Fonte: Il Fatto Quotidiano
Elena Basile: La democrazia è stata trasformata dalle due destre europee: popolari e socialisti in una società dominata da oligarchie
Non riesco a rassegnarmi ai mondi separati, a realtà di partigiani fedeli ai loro credo che si confortano con gli a priori, con i propri pregiudizi. Mi impongo ogni giorno la dolorosa lettura degli opinionisti dei giornali più letti sperando che i ponti tra le persone, le idee, le civiltà possano essere costruiti grazie a una razionalità senza chiusure, un patrimonio comune dell’umanità.
Purtroppo la lettura mi conferma che i media creano l’agenda politica. Come sostiene Angelo D’Orsi nel suo recente Catastrofe Neoliberista, essi non sono più mezzi di informazione, o disinformazione e propaganda. Nella mancanza di partiti e corpi intermedi, sono divenuti produttori di senso politico. La graduale inesorabile trasformazione delle democrazie, come eravamo abituati a conoscerle, in passato (istanze politiche raccolte da partiti che opponevano visioni differenti della politica estera e economica, lotte sociale e dialettica tra capitale e lavoro, intellighentia libera di discutere i temi etici e politici senza paletti precostituiti, ruolo dei Parlamenti che temperava la hybris dei governi) ha i propri sostenitori negli editorialisti. Gli artefici della censura si autolegittimano in quanto partono dal presupposto che i censurati siano antidemocratici. Non viene in mente che il gioco sarebbe lecito se esistessero corti imparziali, un potere super partes in grado di stabilire la incostituzionalità di AFd, della Le Pen, (ma allora anche della Meloni e di Salvini ?) di Georgescu in Romania. Non si comprende che se una parte politica considera l’opposizione anti-democratica e spera di bloccarla con organi giudiziari che dipendono e sono infiltrati dalla maggioranza al governo, dalle due destre, popolari e socialisti europei, che si alternano al potere, si configura una società dominata da oligarchie pronte a distruggere l’autentico tessuto democratico, lasciandone in piedi un’impalcatura fantasma.
È quanto sta accadendo sul piano internazionale. Il multilateralismo creato dall’Occidente nel dopoguerra viene gradualmente smantellato con paradossi giuridici che sono propagandati dall’Europa nell’indifferenza se non la complicità dei giuristi internazionali.
L’assistenza all’Ucraina da parte di Usa ed Europa non è giustificata dal diritto internazionale. Se anche si volesse credere al linguaggio propagandistico della burocrazia bruxellese e si volesse considerare l’aggressione della Russia del febbraio 2022 “non giustificata e non provocata” (e sappiamo che tanti studiosi occidentali hanno documentato come essa sia stata provocata, addirittura pilotata da Washington) non esistono norme internazionali che la legittimino. Come afferma in un lucido intervento, l’ex giudice della Corte Costituzionale Luigi Mazzella, l’Ucraina non fa parte della Nato. A essa non si applica l’articolo 5 dell’Alleanza atlantica. Paesi Nato come l’Italia, che hanno Costituzioni democratiche in grado di ripudiare la guerra, non possono fornire armi, intelligence o addirittura truppe a una delle due parti in conflitto. Viene inoltre citata a sproposito la Carta delle Nazioni Unite, che prevede l’autotutela e la possibilità che una coalizione di Stati entri in guerra per difendere un Paese aggredito soltanto nel breve tempo necessario al Consiglio di Sicurezza di mettere in piedi le misure opportune e il legittimo utilizzo della forza che nel capitolo VII della Carta trova il fondamento. In altre parole, sul piano interno come su quello internazionale, le oligarchie occidentali, si auto-promuovono corte imparziale e terza, comunità internazionale, organismo sovranazionale mentre rimangono una delle parti in causa. Gli Stati Uniti e l’Europa non hanno offerto assistenza nel quadro del diritto internazionale a un Paese aggredito, ma sono cobelligeranti avendo creato un comando verticale a Kiev, pubblicizzato dal Nyt, composto da intelligence occidentale, esercito ucraino, armamenti Nato. Che tutto questo sia potuto accadere senza un vero dibattito politico con la partecipazione democratica dei cittadini, ma con Parlamenti nazionali assopiti e con il Parlamento europeo che non è un organo legislativo democratico, la dice lunga sullo stato delle nostre democrazie. I dibattiti parlamentari sono sostituiti dai talk show nei quali è ammesso un dissenso consapevole di dover restare, pena l’estromissione, nell’ambito del politically correct. Non si può ad esempio affermare che lo Stato israeliano, artefice di un genocidio a Gaza, è moralmente responsabile quanto o di più di un movimento terroristico di liberazione di un popolo sotto occupazione. Né ovviamente si può rivendicare che Putin non sia così diverso da Bush o Biden che hanno le mani sporche di sangue. L’oligarchia in Tv diviene produttrice di senso politico.