JORGE BERGOGLIO, SENTIMENTO E IDEA

per Filoteo Nicolini

JORGE BERGOGLIO, SENTIMENTO E IDEA

Non ho dubbi che Papa Bergoglio abbia rappresentato una figura luminosa e proiettata sul mondo intero. Come interpretarla alla luce di ciò che era la Compagnia del Gesù nel passato? Il pontificato di Bergoglio è stata una virata radicale rispetto al tratto caratteristico dell’Ordine. Lontani i tempi quando la severa disciplina aveva come finalità la perdita dell’individualità e l’obbedienza assoluta al Superiore, qualunque cosa ordinasse, oltre che l’ubbidienza al Papa. In radicale contrasto con i Rosa Croce e il loro sentiero cognitivo dello spirito, nel secolo XVI si intraprese con gli esercizi spirituali di Ignazio il cammino opposto con la disciplina gesuitica. Con essa si dette una distorsione della figura di Gesù, mentre l’Istruttore agiva direttamente e continuamente sulla volontà del discepolo, che era scelto e sottoposto a prove continua di estrema esigenza. Il Gesuitismo non era radicato nella vita spirituale che si diffonde dalla Pentecoste; esso cercava di mettere radici direttamente nell’elemento Gesù terreno, agendo esclusivamente sulla volontà dell’aspirante. Le meditazioni erano in isolamento e in totale solitudine, e vedevano l’aspirante soggetto ai più terribili castighi, senza che altri concetti potessero penetrare nella sua anima. Era l’immagine dell’essere abbandonato da Dio ed esposto a soffrire le maggiori punizioni. Erano queste immaginazioni che fortificavano la volontà dell’aspirante immedesimandolo con l’idea che Gesù deve divenire il Sovrano sulla Terra.  E diceva a sé stesso: noi discepoli che partecipiamo del suo Esercito dobbiamo fare di tutto per farlo divenire Signore. Si comprende come l’anima del discepolo si trasformasse radicalmente, e ne risultasse una volontà rafforzata e addomesticata. Negli esercizi posteriori, Gesù e non più Cristo Gesù era presentato come il Re del mondo, e in tal modo si presentava il Salvatore fornendone una immagine aberrata, se ricordiamo le parole: “Il Mio Regno non è di questo mondo” e come se Egli non avesse resistito al Tentatore che voleva dargli tutte le magnificenze terrene!

Il fatto è che i Gesuiti si insediarono alle Corti dei Re e dei principi sia come predicatori che come confessori e riuscirono con astuzia ad avere da loro il permesso di aprire collegi ed altre Istituzioni, e a persuaderli ad annientare quelli che erano considerati eretici, tra essi Valdesi e Protestanti.  In passato i Gesuiti hanno esplorato nuovi mondi, combattuto guerre (sic) ed organizzato complotti; sono stati soppressi e poi rifondati, sono stati i guardiani de papi più intransigenti e poi le avanguardie del progressismo. Con la rifondazione nel 1814 si schierarono con la parte della Chiesa che vedeva nell’illuminismo un prodotto del demonio e una corruzione della società, nel costituzionalismo e nelle rivoluzioni un complotto per sovvertire la società. Dagli anni Cinquanta del secolo XX la compagnia ha però intrapreso una serie di mutamenti che possono apparire sconcertanti che l’hanno resa irriconoscibile: dalle posizioni intransigenti è passata a posizioni più liberali e progressiste, sostenendo la teologia della Liberazione nel Sud America a favore della Chiesa dei poveri e la giustizia sociale, l’apertura nei confronti della contraccezione, le critiche aperte all’Opus Dei.

Appaiono quindi lontani i tempi quando la severa disciplina aveva come finalità la perdita dell’individualità. Non ho dubbi che la Benevolenza cosmica abbia voluto equilibrare distorsioni del passato, quando correnti spirituali avverse all’evoluzione dell’Umanità modellarono il Gesuitismo quale avanguardia dell’autorità del Papa e distorsero la figura di Cristo.

Il fatto innegabile è che Bergoglio ha messo al centro del suo pontificato il sentimento. L’amore e la compassione sono state le molle motrici del suo agire, dunque di una volontà ispirata dal sentimento!

Nel cuore entra la compassione quando nella coscienza si forma l’idea di una persona che desta compassione, e quanto più idealistiche sono queste idee tanto più trascinante è l’amore. Si dice erroneamente che l’amore rende ciechi per le debolezze dell’amato. Ma è l’opposto, perché l’amore apre gli occhi per quanto l’amato ha bisogno e merita. Molti passano distrattamente accanto a quei bisogni senza rilevarli o provare interesse. Uno come Bergoglio li vede e per questo si desta l’amore nella sua anima. E allora lo racconta e lo insegna. Che ha fatto Bergoglio se non crearsi una rappresentazione che tanti anni non hanno? Agli altri manca l’amore perché non ne hanno l’idea.

Lontanissimi quindi i tempi dei Gesuiti asserviti a una volontà manipolata. Bergoglio ha ribaltato completamente i termini, ha fatto leva sul sentimento, ha rappresentato nel pensiero gli esclusi, gli emarginati, le vittime delle guerre e delle violenze.

 

FILOTEO NICOLINI

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