La costruzione di una forza credibile, pragmatica, radicalmente riformista

per Gian Franco Ferraris

di Alfredo Somoza su facebook

Non sfuggo al commento sulle vicende interne al gruppo parlamentare di SEL, e sottolineo “al gruppo parlamentare di SEL” perché non mi risulta si tratti di un dibattito sentito dagli iscritti. Credo che un partito deva sempre riflettere e decidere nel rispetto della democrazia interna e delle diverse posizioni. Sabato scorso a Roma abbiamo votato un solo documento che non ha registrato voti contrari, ma solo 10 astensioni. Il tema degli “80 euro” è stato citato in diverse relazioni e ognuno ha detto la sua. Credo che la proposta di Vendola, di astenersi al momento del voto fosse una buona mediazione per salvare l’unità del partito, non obbligando i parlamentari favorevoli alla misura del Governo Renzi a votare contro.

Chiarisco che ritengo “progressista” aumentare il reddito in tasca ai lavoratori e aumentare il prelievo fiscale sulle rendite finanziarie, mentre considero “non progressista” andare a riprendersi questi soldi tramite nuove tasse oppure massacrando gli enti locali. Nel gruppo parlamentare di SEL si è scelto però di “contarsi”, cosa che non era successo all’Assemblea Nazionale perché qui il risultato sarebbe stato sicuramente diverso. Per questo credo sia sbagliato ancor prima del merito il metodo: i parlamentari sono rappresentanti di una comunità, non di loro stessi. E’ sbagliato anche non avere registrato i palesi cambiamenti all’interno del PD di Renzi, nel quale ogni ipotesi di “correnti” di sinistra è stata archiviata. Con questo PD Italia Bene Comune non sarebbe fattibile. Credo non ci sia prospettiva nelle posizioni “federaliste” rispetto al PD, così come non ne vedo nella costruzione a sinistra nuovi contenitori partitici all’orizzonte. Vorrei che si discuta di contenuti, di “10 punti” per l’Italia prima ancora di nuovi partiti.

L’annoso tema dell’unità a sinistra continua ad essere posto in modo sbagliato. Si pensa a un percorso non rivolto all’elettorato, ma bensì agli apparati di partiti e partitini. La maggior parte dell’elettorato progressista, ci piaccia o meno, ha votato PD e M5S. A Roma ho detto che “l’elettorato del M5S va saccheggiato, mentre con il PD bisogna stabilire una sana concorrenza sui contenuti che porti comunque allo stesso risultato”. Siryza in Grecia non si è mai posto il tema “dell’unità”, avendo alla sua “sinistra” tra l’altro un partito comunista all’8%, ma a dare una prospettiva all’elettorato in fuga dal Pasok.

Per questo il nostro obiettivo dovrebbe essere la costruzione di una forza credibile, pragmatica, radicalmente riformista che ponga al centro programmi e proposte percorribili, che rifiuti inciuci con le destre e con i poteri forti, che consideri positiva e non un fastidio la partecipazione, che recuperi per la sinistra una priorità che si è persa nel tempo: “prima le persone”.

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