FINCHE’ DURA IL GIORNO. UNA APPROSSIMAZIONE AL COSIDDETTO MALE

per Filoteo Nicolini
Autore originale del testo: Filoteo Nicolini

FINCHE’ DURA IL GIORNO.

UNA APPROSSIMAZIONE AL COSIDDETTO MALE

Immaginiamo un treno con i suoi vagoni viaggiando sui binari. Esso ha la meta di trasportare passeggeri, e quel viaggio è un beneficio. La percezione umana però nota principalmente il logorio dei binari causato dal treno e crede allora che questo fenomeno sia un male.

Per partito preso, evito le definizioni e preferisco caratterizzare gli enigmi della vita e il Mistero della nostra epoca. E’ il Mistero del male. Il Mistero a cui alludo è legato alle catastrofi e gli sconvolgimenti che minacciano l’Umanità, a tutti i livelli e gradi, con una intensità crescente e dagli effetti dirompenti, molti di essi sottili ma non meno devastanti su cui spero tornare in un prossimo scritto.

In quale prospettiva collocarmi? Non posso assumere il punto di vista dell’osservatore innocente o del testimone neutrale. Neanche la memoria rinnovata del passato doloroso basta più. Conservare un ricordo per poi liberarsene? Siamo invece chiamati a comprendere. Sono consapevole che tramite me qualcosa influisce sull’esistenza terrestre, entra nella corrente evolutiva e la perturba. Il Mistero del male riguarda me e riguarda tutti.

Quindi, sono rimandato al rito della scelta, alla coscienza delle mie azioni, e alla scoperta che il rito della scelta diviene più chiaro e il gioco delle parti più netto espandendo la coscienza. In altre parole, è il tema dell’individualità piena e libera, la convinzione che la nostra Epoca non possa trarre la verità se non dalle profondità dell’anima e dall’ispirazione superiore.

Oggi viviamo con una tendenza alla separazione, individualismo, solitudine, egoismo. Ma dovremmo invece avere come meta la comprensione, la libertà di pensiero, la conoscenza del mondo spirituale. Sono le forze dell’anima necessarie per abbordare i dubbi, le paure, l’odio, la sfiducia. Ne sento la carenza, l’insufficienza. Paolo di Tarso disse proféticamente:” Non faccio il bene che voglio ma il male che non voglio”. Egli percepí intuitivamente nella sua illuminazione che noi, come esseri umani disposti al bene per natura, carichiamo con forze antagoniste nell´anima, con avversari ostinati e a volte dominanti. Ho quindi la vaga impressione, si fa per dire, che ci siano forze in gioco capaci di influire sui nostri ideali, di deviare l’Evoluzione verso cammini desolati. Ne siamo in qualche modo portatori pauci sintomatici. Soprattutto, se non ci poniamo delle domande sul main stream che vuole condurci sottobraccio, il quale ad una analisi attenta si rivela addirittura dotato di due correnti in stretta colaborazione. Parte del Mistero del male è che il suo campo di battaglia principale non è là fuori nel Mondo ma ha radici proprio nell’anima.

La nostra civiltà tecnologica è cresciuta a dismisura, caratterizzata da una sempre più fantasmagorica materializzazione di idee.

Quanta energia spirituale viene convogliata nelle tecnologie! Quante forze sono state materializzate e cristallizzate per realizzare benefici materiali! Movendo dal suo pensiero l’essere umano ha costruito i meccanismi, ha disegnato i circuiti, ha programmato le macchine, ha ideato farmaci e vaccini. Ha inserito il suo intelletto nei prodotti, ha fatto fluire il suo spirito nella materia.

L’uso di tante forze ha significato tuttavia progresso spirituale? Non è cresciuta invece a dismisura l’illusione pertinace di essere circondati esclusivamente dalla materia, immersi in essa ed ad essa devoti?

Strano, no? In un certo senso, c’è un congiunto attivo di forze spirituali che intervengono sempre più nelle nostre vite e ne siamo tutti un poco coinvolti.

E’ una “macchinazione” che viene da lontano, ma che ha tratto anche benefici e progressi all’evoluzione della civiltà. Anzi, una doppia macchinazione.

