Fonte: Unz.com
L’unità 601 del Corpo d’ingegneria da combattimento dell’IDF sta liberando una vasta striscia di terra nella zona centrale della Striscia di Gaza, dividendo in due parti un territorio lungo 25 miglia. Il cosiddetto corridoio Netzarim (autostrada 749) – che attraversa Gaza da est a ovest – consentirà di trasportare più rapidamente le truppe dell’IDF che operano nell’area e fungerà anche da parte vitale del cordone di sicurezza israeliano che separa il nord dal sud [della Striscia]. Non c’è dubbio che verranno creati avamposti militari lungo il corridoio e in altre località lungo la costa occidentale. Lo scopo di queste azioni è quello di proteggere lo sviluppo dei nuovi insediamenti che verranno costruiti a nord del corridoio. In breve, il governo israeliano sta usando la sua guerra contro Hamas per distogliere l’attenzione dal suo vero obiettivo, che è l’espansione dello Stato ebraico sulla terra palestinese.
Non sorprende che le attività israeliane nel nord abbiano provocato evacuazioni di massa che hanno intensificato la sofferenza di una popolazione già traumatizzata. Secondo il Palestinian Chronicle:
Martedi le Nazioni Unite hanno annunciato che Israele ha emesso tre nuovi ordini di evacuazione per oltre 19 quartieri a nord di Gaza e Deir Al-Balah, portando a 16 il numero di ordini di evacuazioni totali emessi nel solo mese di agosto, e questo lascia solo l’11% della Striscia di Gaza non toccato dagli ordini di evacuazione. Only 11% of Gaza Spared – 16 Israeli Evacuation Orders in August Alone, Palestinian Chronicle
Come abbiamo notato in precedenza, i palestinesi vengono allontanati dal nord per fare spazio ai nuovi insediamenti che verranno costruiti in un prossimo futuro. Il corridoio di Netzarim è un’importante zona cuscinetto che isolerà queste nuove colonie dai possibili attacchi dei militanti palestinesi. Israele intende mantenere il controllo su Gaza ponendo restrizioni alla circolazione e designando aree in cui i palestinesi potranno riunirsi. In altre parole, i palestinesi diventeranno dei rifugiati nel loro stesso Paese. Questo è un estratto da un articolo del World Socialist Web Site:
La popolazione di Gaza, che era di oltre 2 milioni di persone prima dell’inizio del genocidio, è ora stipata in un’area di soli 41 chilometri quadrati, pari all’11% dell’area totale di Gaza, mentre il restante 89% ha dovuto sottostare agli ordini di evacuazione delle Forze di Difesa israeliane.
Le Nazioni Unite hanno avvertito: “L’area è priva delle infrastrutture critiche e dei servizi di base, mentre la fornitura di aiuti è limitata a causa di problemi di accesso e di sicurezza. Il grave sovraffollamento, con una densità di 30.000-34.000 individui per chilometro quadrato, ha esacerbato la grave carenza di risorse essenziali come acqua, servizi igienici e sanitari, protezione e alloggio”. UN forced to suspend food distribution as Israel places 89 percent of Gaza under evacuation orders, World Socialist Web Site
Questo, in due parole, è il piano di Netanyahu:
1. Ridurre il campo di concentramento di Gaza ad appena l’11% della sua dimensione originale.
2. Trasferire la popolazione nel luogo designato.
3. Suddividere il territorio per consentire l’insediamento [dei coloni] e l’esproprio delle riserve di gas al largo della costa.
4. Neutralizzare qualsiasi opposizione all’espansione israeliana.
Ecco un video del Canale 14 di Israele che conferma che l’IDF sta progettando di occupare permanentemente la Striscia di Gaza.
Sorprendentemente, un articolo pubblicato mercoledì dalla CNN conferma la nostra analisi e ammette che i piani postbellici di Israele prevedono di “tagliare in due la Striscia” e di mantenere un “punto di appoggio operativo permanente nell’area“. Anche se l’autore non verifica la nostra teoria sullo sviluppo degli insediamenti, i lettori possono trarre da soli le loro conclusioni. Israele non metterebbe mai tanti soldi e tanti sforzi in un’operazione che non estende i confini dello Stato israeliano. Ecco la CNN:
Un’immagine satellitare del 6 marzo rivela che la strada est-ovest, in costruzione da settimane, si estende ora dalla zona di confine tra Gaza e Israele e passa attraverso l’intera striscia, larga circa 6,5 chilometri, che divide il nord di Gaza, compresa Gaza City, dal sud dell’enclave….
Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno dichiarato alla CNN che il percorso servirà a “stabilire un punto d’appoggio operativo nell’area” e consentirà “il passaggio di forze e attrezzature logistiche”…
Il 23 febbraio, il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha presentato al suo gabinetto di sicurezza un piano, reso pubblico dalla CNN, per un futuro post-Hamas a Gaza, che include la “completa smilitarizzazione” dell’enclave e la revisione dei suoi sistemi di sicurezza, dell’amministrazione civile e dell’istruzione. I palestinesi che vivono a Gaza temono che i piani di sicurezza postbellici di Israele limiteranno ulteriormente la loro libertà di movimento… Israeli road splitting Gaza in two has reached the Mediterranean coast, satellite imagery show, CNN
Tenete presente che questi sviluppi avvengono mentre i diplomatici israeliani stanno conducendo negoziati per il cessate il fuoco al Cairo. Perché Hamas dovrebbe accettare un accordo con Israele quando Israele è in procinto di confiscare altra terra palestinese e di inasprire l’occupazione?
