Evocare ‘baffini’ in assenza di idee politiche e di rispetto personale

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti

di Alfredo Morganti – 1 febbraio 2019

Ve lo dico con acrimonia e scusandomi in anticipo, ma l’uso strumentale che una parte consistente del PD fa di Massimo D’Alema per attaccare Zingaretti, ma ancor più per rendere la campagna sulle primarie il solito tiro al piccione contro il ‘nemico’, il solito ‘nemico’, mi convince sempre più che questo partito merita ormai di chiudere bottega, affinché possa avviarsi davvero un palingenesi a sinistra. Chiudere, non conosco altri sinonimi. Questo ciarlare di ‘ditta che getta la maschera’, questo incessante distinguere tra ‘noi’ e la ‘ditta’ è quanto di più sgradevole si possa sentire (eppure di cose sgradevoli ce ne sono eh!). Se non fosse che ho maturato un certo distacco dalle chiacchiere dei dispensatori di bonus e di sgravi, direi che essi meritano al più un nuovo partito macroniano dove esibirsi nello sport che più amano, lo ‘spottismo’, consistente in pseudo-argute battute politiche da regalare ai retroscenisti. Punto. Questo accanimento contro la ditta serve solo a nascondere la miseria finale del renzismo, ma-anche iniziale. Serve a dipingere il solito ‘nemico’ cattivo, quello coi baffetti (anzi i baffoni) e pure comunista, su cui esercitare le fantasie collettive, allestendo così la scena consunta su cui recitare le solite scenette.

La coazione a ripetere dei renziani, il ricorso ossessivo al nome di D’Alema e a quello della ditta, indica una perdita di fondo, che la coazione stessa servirebbe ad attenuare o a risarcire. Anzi, più che una perdita, una mancanza assoluta e sempiterna di strategie, di visione, di pensiero, di sentimento comune, di rispetto reciproco di cui il renzismo è una forma di lutto vivente. Il vuoto si riempie coi nemici, reali o inventati che siano. Senza un nemico anche posticcio, ma soprattutto di sinistra, il renziano è un re nudo, uno che si chiede ‘perché esisto’. Il nemico lo riveste un po’ di qualche straccio o belletto ideologico. Mi chiedo: quanto durerà quest’agonia? Da parte mia, spero che la miseria cessi presto, e che il PD cessi a sua volta nell’equivoco. Quando tutto sembra macerarsi, è auspicabile un salto in avanti. Serve riprendere le fila del ragionamento e rimettere in movimento la sinistra su strade robuste. Gettare zavorra per andare meglio. Ricostruire l’unità, scansando quello che oggi la impedisce. Rimettere in movimento un intero popolo e una grande comunità di donne e uomini oggi dispersi, per riconsegnare una speranza. A quelli lasciamoli parlare di ditte, di baffini e di comunisti. Si divertono. A me questa cosa mette invece rabbia e tristezza.

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