La nostra navigazione umana, spinta da venti favorevoli, si svolge tra due correnti che interagiscono ai due lati. Da un punto di vista spirituale, l’evoluzione umana è l’opera d’arte più grande che mai si sia vista, in progress. Occorre però avere la vista adatta. Come in ogni opera d’arte, vi sono gli errori, le prove, i rifacimenti e gli scarti. Abbondano le situazioni di disagio e sofferenza intorno a noi, molteplici e variate, vicine e lontane, e potremmo caratterizzarle come modalità di manifestazione del male. Forse la vita non può essere disgiunta dalle sofferenze, e dunque dal male.

Le sofferenze possono essere una lezione e una opportunità di trasformazione. Sappiamo anche che esse possono scemare, mutare in sollievo, che può apparire il Bene, e che forse una legge della vita sia proprio questa altalena. Forse l’incontro con le sofferenze e quindi col male ci apre una porta per capire come raggiungere il Bene e acquistare quella visione dell’evoluzione nonostante gli scarti e gli errori.

Se ci abbandoniamo alle due correnti siamo preda di illusioni, inganni, fughe dalla realtà, materialismo, egoismi accentuati e deliri di potere. Ma sbaglieremmo se dicessimo che esse siano pericolose e malevole in sé, quando sono sfruttate saggiamente. Sebbene esse rappresentino poteri reali contrari all’ordine generale dell’Universo, hanno comunque una sfera definita di attività, per così dire legale, e la Creazione si è servita di esse. Può sorprendere ma è così. Alla mentalità corrente ciò può non piacere, ma il pregiudizio non rende meno vere queste verità, solo non le osserva.

La loro pericolosità comincia quando oltrepassano i limiti delle sfere di azione ad esse consentite, ovvero quando ci avviciniamo al loro flusso senza precauzioni né piena coscienza da parte nostra. Noi ci libriamo tra due estremi, uno che ci induce all’immaginazione, l’altro che ci presenta il miraggio dell’inganno materiale. Le due correnti vanno intese come metafore. Esse entrano nella nostra evoluzione nella misura in cui noi lo permettiamo con le nostre scelte.

Il compito legale della prima è stato quello di allontanarci dal vivere solo nel mondo fisico sensibile ed esserne assorbiti. Ha sviluppato immaginazioni che penetrano nella realtà, come per esempio nell’Arte e nella Filosofia. Ci ha dato meravigliose idee e splendidi ideali. Se essa non agisse, noi saremmo immersi solamente nelle percezioni che provengono dal mondo esterno e dalle relative rappresentazioni dell’intelletto. Molto attiva nelle prime fasi della civiltà, ora collaboratrice della seconda corrente.

Se ci affidiamo solo ad essa, finiamo per guardare il mondo dal punto di vista aereo di uccelli in volo. La sua eccessiva azione ci fa perdere contatto equilibrato con la realtà, ci fa librare nell’aria al di sopra delle circostanze, e soprattutto, fa diminuire l’interesse per il prossimo. E allora si incrementa la sua azione, influendo sulla vita dei sentimenti, le emozioni, le passioni, gli impulsi e i desideri. Il suo fine legale è separare la vita dei sentimenti dal mondo fisico per spiritualizzarla, ma poi si eccede fino a edificare una specie di isola di esistenza spirituale lontana dal mondo sensoriale, come un deserto isolato.

Finiamo per amare cercando il nostro beneficio, il benessere e il piacere, ci piace risiedere in quel regno isolato dal quale guardare il mondo circostante. Questo è il lato in ombra della prima corrente, quando agisce nella nostra natura emozionale e volitiva dotandola di egoismo, nutrendola in aggiunta di orgoglio, presunzione, emotività accesa, soggettività estrema, fantasia senza freni, divagazioni arbitrarie, fluire e rifluire di sentimenti. Aspetti della esposizione alla sua influenza sono le allusioni al “Mondo là fuori”, al considerarsi eletto tra pochi e prescelto conoscitore della verità. Fino alle estreme manifestazioni del fondamentalismo religioso, alla xenofobia, al suprematismo, all’antisemitismo, all’odio razziale, alla distinzione tra noi e loro con la carica di paura ed odio. Il Nazismo ne è stata una terribile manifestazione.

