di Pina Fasciani – 11 marzo 2018
La politica, dice un mio maestro politico, è movimento, è ragionamento, è saper cogliere le fasi dopo un attenta analisi del contesto. È elemento attivo di processi, in cui la tattica e la strategia si coniugano insieme per produrre spostamenti.
La discussione se “favorire” un governo con i 5 stelle o no sta dentro questo alveo.
L’accezione “favorire” non sta nell’accettazione subalterna , ma nell’andare a vedere cosa il M5S , ora che è stato riconosciuto dal voto degli italiani quale partito di governo, cosa ha da proporre per risolvere i problemi del Paese dopo aver raccolto la sua protesta .
Andare a vedere significa che in Parlamento, luogo deputato per verificare tali proposte, i 5 stelle dovranno necessariamente dire su cosa chiedono le alleanze e se offrono terreni di mediazione sui temi che stanno a cuore alla sinistra. Lotta alla precarietà, misure a favore dei più deboli, politiche di giustizia sociale e fiscale, difesa del Walfare universale a partire dalla sanità pubblica e dalla scuola ecc.
Solo allora potremo verificare se il M5s bluffa o fa sul serio.
Se bluffa si vedrà subito con il prendere o lasciare, senza possibilità di mediazione. Se invece sarà disponibile sui nostri temi a ragionare per trovare soluzioni condivise dobbiamo valutare che tipo di sostegno dare ad un possibile governo.
Appoggio esterno potrebbe essere, ma valuteremo.
Ciò che non si può fare è dare l’opportunità ai 5stelle di sfuggire dalle proprie responsabilità offrendo noi l’alibi .
Con due aggravanti :
1) che alle prossime elezioni si presenterebbero come vittime di un sistema cinico e baro, che gli ha impedito di governare, moltiplicando così i propri consensi.
2) consegneremmo gli elettori di sinistra definitivamente ai 5stelle.
Questa è la politica.
Viceversa gli arrocchi hanno il sapore delle vendette e le accuse di “stampelle” solo speculazioni riduttive delle nostre responsabilità . Si puo’ essere piccoli ma non insignificanti innanzitutto agli occhi del Paese .
Auspico che sul tema si apra una discussione, a partire dalle assemblee già convocate di Liberi e Uguali. Niente può comunque essere deciso a tavolino. Se ci dobbiamo rigenerare è bene partire da chi ci ha votato , da quel seme che abbiamo piantato.
1.200.000 di elettori di cui prenderci cura.