Cuperlo: “Il congresso del Pd così non va. Si deve discutere dei voti persi”

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Luca De Carolis
Fonte: Il Fatto Quotidiano

Per il Pd i sondaggi danno sempre cattivo tempo, e il congresso sembra iniziato mille anni fa. Gianni Cuperlo, candidato alla segreteria dem, non può che confermare: “L’aria è quella, ma del resto sembra che il nostro statuto l’abbia scritto il dottor Stranamore, per quanto è barocco. Va cambiato in fretta, e in profondità”.

Il congresso procede tra la stanchezza generale. E la discussione sulle primarie online non ha aiutato, non crede?

Il congresso così non va, è evidente. Ma noi non abbiamo necessità di scrivere un nuovo programma di governo ora. Dobbiamo avere finalmente una discussione di verità rinviata per troppi anni sulle ragioni per cui abbiamo perso sei milioni di voti. In gioco c’è la collocazione di questo partito nella politica dei prossimi anni. Serve chiarezza di posizioni e proposte.

La Carta dei valori dovrebbe essere votata dall’assemblea sabato. Ma non fa sorridere che qualcuno nel Pd minacci di andarsene quando sente proposte che sanno vagamente di socialismo? Non è la conferma che l’amalgama tra Ds e Margherita non è mai stato davvero formato?

Abbiamo oltre cinque milioni di persone sotto la soglia della povertà. Il tema della redistribuzione delle risorse ha a che vedere con la tenuta della democrazia: discuterne è doveroso. Quanto alla Carta, noto che il 2007, ossia l’anno di fondazione del Pd, è lontano. Nel frattempo abbiamo avuto una crisi finanziaria nel 2008, la pandemia e una guerra nel cuore dell’Europa. Il punto non è mettere in discussione valori fondanti, ma ammettere che spesso non siamo stati all’altezza di quei valori. Dobbiamo discuterne senza maschere, trasformismi e caricature.

Dario Franceschini invoca: “La mia generazione deve lasciare il passo”.

(Sorride, ndr) Mi fa venire in mente un verso di una canzone di Fabrizio De André: ‘Mi spiega che penso e bevimm’ ‘o café’ (Don Raffaèndr).

Ora gran parte del Pd protesta contro l’autonomia differenziata, ma la miccia del progetto leghista è la riforma del Titolo V della Costituzione, voluta dal centrosinistra. Una brutta riforma, no?

Sicuramente, e il suo vizio è stato quello di piegare un tema alla contingenza del momento. Nel 2001 venne fatta come risposta alle pulsioni secessioniste della Lega, ma abbiamo finito con l’inseguire gli avversari. Non discuto la necessità di valorizzare le autonomie, ma non puoi rinunciare a una politica nazionale sul diritto alla salute o all’istruzione. Bisogna opporsi alla proposta di Calderoli: perché non è passato per la conferenza Stato-regioni, e perché quella proposta accentuerebbe il divario tra Nord e Sud.

Su Twitter Giuseppe Provenzano – che è pro-Schlein – ha accusato Stefano Bonaccini: “Diciamo che adesso sull’autonomia hai la stessa posizione che il Pd ha maturato dopo”.

Penso che la firma delle pre-intese sull’autonomia, sotto il governo Gentiloni, sia stata un errore (come governatore firmò anche Bonaccini, ndr). Quando si ragiona dell’unità nazionale tutto il Pd deve essere compatto.

D’Alema e Bersani dovrebbero rientrare nel Pd? Bonaccini e Schlein hanno aperto all’ipotesi.

Sono rimasto nel partito quando questi compagni sono usciti, e la loro uscita per me è stata una ferita e un errore. Però mi fa un po’ sorridere che si chieda a esponenti del Pd se sono propensi a farli rientrare. Nessuno lo chiede a D’Alema.

Secondo lei cosa risponderebbe?

Non ne ho idea.

Secondo il procuratore di Palermo, De Lucia, “non si possono fare le indagini di mafia senza le intercettazioni”. Ma il Guardasigilli Nordio vorrebbe tagliarle.

Do credito al procuratore: se dice questo sulle intercettazioni è un fatto che va riconosciuto e apprezzato. Le intercettazioni sono uno strumento essenziale per le indagini, ma in questi anni siamo stati posti di fronte a forme sistematiche di abuso, con la pubblicazione di conversazioni anche quando non avevano attinenza con le indagini e coinvolgevano terzi. Serve un punto di equilibrio.

La destra dà preoccupanti segnali sul tema legalità, ma il Pd appare timido su questi argomenti. Temete di sembrare manichei?

In manovra hanno fatto una decina di mini-condoni, per un miliardo di gettito. A destra hanno problemi con la legalità, è certo. Ma noi dobbiamo avere una cultura rigorosa della legalità: il garantismo va osservato nel rispetto della Carta. Non ho mai pensato che ci siano solo colpevoli che non sono stati ancora scoperti.

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