PENSARE CHE IL NUOVO GOVERNO ABBIA SALVATO L’ITALIA
DA SALVINI NON IMPEDISCE DI STUPIRSI PER IL CONFORMISMO
DEI MEDIA IMPEGNATI IN UNA “BEATIFICAZIONE” DI CONTE, SENZA
RIFLETTERE SULL’ULTERIORE CINISMO INIETTATO TRA GLI ITALIANI
E’ legittimo sperare in una parte di opinione pubblica che la nascita del nuovo governo possa modificare l’umore complessivo degli italiani, ma è altrettanto legittimo pensare che fosse giusto andare ad elezioni anticipate. Ma chi dovrebbe essere istituzionalmente incaricato di raccontare le cose come stanno, restituirne il senso e nutrire lo spirito critico, farebbe bene ad astenersi da una repentina beatificazione del presidente del Consiglio, quasi fosse un novello San Giuseppe.
Non è stato lui a voler restare a palazzo Chigi: il “sistema” gli ha chiesto di guidare una coalizione opposta alla precedente. Ma la sua permanenza è la personificazione di un modo di dire degli anni Sessanta: i politici “sono tutti uguali”. Un nutrimento di quel cinismo di massa che ha portato i populisti italiani ad ottenere un consenso che altrove non hanno. Che i media raccontino questo come un riscatto psicologico, come la nascita di un nuovo leader, tutto questo è abbastanza deprimente.