Non lo farà, il che significa che il bagno di sangue continuerà nel prossimo futuro. Hamas non ha altra scelta. Ecco un estratto da un post dell’autore Anthony Lowenstein: ….
L’obiettivo di Israele a Gaza è l’occupazione a lungo termine e la costruzione di piccoli insediamenti, che lentamente si trasformeranno in qualcosa di molto più sostanziale. Il direttore di @haaretzcom delinea la triste situazione:
“Il discorso pubblico in Israele si concentra sugli ostaggi e sulla loro sorte, ma Netanyahu li considera un fastidio mediatico, un ariete per i suoi avversari politici e una distrazione dal vero obiettivo: un’occupazione prolungata della Striscia di Gaza, o – come ha ripetutamente dichiarato dallo scoppio della guerra – ‘il controllo della sicurezza di Israele’. Il controllo di via Philadephi e del ‘corridoio di sicurezza’ lungo il confine permette a Israele di circondare i confini terrestri di Gaza e di isolarla dall’Egitto. Il controllo del percorso stradale di Netzarim in pratica separa la parte nord di Gaza, dove rimangono pochi palestinesi con case e infrastrutture distrutte, dalla parte meridionale dell’enclave costiera, che trabocca dei profughi dall’intera Striscia.
In pratica, si sta elaborando un accordo a lungo termine per il ‘giorno dopo’. Israele controllerà il nord della Striscia di Gaza ed espellerà i 300.000 palestinesi ancora presenti. Il Magg. Giora Eiland, ideologo della guerra, propone di farli morire di fame o di esiliarli, utilizzandoli come leva per sconfiggere Hamas. La Destra israeliana immagina un insediamento ebraico nell’area, con un vasto potenziale immobiliare dovuto alla comoda topografia, alla vista sul mare e alla vicinanza con il centro di Israele.
L’esperienza di 57 anni di occupazione della Cisgiordania e di Gerusalemme Est indica che si tratta di un processo lungo, che richiederà molta pazienza e capacità di manovra diplomatica. A Gaza non si costruirà in tutta fretta una grande città ebraica, ma si progredirà acro per acro, casa mobile per casa mobile, avamposto per avamposto – proprio come a Hebron, Elon Moreh e Gilad Farm. Il sud della Striscia di Gaza sarà lasciato ad Hamas, che dovrà prendersi cura dei residenti ridotti alla fame dall’assedio israeliano, anche quando la comunità internazionale avrà perso interesse per la storia e sarà passata ad altre crisi. Netanyahu è assolutamente certo che, dopo le elezioni americane, l’influenza dei dimostranti filo-palestinesi sulla politica americana si affievolirà, anche se dovesse vincere la vicepresidente Kamala Harris”. Haaretz
Come molti altri analisti, avevo completamente frainteso le intenzioni di Israele a Gaza. Dopo aver visto distruggere una città dopo l’altra da nord a sud, avevo pensato che Netanyahu avesse un piano per aprire il valico di Rafah e spingere due milioni di palestinesi nel deserto del Sinai. Ora capisco che mi sbagliavo: non è questo il piano. Poteva essere la strategia originale, ma il presidente egiziano Abdel Fattah El-Sisi aveva preventivamente schierato una parte consistente del suo esercito al confine per impedire a Israele di attuare il suo piano di pulizia etnica. Guardate i titoli dei giornali:
Egypt deploys 40 tanks to beef up border with Gaza as Rafah offensive looms, Times of Israel. Le immagini mostrano filo spinato e imponenti lavori di fortificazione sul lato [egiziano] del confine del Sinai, questo per il timore che i gazesi possano cercare riparo dall’operazione dell’IDF tentando di entrare in Egitto.
Egypt deploys military convoys to Gaza border as tensions with Israel flare, Middle East Eye. Sono stati avvistati mezzi corazzati al confine egiziano con Gaza, mentre il presidente Sisi insinua che Israele potrebbe essere “delirante”.
Egypt steps up security on border as Israeli offensive in Gaza nears, Reuters.
Egypt deploys tanks near Gaza ahead of Israel’s Rafah offensive, i24 News. Le immagini mostrano filo spinato e imponenti lavori di fortificazione sul lato egiziano del confine del Sinai.
Why Egypt won’t allow vulnerable Palestinians across its border, NPR.
Quindi, Netanyahu potrebbe aver rinunciato suo piano originale di pulizia etnica per evitare una conflagrazione totale con l’Egitto? Non lo sappiamo con certezza. Ma ciò che sappiamo è che l’obiettivo finale di Israele per Gaza è ora sotto gli occhi di tutti. L’area a nord del corridoio sarà occupata da coloni israeliani impegnati a portare avanti l’ideale sionista, mentre la popolazione autoctona sarà lasciata a languire in estrema povertà in tendopoli di fortuna tagliate fuori dal mondo esterno.
Mike Whitney
Fonte: unz.com
Link: https://www.unz.com/mwhitney/israels-plan-for-gaza-comes-into-view/
28.08.2024
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org