Ora veniamo all’altra corrente, la quale esercita la sua influenza a un livello meno cosciente di quanto non faccia la prima. In piena attività legale dal secolo XVI, ha ispirato il nostro pensare preciso, aguzzo, razionale. Grazie ai suoi impulsi abbiamo sviluppato l’intelletto, il pensare astratto e la cognizione razionale basata solamente sui processi sensoriali. Le condizioni di sviluppo della nostra anima esigevano lo smorzamento del rapporto vivente col mondo e l’apparizione dei concetti. Abbiamo raggiunto per essa vette mai immaginabili nella scienza e nelle tecnologia negli ultimi 4 secoli in un crescendo accelerato. Ce ne siamo serviti soprattutto nel mondo occidentale. Oggi è il vero main stream, ma in occasioni è alleata della prima.

Il suo lavoro illegale è più subdolo. Ci fa sentire sicuri ed arroganti nei nostri giudizi e ci illude di sapere già tutto così bene che si risolvono dubbi e incertezze. I pregiudizi materialistici, la ristrettezza di vedute, quando diciamo: so tutto ciò che mi serve, mi fido dei miei sensi! sono indicatori di una presenza sottile pervasiva che ci sta accompagnando come una seconda natura. E’ quell’intelletto cinico, freddo e calcolatore senza restrizioni morali né altri standard di verità che la efficienza nella manipolazione. Si eccede nel voler legare l’essere umano alla materia, per mezzo della meccanizzazione e le tecnologie.

Ha continuato a mietere successi nel secolo XX quando ha consolidato in noi l’illusione che la materia sia la unica realtà, la realtà ultima. E’ divenuta la fonte dell’ateismo più irriducibile. Ne abbiamo avuto un terribile esempio storico nel Bolscevismo e propaggini orientali.

Questa corrente ci accompagna dovunque con la narrazione materialistica da incantesimo. Seguendo i suoi impulsi ci persuadiamo che non c’è né anima né quanto meno spirito, che la vita è solo un complesso di processi meccanici, che la realtà si basa su fatti quantitativi e la materia è lì a disposizione per essere distrutta e poi servire di base per l’artificialità più invasiva. Quando si eccede, e lo fa sempre più, ci ispira il pensare rigido e automatico, un pensare tremendamente forte nel linguaggio, ricco di definizioni letterali, che divengono parole vuote e false.

Ci spinge a credere solo nei fatti assoluti e comprovati della scienza, mentre la prima corrente ci motiva a credere nelle verità assolute dei credi e delle ideologie, e divenire un automa spiritualizzato.

Sorge allora naturale la domanda: qual’è il progetto di navigazione originale, quello spinto dai venti favorevoli? E qual’è la posta in gioco? Il confronto con le correnti si svolge sulla meta della piena individualità, perchè dovremo divenire esseri spirituali di libertà ed amore. In questa prospettiva i nostri corpi assumono vitale importanza affinchè attraverso il loro perfezionamento si renda possibile la libera scelta e di conseguenza il vero amore altruista.

Siamo nel bel mezzo tra le due correnti come Gesù Cristo ebbe a sperimentare nelle tentazioni.

Ricavare Pane dalle pietre, volare dall’alto, afferrare ogni cosa per sé. Ecco le offerte che oggi come allora fanno le due correnti. La prima tentazione ci vorrebbe inchiodare alla materia nella sua oscena caricatura che allude all’artificialità oggi ubiqua; la seconda vorrebbe farci allontanare dall’incarnazione per raggiungere paradisi mistici, mentre invece è qui sulla Terra che acquisteremo la libertà; la terza rappresenta l’egoismo più diabolico.

Quindi il male in questa epoca si presenta a ciascuno come l’ostruzione allo sviluppo dell’Io cosciente e ai suo valori umani intrinseci. Il tema è assolutamente reale e urgente, assume connotazioni personali e ciascuno potrà dare le sue risposte. Per nostro intermedio qualcosa influisce nell’esistenza terrestre e fa ingresso nella corrente evolutiva. In un prossimo articolo seguiremo sullo stesso tema. A Presto.

FILOTEO NICOLINI

Studio basato sull’Antroposofia di R. Steiner e sul libro: Adam Michaelis, The Anatomy of Devil in Our Time, Books on Demand Gmbh, Kobenhaven, Danmark.

Immagine: I binari del treno vanno all’orizzonte nel maestoso tramonto.

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