COSE CHE SUCCEDONO NELLA SOLFATARA

per Filoteo Nicolini
Autore originale del testo: FILOTEO NICOLINI

                                           COSE CHE SUCCEDONO NELLA SOLFATARA

  Facciamo una visita ideale alla regione vulcanica dei Campi Flegrei di Napoli. Le informazioni rilevanti si possono trovare sotto la voce Solfatara di Pozzuoli nell’Enciclopedia libera Wikipedia.

  La Solfatara di Pozzuoli è uno dei quaranta vulcani che costituiscono i Campi Flegrei. Si tratta di un antico cratere vulcanico ancora attivo ma in stato quiescente che da circa due millenni conserva un’attività di fumarole d’anidride solforosa, getti di fango bollente e impressionanti fessure.

  Si presenta agli occhi del visitatore come una depressione circondata da monticelli di colline, il suo fondo liscio ricoperta di pomice biancastre è punteggiato di crateri che contengono un fango fumante in violenta ebollizione. E’ il famoso fango, noto per certe sue proprietà curative. Tutt’intorno dalle fessure delle rocce escono fumi sulfurei e vapori dalle profondità sottostanti.

L’intera regione dà l’impressione di trovarsi in uno stato di labile equilibrio.

Questo diventa evidente se si lasciano cadere pezzi di carta bruciata qua e là per terra. Subito si alza una nuvola di fumo e vapore. L’effetto è ancora più intenso se una torcia accesa viene spostata su una delle buche di fango bollente. Allora le profondità rispondono istantaneamente con una straordinaria intensificazione del processo di ebollizione. Il fango caldo sembra essere agitato da un violento tumulto, emettendo dense nubi di vapore che ben presto avvolgono interamente lo spettatore sorpreso.

La spiegazione usuale vuole vedere in questi fenomeni l’effetto di una riduzione della pressione dell’aria causata dalla alta temperatura sulla superficie del fango bollente, sebbene sorgano dei dubbi per la insolita intensità della reazione. Il sentimento che questa spiegazione non sia adeguata si rafforza quando i vapori si sono diradati e si è sorpresi di vedere che ogni fessura e crepa del cratere, fino alla sommità della depressione, mostra segni di accresciuta attività.

Sembra piuttosto che una perturbazione applicata in un punto abbia richiamato un impulso maggiore che ora agisce sulla Solfatara nel suo insieme. Come se la perturbazione si fosse irradiata influendo su di una regione più vasta.

Cerchiamo di allargare il campo e indagare altri fenomeni. É noto il fatto che gli animali mostrano spesso una premonizione di perturbazioni vulcaniche o tettoniche, diventano irrequieti e si nascondono, o se domestici cercano la protezione dell’uomo. Apparentemente reagiscono in questo modo ai cambiamenti che precedono gli eventi tettonici. Un altro fenomeno è il cosiddetto cielo sismico, consiste in un peculiare, quasi terrificante e intenso scolorimento del cielo, e per chi lo conosce è un segno sicuro di un terremoto imminente nella corrispondente regione della terra.

Sembra allora che gli effetti vulcanici o tettonici non possano essere attribuiti a cause esclusivamente locali. Perché è coinvolta la sfera meteorologica di una vasta regione, perchè gli animali reagiscono così? Tutto sembrerebbe indicare che dobbiamo cercare di capire meglio l’origine di tali perturbazioni non nell’interiore della Terra ma nell’estensione dello spazio circondante. Questa idea balza all’attenzione come un fatto repentino e non elaborato, un cambio della forma di vedere, come se cadessero dagli occhi delle bende e si illuminasse l’enigma. Di fronte alla stessa costellazione di fenomeni che dilettano il trepidante visitatore mentre passeggia su di un vulcano in attività quiescente, un attento osservatore li vede trasformati ai suoi occhi.

Ricordiamo quanto detto: l’intero fenomeno della Solfatara di Pozzuoli ha origine in una fiamma accesa nelle immediate vicinanze della buca di fango ribollente. Soprattutto, rimane vero che la suzione originata dalla diminuzione della pressione atmosferica sulla fangaia non può spiegare l’intenso, improvviso aumento di ebollizione nello stesso buco, per non parlare della partecipazione repentina dell’intera regione nell’aumento delle fumarole. Sembra proprio che si rompa un delicato equilibrio non appena la fiamma viene accesa a favore di forze che risucchiano verso l’alto. Questa produzione localizzata di calore interferisce con le condizioni gravitazionali in una situazione labile . E’ anche noto che in certe epoche la labilità del vulcano è stata così elevata che la più piccola perturbazione locale poteva innescare eruzioni di volumi considerevoli di sostanze, e in quei giorni l’ingresso al sito veniva proibito. Infatti, lo stesso fenomeno della Solfatara, visto in questa prospettiva, può essere attribuibile non alla pressione dall’interno ma a una sorta di suzione dall’esterno. Sembra proprio che l’intero evento abbia inizio come un effetto di suzione dall’alto.

