Fonte: La Repubblica
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di Francesco Altavilla – 16 settembre 2016
“Nel dibattito sulla riforma costituzionale bisognerebbe iniziare a rispondere nel merito e smetterla di buttarla in caciara”. Giuseppe “Pippo” Civati e il suo movimento Possibile stanno girando il paese con questo intento, per far capire ai cittadini che la loro è un’opposizione al ddl Boschi che entrando nel merito valuta la qualità del testo della riforma. Tra i primi oppositori, Pippo ha visto il fronte dei contrari affollarsi con il passare del tempo e l’approssimarsi del referendum costituzionale, non ultimo Massimo D’Alema.
Civati però tiene all’originalità della sua posizione: “Il nostro percorso politico è diverso. Non c’è nessuna alleanza. Da un punto di vista tecnico condivido le ragioni di D’Alema, sono critiche al testo della riforma su cui noi di Possibile abbiamo lavorato a lungo. Mi trovo molto meno d’accordo sulle ragioni politiche che ci stanno dietro. La Costituzione ha un valore che non può essere confuso con la tattica politica. Il fronte dei contrari è per forza di cose variegato, mentre quello del “si” è legato alla figura del Premier”.
Civati si toglie qualche sassolino dalla scarpa: “Quando con Possibile iniziammo il “Tour RiCostituente” (nel luglio 2016, ndr.) mi sono sentito politicamente molto isolato. Durante quest’anno abbiamo girato l’Italia con una costellazione di eventi in cui abbiamo ricostruito il percorso che ci ha portato a questa riforma costituzionale”. Il “Tour RiCostituente” è servito a: “spingere i cittadini che hanno voluto seguirci a personalizzare la Costituzione e la discussione intorno ad essa. Al di là della fiction politica e del tifo da stadio dei due fronti contrapposti, abbiamo creduto fosse più importante farsi promotori di un momento di riflessione del Paese”.
Sulle recenti aperture di Matteo Renzi alle possibili modifiche alla legge elettorale e rispetto al cambio di toni sul referendum costituzionale, Civati ha un’idea molto chiara: “Sappiamo tutti che la riforma costituzionale è più importante della riforma della legge elettorale. Sappiamo anche che legge elettorale e riforma sono natte sotto lo stesso “cavolo””.
L’opposizione di Civati e Possibile nasce con l’idea di “andare oltre il “no a tutto”, tentando di dare una lettura critica del testo costituzionale e di quello del ddl Boschi, cercando di arrivare ad una controproposta, una sintesi”. Il risultato a cui è approdato Possibile, con l’aiuto dei professori universitari Gianfranco Pasquino, Andrea Pertici, Maurizio Viroli e Roberto Zaccaria, viene definita una: “dote utile per un’opposizione motivata” da Civati. La proposta prevederebbe il mantenimento delle due Camere, che resterebbero elettive ma ad organici ridotti (470 deputati e 230 senatori, ndr.). La fiducia verrebbe concessa solo dalla Camera e verrebbe istituita una commissione bicamerale per velocizzare il procedimento legislativo nel caso in cui le due camere avessero posizioni differenti.
L’alternativa portata avanti da Civati e da Possibile, si differenzia dal testo del ddl Boschi perché: “Non è fatta per “lasciare governare” qualcuno, non è un lavoro improvvisato ma frutto di una lunga riflessione. La proposta arriva alla fine di un percorso che ci ha portato a sostenere che siano più utili interventi di “manutenzione” costituzionale. Occorre riprendere il cammino molto più semplice delle revisioni costituzionali leggere e condivise”.