le cause sono gli scioglimenti progressivi (già in atto) di ghiacci
polari e ghiacciai montani.. Ma le cause degli scioglimenti ? Molti dinanzi a questa meno ironica
domanda ironica fanno “spallucce”, come per dire: non esisterò più o tutti dobbiamo morire.
Perché preoccuparsi di un clima impazzito, che già in questi anni “ci regala” inverni miti, pur se seguiti da
drastici nubifragi, con piogge primaverili torrenziali, “tempeste perfette” sempre più impetuose e diffuse
ed estati sempre più torride ? Perché preoccuparsi di disastrosi uragani d’ogni tipo con straripamenti
fluviali e torrenziali e conseguenti alluvioni un po’ ovunque nel mondo ?
Molti pensano che i resoconti giornalistici e le riprese video possono essere falsi o esagerati, giacché in
cerca di “audience” o di denigrazione politica. Sciagurate dichiarazioni e stupidi atteggiamenti di
personaggi come Donald Trump (e suoi emuli) conducono a un allarmante distacco nei confronti dei dati
scientifici. Perché per le malattie e le epidemie invece no ?
La risposta é che il contraddittorio (e quindi l’irrazionale) distacco rispetto alla ricerca scienetifica é, in
verità, un tentativo sbagliato di difendersi da ciò che non si conosce o non si vuole conoscere. Esso
alimenta la più irrazionale paura e si accompagna con l’«abominio dei flussi migratori», benché da quando
esiste la specie Homo siano sempre esistiti. Poi guerre, carestie, epidemie e calamità naturali hanno
costantemente caratterizzato piccole e grandi civiltà post invasioni indoeuropee: quelle che hanno imposto
la loro Storia patriarcale e le loro inibenti religioni a quasi tutto il mondo.
Tuttavia, gli osannati quanto vituperati dati scientifici oggi aggiungono un aspetto del tutto imprevisto,
che finalmente allarma i seguaci e decantatori dei Trump: lo sfavorevole andamento demografico della
“razza bianca”. Un lento ma inesorabile decremento, che penalizzata la componente più invasiva e
distruttiva del pianeta: causa principale della 6^ estinzione planetaria già in atto.
I dati demografici relativi alle popolazioni di origine, lingue e cultura indoeuropea dicono che sia i
cosiddetti yankee americani (*) sia i loro seguaci europei e asiatici sono allo stesso tempo gli artefici delle
devastazioni ambientali, nonché le prime vittime della denatalità. Non ci sono muri che possono impedire
la naturale commistione etnica e la temuta «denatalizzazione nazionale». Anche questo ci parla delle
assurde decantazioni nazionalistiche. Infatti, questa volta le guerre, le carestie, le calamità e le
contaminazioni culturali hanno tutte un’impronta capitalistica e nazionalistica, esse stanno favorendo
anche le sempre più devastanti epidemie dove la popolazione mondiale é più esplosiva.
Per stare in Italia, la recente analisi dell’Istat parla di un Paese dove nascono sempre meno bambini (435
mila nel 2019, mai così pochi); il «ricambio naturale» (il saldo negativo di 212mila unità tra nascite e
decessi) è il più basso degli ultimi 102 anni; cala la popolazione (-116 mila persone in un anno); aumenta
l’emigrazione all’estero di tremila persone per un totale di 120 mila nel solo 2019.
Tutto ciò è stato recepito con toni da fine del mondo. Anche il presidente della Repubblica Sergio
Mattarella ha dichiarato: «Chi è anziano come me ha ben presente l’abbassamento di scala della natalità
nelle generazioni. Due generazioni prima della mia i figli erano numerosi; poi si sono ridotti ancora. E
questo è un problema che riguarda l’esistenza del nostro Paese».
In verità, il processo di denatalizzazione è ricorrente nei Paesi a capitalismo avanzato, anche se è
esacerbato in Italia dalla drammatica assenza di una politica di sostegno dei salari, dei redditi da lavoro
più in generale, di servizi pubblici e sociali giusti e diffusi su tutto il territorio. Limitarsi alla sola
osservazione demografica, quindi, sarebbe fuorviante, giacché il problema é sistemico. Non è l’esistenza
del Paese ad essere a rischio, ma quella delle persone – donne e uomini in carne ed ossa (e a prescindere
dall’etnia originaria) – messi in condizione di non potere condurre un’esistenza dignitosa, stritolati da un
sistema dove si lavora sempre meno e si è pagati peggio, dove non è possibile garantire un’esistenza
degna a se stessi. Anche per questa ragione si rinuncia ai figli, oppure si concepiscono bambini sempre
più tardi. Secondo l’Istat fanno più figli le donne ultra-quarantenni di quanti ne facciano le giovani 20enni.
Il dato sarebbe ancora più evidente senza le nascite da parte delle donne immigrate. Circa un quinto di
bimbi nati nel 2019 ha madre di cittadinanza non italiana. Su 85 mila nascite, 63 mila sono state il frutto
di un’unione con un cittadino straniero, 22mila quelle con uno italiano. Dati da ricordare quando questo, o
il prossimo governo, rinvierà ancora, o negherà, il riconoscimento della cittadinanza a queste persone.
NOTE:
(*) USA: – La popolazione bianca non-ispanica, nel 2033, non sarà più la maggioranza della popolazione
americana. E’ quanto si apprende da una proiezione realizzata dall’Ufficio statistico americano.