Fonte: Il Fatto Quotidiano
Domani sudari, lenzuola, vessilli bianchi appesi per i palestinesi
Ormai anche chi (oscenamente) usava i crimini di Hamas per giustificare il genocidio iniziato da Israele, comincia a tentennare. Ci sono voluti 50.000 morti sicuri, e 100.000 probabili, per arrivare a questo nulla. Ma i nostri grandi giornali dedicano a Gaza uno spazio infinitesimo di quello che dedicano (giustamente) all’Ucraina. E soprattutto i nostri governi tacciono: il nostro e quello tedesco più di tutti.
Forse perché la Germania come Paese e il nostro governo per le sue radici fasciste pensano di non poter prendere le distanze da Israele, e dai suoi crimini: ma sbagliano, perché due torti non fanno mai una ragione. E allora, che fare? Non tacere, non rassegnarci, non dare per scontato che tutto sia inutile: e invece prendere la parola in prima persona, e dire basta alla mattanza.
In questi giorni si moltiplicano, per fortuna, le iniziative: dal basso, senza centri o padroni. Il 15 giugno ci sarà una marcia da Marzabotto a Monte Sole: perché quello è sempre più ovviamente il paradigma di ciò che accade a Gaza. E domani, il gruppo promotore di Ultimo giorno di Gaza (del quale faccio parte) invita a esporre lenzuoli o teli bianchi su finestre, balconi, piazze, profili social, ovunque. Paola Caridi ci ha mostrato come “i sudari inondano Gaza, mentre – al contrario – non si sono fatte strada acqua e cibo, gasolio e medicine, per dare da mangiare agli affamati… I sudari di Gaza contengono, accolgono, proteggono, abbracciano i corpi dei palestinesi uccisi in questo anno e mezzo di follia militare e politica, israeliana e internazionale”.
Le migliaia di adesioni (tra cui quelle dei comuni di Parma, Vicenza, Padova, Prato, Bologna, Sciacca e moltissimi altri) indicano che domani in Italia saranno esposti 50.000 sudari. Che i nostri governanti li vedano: e ne sentano tutto il peso, sulle loro coscienze.