E la luna e le stelle e il mondo

per Emanuele Cherchi
Autore originale del testo: Charles Bukowski

Lunghe passeggiate notturne –

ecco cosa rasserena l’anima

sbirciare nelle finestre

guardare stanche donne di casa

che cercano di tenere a bada

i mariti imbestialiti dalla birra.

 

Charles Bukowski

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2 commenti

fausto 17 Maggio 2017 - 13:01

SORRISO DI LUNA

di Fausto Corsetti

Quando la sera, sulla strada del ritorno, dopo una lunga giornata di affanni, gli occhi riescono a lasciarsi sorprendere dal primo frammento di luna nuova che si propone discreto ma preciso, in un cielo fresco e nuovo, il cuore si colma di un appagamento inatteso e di un’energia nuova.
Quel filo di luna, quasi uno schizzo geometrico sospeso nel buio alto e solitario, ha la forza di liberare fantasie interiori capaci di dissolvere tutto ciò che, fino a qualche istante prima, procurava solo stanchezza, resistenza, pesantezza.
Sollevando lo sguardo verso l’alto, verso quello spicchio di luna coricata, fissata a profondità irraggiungibili, rinascono dentro inspiegabili sentimenti di serenità, di entusiasmo nuovo.
I passi, abitualmente frettolosi e impastati di quotidiane incertezze, sembrano cercare nuovi sentieri di speranza, mentre gli occhi, insaziabili, annusano nel vento segnali e primizie di primavera.
Riaffiorano alla mente momenti sereni di giochi infantili, visi sorridenti, lettere d’amore, sogni di un passato lontano. Quel cielo buio, quello sguardo di luna accolgono senza condizioni e allo stesso tempo orientano. Al contrario, gli occhi degli uomini: così facilmente inclini a decidere chi meriti o no attenzione, generosità; pronti a giudicare, facili a sentenziare, esperti nel dare consigli.
Ogni prima luna nuova, che torna ciclicamente ad affacciarsi nel cielo, non teme di passare inosservata, non chiede di essere ammirata. Si mostra. Si dona. Solo pochi se ne accorgono e la sanno ammirare. Pochi si lasciano avvolgere, affascinare, catturare dal suo mistero, tanto ammaliante quanto fedele.
A primavera tutto torna a fiorire, ma i più se ne accorgono soltanto quando tutto è già colore.
C’è un inizio sottile che ai più sfugge.
Dopo ogni luna nera arriva quella nuova, ma in pochi sanno cogliere il suo primo segnale nel cielo. E’ lì, è a quel principio, che si alimenta la verità del riconoscimento, della trasformazione, del compimento.
E come tutti sanno le opere grandi sono fatte di dettagli, di piccoli dettagli. Nulla è banale. Niente è inutile.
Tanti, tanti e piccoli sono i frammenti che colmano di senso la vita. Posti uno accanto all’altro, uno dietro all’altro, lasciano affiorare meraviglia e riconoscenza. Non sono strane, né lontane, neppure diverse o speciali le vie del conforto, della fiducia, quelle che tutti cercano dappertutto.
Abitano il cielo oscuro che silente sta sopra di noi, sulle nostre impazienze sempre tese a prossimi traguardi da raggiungere. Affollano la primavera che torna ad abitare spazi assopiti dal freddo dell’inverno.
Nel silenzio, nelle pause delle parole, nella notte, nell’alba, si compie il passaggio, la trasformazione, mentre restano tracciate, indelebili… le vie di ogni nuovo inizio.

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fausto 22 Maggio 2017 - 13:29

SORRISO DI LUNA
di Fausto Corsetti
Quando la sera, sulla strada del ritorno, dopo una lunga giornata di affanni, gli occhi riescono a lasciarsi sorprendere dal primo frammento di luna nuova che si propone discreto ma preciso, in un cielo fresco e nuovo, il cuore si colma di un appagamento inatteso e di un’energia nuova.
Quel filo di luna, quasi uno schizzo geometrico sospeso nel buio alto e solitario, ha la forza di liberare fantasie interiori capaci di dissolvere tutto ciò che, fino a qualche istante prima, procurava solo stanchezza, resistenza, pesantezza.
Sollevando lo sguardo verso l’alto, verso quello spicchio di luna coricata, fissata a profondità irraggiungibili, rinascono dentro inspiegabili sentimenti di serenità, di entusiasmo nuovo.
I passi, abitualmente frettolosi e impastati di quotidiane incertezze, sembrano cercare nuovi sentieri di speranza, mentre gli occhi, insaziabili, annusano nel vento segnali e primizie di primavera.
Riaffiorano alla mente momenti sereni di giochi infantili, visi sorridenti, lettere d’amore, sogni di un passato lontano. Quel cielo buio, quello sguardo di luna accolgono senza condizioni e allo stesso tempo orientano. Al contrario, gli occhi degli uomini: così facilmente inclini a decidere chi meriti o no attenzione, generosità; pronti a giudicare, facili a sentenziare, esperti nel dare consigli.
Ogni prima luna nuova, che torna ciclicamente ad affacciarsi nel cielo, non teme di passare inosservata, non chiede di essere ammirata. Si mostra. Si dona. Solo pochi se ne accorgono e la sanno ammirare. Pochi si lasciano avvolgere, affascinare, catturare dal suo mistero, tanto ammaliante quanto fedele.
A primavera tutto torna a fiorire, ma i più se ne accorgono soltanto quando tutto è già colore.
C’è un inizio sottile che ai più sfugge.
Dopo ogni luna nera arriva quella nuova, ma in pochi sanno cogliere il suo primo segnale nel cielo. E’ lì, è a quel principio, che si alimenta la verità del riconoscimento, della trasformazione, del compimento.
E come tutti sanno le opere grandi sono fatte di dettagli, di piccoli dettagli. Nulla è banale. Niente è inutile.
Tanti, tanti e piccoli sono i frammenti che colmano di senso la vita. Posti uno accanto all’altro, uno dietro all’altro, lasciano affiorare meraviglia e riconoscenza. Non sono strane, né lontane, neppure diverse o speciali le vie del conforto, della fiducia, quelle che tutti cercano dappertutto.
Abitano il cielo oscuro che silente sta sopra di noi, sulle nostre impazienze sempre tese a prossimi traguardi da raggiungere. Affollano la primavera che torna ad abitare spazi assopiti dal freddo dell’inverno.
Nel silenzio, nelle pause delle parole, nella notte, nell’alba, si compie il passaggio, la trasformazione, mentre restano tracciate, indelebili… le vie di ogni nuovo inizio.

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