Il Sogno della Patria Grande: Bolívar, Martí e Sandino tra Integrazione e Resistenza

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Maddalena Celano

Il Sogno della Patria Grande: Bolívar, Martí e Sandino tra Integrazione e Resistenza

Simón Bolívar e José Martí sono figure imprescindibili per comprendere il passato, il presente e il futuro dei progetti di integrazione latinoamericana e caraibica, contrapposti alle strategie egemoniche anglosassoni. Il loro pensiero e la loro azione hanno gettato le basi per un’idea di unità che, seppur ostacolata nei secoli, continua a essere un faro per le lotte di autodeterminazione della regione.

Uno dei testi più significativi in questo senso è “Nuestra América”, scritto da Martí nel 1891. In esso, lo scrittore e rivoluzionario cubano denuncia l’arroganza di chi crede che il proprio villaggio sia l’intero universo e ammonisce sulla necessità di svegliarsi e prepararsi alla difesa della sovranità continentale. Martí invita a prendere coscienza della minaccia rappresentata dagli imperi e a rispondere con “le armi del giudizio”, ossia con una consapevolezza politica e culturale in grado di sconfiggere le dominazioni straniere.

Augusto César Sandino

L’idea di un’America Latina unita non rimase confinata alle parole di Martí. Nel 1929, Augusto César Sandino, leader della resistenza nicaraguense contro l’occupazione statunitense, presentò ai rappresentanti di ventuno stati latinoamericani e caraibici un progetto concreto di alleanza e autodifesa. La sua visione si fondava sulla necessità vitale di un’unione tra i popoli della regione, con l’obiettivo di formare una confederazione capace di resistere all’ingerenza straniera e di promuovere uno sviluppo autonomo e indipendente.

Sandino non era solo un combattente, ma anche un pensatore politico lucido e lungimirante. Nei suoi scritti, si ritrova il desiderio di realizzare il sogno di Bolívar: la creazione di una grande patria latinoamericana. In particolare, nella sua lettera del 1929 al presidente argentino Hipólito Yrigoyen, Sandino proponeva la convocazione di una conferenza per gettare le basi di una “Federazione Continentale Indo-Latinoamericana e Antillana”. Per lui, era fondamentale che le ricchezze naturali della regione, come il Canale del Nicaragua, rimanessero sotto il controllo dei popoli latinoamericani, al fine di garantire un futuro libero dall’oppressione imperialista.

La visione integrazionista di Sandino non si limitava alla politica. Egli vedeva nell’unione tra i popoli un’espressione di resistenza culturale e sociale contro il modello imposto dagli Stati Uniti. La sua eredità è stata raccolta, decenni dopo, dal sandinismo e dal Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale (FSLN), che hanno portato avanti la lotta per l’autodeterminazione del Nicaragua e dell’intera America Latina.

L’integrazione latinoamericana ha attraversato molte fasi storiche, tra momenti di avanzamento e battute d’arresto. Durante il XX secolo, diverse iniziative tentarono di dare concretezza all’unità regionale. La fondazione della CEPAL (Commissione Economica per l’America Latina e i Caraibi) nel 1948 e del Mercosur nel 1991 sono esempi di tentativi di costruire un mercato comune e un’integrazione economica più solida. Tuttavia, questi progetti si sono spesso scontrati con le politiche neoliberiste imposte dagli Stati Uniti e dagli organismi finanziari internazionali.

Negli ultimi decenni, la creazione dell’Alleanza Bolivariana per i Popoli della Nostra America (ALBA), dell’Unione delle Nazioni Sudamericane (UNASUR) e della Comunità degli Stati Latinoamericani e Caraibici (CELAC) ha segnato un ritorno alle idee bolivariane di unità e resistenza all’egemonia statunitense. L’ALBA, in particolare, rappresenta un tentativo di integrazione basato su principi di solidarietà e complementarietà economica, in contrasto con il modello di libero mercato imposto dal capitalismo globale.

Tuttavia, le sfide restano enormi. Le politiche di ingerenza statunitense nella regione non si sono mai arrestate, come dimostrano i numerosi colpi di stato, le sanzioni economiche e le campagne di destabilizzazione contro governi progressisti. L’America Latina continua a essere un territorio conteso, in cui il sogno di Bolívar, Martí e Sandino si scontra con le forze della reazione e dell’imperialismo.

La lezione che ci lasciano Bolívar, Martí e Sandino è chiara: senza unità, l’America Latina resterà vulnerabile agli interessi stranieri. Per realizzare il sogno di un continente sovrano e indipendente, è necessario un impegno costante da parte dei popoli e dei governi della regione. La lotta continua, e con essa la speranza di un futuro diverso, costruito sulle basi della solidarietà e della giustizia sociale. Il sogno di una “Patria Grande” è ancora un orizzonte possibile, ma richiede la volontà collettiva di superare le divisioni interne e di resistere alle pressioni esterne. Solo così l’America Latina potrà conquistare il posto che le spetta nel mondo, come soggetto autonomo e protagonista della propria storia.

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