Elena Basile: “C’è veramente una differenza tra #Biden che ha permesso il genocidio e #trump che parla apertamente di deportazione e pulizia etnica? e coloro che denunciano le due destre vengono allontanati”

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Elena Basile
Si Trump ha finalmente mostrato l’ America nuda
La brutale violazione del Diritto Internazionale, l’ imposizione con metodi mafiosi dei propri interessi agli altri, la sottocultura, il razzismo, i doppi standard
Bene rispetto al rozzo imprenditore l’ intellettuale #Obama sembrerebbe diverso. Ma non lo è.
L’ impero ha sempre privilegiato la forza e imposto i suoi interessi, compiendo crimini.
Cambiava la retorica. I #DEM e i loro accoliti europei si riferivano all’ ordine internazionale basato sulle regole chiamando esportazione delka democrazia e della libertà il loro espansionismo offensivo
La forma certo era diversa. Meno grezza
Ma gli atti simili
Pensate alla carneficina in #Ucraina
C è veramente una differenza tra #Biden che ha permesso il genocidio e #trump che parla apertamente di deportazione e pulizia etnica?
Ma vedrete che i Liberal i DEM nella critica a Trump acquisteranno nuova forza, una identità
Un po’ come il PD che fa in politica estera e economica piú o meno quello che fa la destra ma nella critica alla Meloni ritrova vitalità.
Gli analisti prendono di mira Trump e la Meloni, le porte delle tv mainstream si spalancano.
Se si accusano le due destre allora si viene allontanati
E allora per promuovere i libri si lavora con le piccole associazioni
Venerdí sarò a #Ivrea

COMUNISMO = NAZISMO? È PURA PROPAGANDA UE da IL FATTO

 Elena Basile  9 Febbraio 2025

Nel dibattito pubblico relativo alla politica internazionale regna la confusione, come se la logica avesse abbandonato il mondo e il linguaggio divenisse sempre più bivalente nell’accezione orwelliana. Il principio di non contraddizione aristotelico è stato cancellato. Le posizioni politiche affermano A e il contrario di A. Gli esempi sono molteplici. Il Parlamento Ue, che non è un organo legislativo, obbedendo alle direttive di un esecutivo miope e asservito alle oligarchie, equipara i simboli nazisti alla falce e martello comunista. Nella ricostruzione storica è sbagliato, come Luciano Canfora ci dimostra, mettere sullo stesso piano Hitler e Stalin, ma possiamo comprendere che i campi di concentramento nazisti siano simili nella violenza totalitaria ai gulag. Risulta tuttavia inquietante che non si faccia la differenza tra una ideologia nazista e razzista, basata sul disprezzo del debole e del malato, prona a giustificare il predominio di una “razza”, e il sogno comunista di un mondo senza classi e ingiustizie sociali. Da un lato un mondo distopico e aberrante, dall’altro una utopia di stampo evangelico. Non si nega che le due ideologie avevano in comune la mancanza della protezione dei diritti individuali, né si dimentica che le loro realizzazioni sono state una sconfitta per la storia democratica dell’umanità. Il concreto agire si allontana sempre dai suoi archetipi: la Chiesa dai suoi precetti, gli Stati dalle Costituzioni. Rimane inquietante che si sia voluto sporcare un simbolo – falce e martello – di lotta e liberazione degli oppressi, senza comprenderne il legame con le speranze umanistiche e assimilarlo all’infame nazismo, alla deviazione perversa del pensiero.

Le manifestazioni per una Palestina libera continuano a essere considerate “antisemitismo” dalla maggior parte della stampa. Esponenti della comunità ebraica rispolverano un vittimismo che apparirebbe un tantino anacronistico, soprattutto in relazione allo sterminio dei palestinesi, all’inferno calato su Gaza, all’esodo di 300 mila paria, uomini, donne, anziani, bambini, che marciano verso le loro case per trovare solo detriti. Trump, incarnazione del fascismo postmoderno, non comprende come mai questi “matti” ritornino alle loro case e richiamino il diritto alla loro terra. Basta costruire casette popolari, in un imprecisato altrove, per questo popolo miserabile e dimenticheranno Gaza, una striscia di terra col buon clima, davanti al mare e ai giacimenti di gas, che diverrà un’opportunità per le agenzie immobiliari statunitensi e israeliane. La pietas è scomparsa. Politica e media pagano il loro tributo alla lobby di Israele: la cultura umanistica, una delle maggiori conquiste della civiltà occidentale, è cancellata. Considerare il ripudio delle posizioni di alcune comunità ebraiche a difesa delle stragi dei palestinesi come “rigurgito antisemita” falsifica la realtà e la storia. L’antisemitismo è odio per gli ebrei per quello che sono: religione, abitudini, tratti somatici, non per quello che fanno. È lecito per un ebreo odiare un nazista? Sarà lecito per chi difende oggi le vittime provare sentimenti di ostilità nei confronti di chi (anche ebreo) sostiene i carnefici e non prende le dovute distanze dal massacro in corso. Bisogna comprendere che gli ebrei di oggi sono i palestinesi.

Infine la peggiore ambiguità si riscontra in relazione all’Ue. Coloro che hanno affossato il sogno europeo, tradendo gli ideali di pace e prosperità, difendendo un ordo-liberismo che ha divorato le ragioni del lavoro e ha acuito le asimmetrie tra Nord e Sud, sostenendo il mercato, l’unione monetaria ma non fiscale né politica o federale, oggi tornano alla ribalta, parlandoci di sovranazionalità e debito comune per una fantomatica difesa Ue, che non potrebbe non essere schiava di interessi geopolitici statunitensi, non europei, come la guerra in Ucraina ha dimostrato.

Elly Schlein afferma che per vincere il Pd dovrebbe puntare su una Europa sociale e con maggiori elementi di integrazione. Voto a maggioranza e difesa comune. Nessuno le ha spiegato che nei trattati di Maastricht sono stati incorporati i principi del neoliberismo che afferma di voler combattere? In un’Europa scandinava, baltica e polacca, il voto a maggioranza faciliterebbe decisioni economiche a vantaggio delle oligarchie finanziarie e della costruzione con la difesa europea del braccio armato della Nato smantellando lo stato sociale. La confusione purtroppo impera anche nell’area del dissenso in quanto la giusta critica all’Europa liberista e falsamente liberale odierna si trasforma in un anelito reazionario che mette da parte l’intero sogno europeo, il tentativo di superare le grette ottiche nazionalistiche in nome di un interesse generale, di un bene comune dei cittadini europei che condividono un destino comune.

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