Siamo di fronte ad effetti fisici non facilmente attribuibili a cause familiari. Forse l’inerzia e il peso non sono proprietà assolute della materia ma in determinate circostanze e luoghi la materia dimostra proprietà di allerta e levità.

 

Dove guardare per trovare tracce di comportamenti della materia che possano chiarire? Il nostro stesso corpo è un oggetto di indagine molto istruttivo, in esso coesistono ossa e muscoli. Chiediamoci cosa succede quando muoviamo per esempio un arto*.

Il movimento di un arto, per esempio la mano o il braccio, comporta certamente il movimento della corrispondente parte dello scheletro e delle ossa. Queste a loro volta sono messe in moto da certi allungamenti ed accorciamenti dei muscoli appropriati. Ora, certamente il modo in cui i muscoli fanno muovere le ossa cade sotto la categoria delle cause meccaniche, ovvero certe porzioni di materia sono messe in moto dal movimento di porzioni adiacenti di altra materia. L’immagine cambia però se cerchiamo le cause a cui i muscoli devono il loro movimento. Infatti, il movimento dei muscoli non è effetto di cause ad essi esterne, ma della genuina forza spirituale della volizione che agisce direttamente nella loro sostanza fisica. Quello che le rilevazioni di parametri elettrici e chimici registrano dei cambiamenti nella sostanza muscolare sono solo gli effetti di tale causa spirituale.

Che cosa c’è nella natura delle ossa che le rende accessibili alla causa meccanica, e che cosa c’è nei muscoli che li rende capaci di rispondere a una causa spirituale? Ossa e muscoli stanno in una relazione genetica reciproca ben definita, essendo le ossa in relazione ai muscoli un prodotto posteriore dello sviluppo organico. Questo vale anche per ogni cosa che nel corpo di natura vivente prende la forma di deposito mineralizzato o di copertura. Ogni tipo di organismo nei suoi stati precoci consiste di sostanza viva; nel corso del tempo una parte dell’organismo si separa e passa ad una condizione più o meno mineralizzata. Visto sotto questa luce, la distinzione tra ossa e muscoli è che le ossa sono evolute a partire da una condizione in cui invece permangono ancora i muscoli, sebbene in misura decrescente, durante il tempo di vita dell’organismo. La sostanza dei muscoli, rimanendo più o meno “giovane” si colloca al polo opposto della sostanza “invecchiata” delle ossa. Quindi dipende “dall’età” della parte di materia se essa risponde a cause meccaniche o sottili.

Diciamo subito che questa distinzione ha una rilevanza essenziale per la nostra comprensione dei processi evolutivi. Infatti, se la materia minerale è un prodotto tardivo dell’evoluzione-e nulla indica il contrario in natura- allora spiegare le origini del mondo** con l’aiuto di eventi similari in carattere a quelli riscontrabili ora nel regno minerale, è andare un po’ contra l’evidenza. Per trovare immagini di condizioni passate della Terra presenti oggi nella Natura, dobbiamo guardare in regioni dove la materia, proprio perchè ancora “giovane”, è messa in gioco da forze sottili attive. Quindi dobbiamo riconoscere nella formazione e disposizione di terre emerse e mari il risultato di eventi che assomigliano da vicino a quelli che occorrono durante lo sviluppo embrionale di un organismo vivo, invece di considerarli risultati del caso o di forze cieche.

Laddove la terra emersa incontra il mare, la levità tende a prevalere sulla gravità. È quindi nelle regioni marittime che gli strati interni della terra soccombono più facilmente a quegli improvvisi cambiamenti nella tensione gravità-levità in cui abbiamo riconosciuto l’origine degli eventi sismici. In queste regioni il movimento in alto delle masse è dovuto a una causa dinamica periferica di suzione. Normalmente, il concetto di suzione è il risultato di una differenza di pressione in parti adiacenti dello spazio, e l’azione ha luogo in direzione della pressione minore. A parte di ciò, la suzione può anche accadere come risultato dell’aumento diretto verso l’esterno della forza di un campo di levità. È in questo senso che ipotizziamo come i movimenti sismici e i fenomeni vulcanici frutto di una repentina suzione dall’alto. E nello stesso senso è dovuta alla suzione periferica dall’alto il movimento in su della linfa nel mondo vegetale. Ci ritorneremo.

FILOEO NICOLINI In Memoria di Ernst Lehrs.

Immagine: SOLFATARA

* cfr. https://www.nuovatlantide.org/la-tazzina-del-caffe-e-il-divenire-del-mondo/

** cfr. https://www.nuovatlantide.org/la-nostalgia-delle-stelle/

 

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