Zelensky, il palcoscenico e il disturbo bipolare

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Tommaso Merlo
Fonte: InfoSannio

Zelensky, il palcoscenico e il disturbo bipolare

Zelensky meriterebbe un oscar per migliore attore non protagonista. Del resto è quello il suo vero background, la commedia. Ma nonostante la sua vena comica, Zelensky sta interpretando da divo anche la tragedia bellica in cui ha trascinato l’Ucraina e tutti noi. Sono anni che si esibisce sui palcoscenici più prestigiosi del mondo strappando applausi e lacrime ma anche una valanga di armi e di soldi e questo nonostante prenda una legnata sul groppone dopo l’altra. Zelensky riesce contemporaneamente a piagnucolare come una femminuccia e ad atteggiarsi ad intrepido macho del mondo libero, una binarietà che gli consente di tornare a casa sempre con le tasche piene. Quanto alla cruda realtà del campo di battaglia, l’Ucraina è reduce dall’ennesima devastante pioggia di missili, i russi continuano ad avanzare nel Donbas mentre Zelensky e i suoi camerati gironzolano per il Kursk. Siamo all’invasione reciproca e gli analisti si stanno ancora interrogando sulle ragioni di tale colpo di scena. Alcuni hanno ipotizzato una non meglio precisata manovra di aggiramento, altri che Zelensky abbia invaso la Russia per donare morale alle sue povere truppe, altri per rassicurare gli sponsor occidentali che il trionfo è a portata di mano, ma l’ipotesi più accreditata rimane quella della mossa alla Netanyahu, per far cioè saltare il tavolo dei negoziati a cui i russi avevano aderito. Zelensky non vuole la pace e tantomeno la vuole la Nato e i burattini governativi che si tira dietro. Per le lobby delle armi è l’affare del secolo e sullo sfondo rimane il sogno recondito di Mosca e delle steppe con vista sulla Cina. Con la pace poi, Zelensky come Netanyahu si dovrebbe ritirare dalla scena e se non trova una parte in qualche serie a Hollywood rischia di finire a fare il rappresentate di cannoni e carrarmati porta a porta. La realtà è davvero cruda e dice che l’Ucraina è ormai un cumulo di macerie eppure il copione di Zelensky non cambia, vuole la contraerea in omaggio e poter usare liberamente le nostre armi per le sue scorribande in territorio russo. La colpa di tutto sarebbe quindi nostra e la soluzione dargli i mezzi per finire il lavoro. Battute che ripete sempre Netanyahu prima che il duo Biden-Kamala prenda il libretto degli assegni. Comincia a venire il dubbio che vi sia dietro un unico regista. Tra Russia e Ucraina siamo all’invasione reciproca ma guai a metterli sullo stesso piano. Quella di Putin è inaccettabile aggressione, quella di Zelensky legittima difesa. Zelensky e i suoi camerati stanno distruggendo villaggi e facendo saltare ponti ed infrastrutture ma guai a chiamarlo terrorismo, quello di Putin è terrorismo, quello ucraino turismo. Come quello che han fatto con la barca a vela Andromeda usata per far saltare il gasdotto Nord Stream. Una regata in compagnia. Sempre scuola Netanyahu, i palestinesi sono terroristi anche quando aprono la bocca, gli israeliani che li sterminano brutalmente da decenni sono persone civili e democratiche intente ad esercitare il diritto di esistere e di difendersi che negano ai palestinesi. Roba da pazzi. Ormai siamo ben oltre alla propaganda ideologica e alle fake news anche governative e siamo ben oltre al doppio standard, la società occidentale soffre di disturbo bipolare. Ormai riusciamo a sostenere contemporaneamente vittime e carnefici, invasori ed invasi e con una disinvoltura agghiacciante. Nelle nostre costituzioni inneggiamo alla pace e poi bombardiamo il mondo in nome di quella pace e di diritti umani che calpestiamo ovunque. Armiamo chiunque, riduciamo in macerie interi paesi e poi accorriamo a mettere cerotti alle vittime e a ricostruire in nome della nostra rinomata umanità e non certo perché rende pure quella. Siamo i principali artefici di un mondo sempre più ingiusto e pericoloso ma non impariamo nulla dai nostri errori e abbiamo il fegato di pavoneggiare una presunta superiorità morale. Politicanti, baracconi tecnocratici e lobby della guerra da una parte, cittadini e crudissima realtà dall’altra. Con guerre sempre più devastanti combattute e pagate dai poveri cristi nelle trincee sociali come in quelle scavate nei campi di battaglia mentre lorsignori disquisiscono di poltrone dorate, di prodotto interno lordo e dell’abito da indossare alla prossima kermesse. Già, Zelensky alla fine è un attore professionista tra tanti dilettanti allo sbaraglio e l’Occidente è vittima di un pericoloso disturbo bipolare.

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