La guerra: la mucca nel corridoio che non t’aspetti

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti
La guerra: la mucca nel corridoio che non t’aspetti
Siamo pronti al sesto invio di armi in Ucraina, ma non sappiamo quale sia il contenuto di questo invio, perché risulta secretato. Per questo non si capisce perché Crosetto, in un’intervista al Corriere (come riferisce ‘il manifesto’) abbia anticipato che in questo pacchetto ci sono anche i missili Samp-T. Una sorta di semisecretazione? Siamo in guerra con tutte le scarpe, ma non sappiamo in quali forme, sono secretate anche quelle. Non solo. La sinistra non fa la sinistra, come aveva auspicato Arturo Scotto, ossia non punta a costruire la pace ma si accoda al governo che si accoda alla Nato. Una lunga coda di viltà politica. Votare contro l’invio delle armi avrebbe significato dare un segnale, avrebbe detto: non può essere che un’alleanza militare dà la linea e noi a seguire, non può essere che una gigantesca montagna di soldi (108 miliardi di euro) si sia riversata sull’Ucraina e se ne sappia così poco. Se la sinistra non vigila sulla guerra per costruire la pace, che cosa ci sta a fare? Per dire, dei quattro candidati alla segreteria del PD non ce n’è uno che abbia detto: votate no all’invio delle armi. Uno. La Schlein, nelle interviste, dice che la pace in Ucraina non si fa con le armi, ma poi vota i decreti secretati senza se e senza ma. Articolo Uno è riuscito a spaccarsi: Scotto e Stumpo hanno non-votato, Speranza, Guerra e Fornaro hanno votato a favore. Un “no” secco, deciso, l’unico nel PD, è stato quello di Paolo Ciano, di Demos, Comunità di Sant’Egidio. Un’anima bella? Macché: un coraggioso, vista la viltà politica generale a dire “no” quando c’è da dire “no”.
Questa storia delle anime belle è curiosa. Sempre Scotto pare abbia detto (lo leggo da un tweet di Articolo Uno): la pace è una costruzione politica, non è questione di anime belle. Che significa? Che non basta una professione di fede, certo, che servono atti politici e soprattutto coraggio. E perché, allora, prendersela con le anime belle? Chi sarebbero, i soliti, “maledetti” pacifisti, che non sanno nulla di realismo politico? Oppure i tanti che rilasciano interviste di un certo segno e poi si accodano alle decisioni dell’Occidente mitologico diretto dalla Nato a testa china? Oppure è solo una personale rivendicazione di coraggio? Sarebbe bello saperlo. Una cosa è certa. Lasciamo stare la locuzione “anime belle”, perché è l’alibi del politico codardo, di chi segue la china, la scusante della sinistra che si mette l’elmetto e pensa che la pace si costruisca fornendo armi, e solo questo, senza spendere nemmeno una parola convinta per la trattativa, il negoziato, com’è nella logica ancor prima che nella politica.
Che le cose stiano sfuggendo di mano, per altro, lo spiegano gli arresti avvenuti in Ucraina in questi giorni per corruzione. Una questione morale bellica peggiore del Qatargate. Con viceministri e apparati dello Stato implicati. Se pensate che in Ucraina sono arrivati 108 miliardi di euro di aiuti, e che essi rappresentano la metà del PIL locale, c’è davvero di che spaventarsi. Chi controlla? Chi sa che cosa stia accadendo davvero? Si parla di una riattivazione della guerra civile interna tra clan politici, la stessa che aveva caratterizzato l’Ucraina negli anni trascorsi. Sono risorse che crollano in un calderone di cui non si sa ben poco. E viene il sospetto che il “no” al negoziato sia anche un “no” alla cessazione di questo poderoso invio di armi, un affare che è indifferente alle effettive, drammatiche, condizioni del popolo ucraino, sovrastato da bombe russe e occidentali, nella più totale devastazione. Ecco, le anime belle sono quelle che dinanzi a questa tragedia abbassano lo sguardo e votano “sì”. Lo fanno per responsabilità, credo che pensino, ma qui la vera responsabilità è un’altra, pena una guerra mondiale in casa, ossia quella di lavorare controcorrente alla tregua e al negoziato. L’immagine che mi viene da questo orribile scenario, è che la vecchia mucca nel corridoio, ancor più che la destra, sia proprio la guerra, con le sofferenze, le distruzioni e i lutti tra la povera gente che porta con sé.
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