IL CERVELLO SI COMPORTA COME UNO SPECCHIO

per Filoteo Nicolini

IL CERVELLO SI COMPORTA COME UNO SPECCHIO

Leggo su Tuttolibri che accompagna La Stampa di sabato 22 Ottobre una recensione sul libro di Stanislas Dehaene “Vedere la mente” a cura di Nicola Panciera. Attraverso microscopi speciali e metodi sofisticati si può osservare l’incessante attività del cervello, che l’autore correda con tante immagini colorate. Frutto del lavoro congiunto di biologia, anatomia, neurologia, neuroscienze e intelligenza artificiale, la ricerca vorrebbe scoprire come dall’attività elettrica nasca il pensiero, considerando attentamente l’enorme complessità dell’oggetto, le cui caratteristiche di ridondanza e plasticità continuano a sorprendere gli scienziati. La vera meta è trovare nelle pieghe della corteccia e nei sui molteplici nuclei e collegamenti quel punto dove si nasconde l’individualità. Comandi di sinapsi, scariche, codifiche, mappe, elaborazioni, costituiscono la nomenclatura che rimanda all’ambizioso progetto di ricostruire  il pensiero e di leggerne il divenire.

Su queste ambiziose ricerche è bene riflettere per comprendere a fondo l’immagine materialista circa le funzioni del cervello. Va detto innanzitutto che tali ricerche sono quanto di più raffinato e specializzato si possa credere. Esiste per tutti la verità banale, sulla quale si basano filosofi, psicologi e scienziati, che mentre conosciamo avvengono dei complessi processi nel cervello, ora tracciabili in base a sofisticate apparecchiature di misura.

Ma la stessa importanza che ha lo specchio per me quando la mattina mi rado e vedo il mio volto riflesso, ha il lavoro del cervello rispetto a quello che si svolge realmente nella nostra anima quando pensiamo e formiamo rappresentazioni. Ciò che appare attraverso l’attività del cervello è il dinamismo sopra sensibile del nostro pensare, sentire e volere. Affinché essi possano manifestarsi è necessario lo specchio del cervello, in modo tale che sia possibile percepire ciò che siamo nel mondo sopra sensibile attraverso lo specchio del cervello. Altrimenti penseremmo i nostri pensieri ma non ne potremmo sapere niente.

Invece la scienza dice: nell’essere umano si trovano vari processi fisici e biochimici, tra gli altri processi del cervello e del sistema nervoso; ed è risaputo che quando ciò avviene, hanno luogo nel soggetto delle attività corrispondenti. Il materialista studia ciò che accade nel corpo dell’essere umano, vi trova delicati processi nervosi e dice: i processi di pensare, sentire e volere sono in realtà solo fenomeni di accompagnamento di ciò che sta accadendo come processi fisici. Il processo fisico e biochimico è rilevante per la comprensione del cervello e non vi è nulla più altro da ricercare. Questa visione è abbastanza diffusa oggi e predomina nelle nostre abitudini mentali.

Ora, per comprendere la vera portata, dovrei dire la fallacia di quanto ci viene raccontato in queste visioni del cervello, devo ricorrere ad un esempio. Qui voglio ripetere quanto detto in un altro studio* circa la visione materialista. Immaginiamo di percorrere un viottolo di campagna, dove osserviamo solchi paralleli, e poi ancora delle orme come la pianta dei piedi umani.

La spiegazione che ci viene data è che la sostanza materiale di quel viottolo sterrato ha delle proprietà singolari per cui produce sulla sua superficie delle tracce e delle orme. E ci vengono anche elencate le proprietà fisiche e chimiche di quella sostanza  capaci di produrre quei segni sul terreno, quelle concavità irregolari, quelle orme sagomate dove il terreno si è abbassato. Si dice: “Il materiale di cui è fatta la strada ha subito alcune modifiche e influenze, con il risultato che in alcuni punti si è ammassato a formare solchi, mentre in altri è stato risucchiato verso il basso e vediamo in superficie quella che sembra l’impronta di un piede umano.

Ma poi incontriamo un ragazzino della zona che ci dice che su quel viottolo poco prima è transitato un carretto carico e un contadino a piedi. Ecco risolto il mistero dei solchi e delle orme sul terreno! Non la natura del suolo, ma l’uomo e il carro sono responsabili delle tracce!

Ci troviamo in una situazione simile a quella che ci viene descritta dagli scienziati che osservano l’attività cerebrale e la attribuiscono alle proprietà fisiche e biochimiche dei neuroni e quant’altro. Lo scienziato che così ci informa sembra un essere che vive sotto il suolo e da lì sotto cerca di spiegare quei solchi e quelle orme che sono apparse sopra. Ma se solo salisse alla superficie potrebbe rendersi conto che altri sono gli agenti che causano quei segni sul terreno.
Il caso non è diverso con i processi che avvengono nel nostro sistema nervoso! Ogni volta che pensiamo, sentiamo o vogliamo, mettiamo in azione processi che sono della natura dell’anima e dello spirito. E finché viviamo nel mondo fisico, questi processi sono uniti al corpo fisico, vi lasciano le loro tracce, proprio come il carro e l’uomo lasciano le loro tracce sulla strada.

Ma queste tracce che si osservano  e si fotografano nel cervello non hanno a che fare con il materiale di cui siamo fatti più di quanto abbiano a che fare i solchi e le orme nella strada con i materiali che la costituiscono. È davvero molto importante prendersi un piccolo disturbo per considerare la questione in questa luce. Perché ci insegna che l’anatomista o il fisiologo che investiga semplicemente i processi fisici nell’organismo è come un essere che si muove sotto la terra senza mai risalire in superficie, e che non ha mai nemmeno visto uomini o carrette.

Tutto ciò che può fare è osservare dal basso che si verificano irregolarità sulla superficie della terra; non si avvicina mai a loro e li vede sempre dall’altra parte. Indagandoli in questo modo limitato, immagina che la sostanza della terra stessa li abbia generati con la sua stessa attività. Nel momento in cui un tale spirito affiorasse in superficie, conoscerebbe il vero stato delle cose. Questo è esattamente ciò che accade con l’anatomista e il fisiologo che lavorano dal punto di vista materialistico.
Sono sempre “sotto la terra”, perché non conoscere come agisce lo spirito equivale a stare sempre sotto terra. Quello che stanno investigando sono sempre processi materiali che sono solo il riflesso osservabile di quanto fa lo spirito della persona mentre pensa, sente e vuole. Sarà compito nostro nel prossimo futuro liberarci da questo pensiero anatomico e fisiologico ed elaborare un pensiero spirituale-scientifico.

Allora ci sentiremo come potrebbe sentirsi un essere sotterraneo che è stato improvvisamente sollevato sopra la terra e ha visto per la prima volta come le tracce che aveva osservato dal basso si erano davvero formate. Folletti che si nascondono sotto terra: ecco cosa sono gli scienziati, che tengono conto solo delle proprietà che trovano sotto terra! E l’Umanità dovrà sperimentare il grande benefico shock che deve inevitabilmente venire quando questi folletti sotterranei escano allo scoperto, approdando nel regno dell’anima e dello spirito.

*Cultura https://www.nuovatlantide.org/dalla-parte-della-liberta-un-approccio-preliminare/

FILOTEO NICOLINI

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