La sinistra italiana e la sfida del terzo millennio

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Valerio Iannuzzi
Fonte: facebook

di Valerio Iannuzzi – 1 agosto 2014

La dissoluzione dell’Unione Sovietica nel dicembre 1991 fu la causa di una diffusa crisi di identità di tutta la Sinistra europea.

In particolare questo accadde in Italia dove da quasi un anno non esisteva più il Partito Comunista Italiano che si era trasformato in qualcosa di diverso che, a partire da quel primo momento, è degenerato sempre di più fino a trasformarsi nel soggetto neoliberista di centro-destra che conosciamo oggi con il nome di Partito Democratico.

In questi anni abbiamo assistito alla nascita e alla metamorfosi di vari soggetti di pseudo sinistra che non solo non incarnano più gli ideali e le aspettative della gente di sinistra ma che via via hanno perso inesorabilmente il contatto con la realtà, dimenticando la propria natura di difensore delle classi più deboli, di faro guida degli ultimi, di coloro che non hanno il favore dei padroni, di coloro che non siedono alla loro tavola.

Così la classe operaia ha perso la fiducia in queste formazioni politiche e in tutto l’indotto che esse hanno quantomeno preteso di rappresentare.

Sindacato e sistema cooperativo sono i due settori maggiormente danneggiati da questa situazione.

Non solo non hanno più la fiducia della classe sociale che prima tutelavano e difendevano ma risultano addirittura essere i primi artefici del declino in cui il sistema lavoro è precipitato.

Nell’evolversi di questa situazione l’avversario capitalista ha trovato terreno fertile per rafforzare le proprie radici, dando vita a quello che potremmo definire il “Principe del Liberismo”, il fenomeno mai domato che risponde al nome di “Berlusconismo”.

Questo ha inferto una ferita mortale all’ideologia della sinistra, facendola apparire obsoleta, anacronistica, fuori luogo, ridicola!

E tale è stata la reazione della sinistra, tale è stato il tentativo miseramente fallito di opporsi al dilagare dell’immoralità e della corruzione che hanno lacerato il tessuto sociale del nostro paese fino al punto di cancellare di fatto, non solo la classe operaia da sempre bistrattata dalla media e alta borghesia ma addirittura la classe media, quella costituita da impiegati, ragionieri, geometri, piccoli imprenditori, artigiani e commercianti che nel 1955 erano stati il cuore pulsante del motore sociale, il quale, come il potente V12 Ferrari campione del mondo allora in carica, aveva prodotto il “Boom Economico” che proiettò l’Italia ai vertici mondiali dell’economia.

Oggi di quel periodo rimane solo il ricordo!

Il Capitalismo Neoliberista non solo ha cancellato tutto questo ma ha cancellato tutti i diritti che anni di lotta avevano portato nelle casse della classe più debole.

Pensioni, contratti di lavoro, sanità, saranno presto un ricordo al pari dei “favolosi anni ’60”.

Ora, con “solo” una quindicina di anni di ritardo, potrebbe sembrare che la Sinistra italiana abbia finalmente intenzione di entrare nel terzo millennio.

Come lo farà?

Per rispondere a questa domanda bisognerebbe prima rispondere ad almeno tre domande introduttive.

1. Da chi è costituita la classe più vicina agli ideali della Sinistra?

2. Quali interessi deve difendere la Sinistra del terzo millennio?

3. Quali obiettivi si pone oggi una moderna forza di sinistra?

Cominciamo dalla prima:

1. Mio padre è stato un operaio, un muratore, un “martello” nella simbologia, che assieme al contadino, la “falce”, hanno rappresentato l’icona del Comunismo. Mio padre ha trasmesso a me quegli ideali ed io sono stato e sono ancora Comunista. Ma non sono mai stato un “martello” o una “falce”, sono rimasto nell’area dell’edilizia ma come tecnico e come imprenditore. A mia volta ho trasmesso gli stessi ideali a mia figlia che sarà presto un ingegnere e quindi ancor meno “martello” e sempre più borghese. Cosa significa questo? Che gli interessi di Sinistra non interessano più una classe specifica ma, grazie anche alle conquiste ottenute con le lotte di mio padre, sono oggi trasversali!

2. Questo ci catapulta nel secondo punto e ci porta quindi ad affermare che le nuove generazioni, pur potendo definirsi a pieno titolo di sinistra, si troveranno a fare i conti con interessi sempre più privati e che collocheranno loro nella fascia che, grazie alle nozioni e alla professionalità acquisite, crea il reddito delle classi meno abbienti. La piccola e media impresa, il popolo delle partite Iva, la fascia che risulta oggi più appetibile a quel fisco che, nato come mezzo di contribuzione sociale si è trasformato in vero e proprio aguzzino al servizio della “casta”.

3. Infine il terzo punto: gli obiettivi!
Fossilizzarsi nella sola difesa del lavoro dipendente quando questo si sta evidentemente estinguendo è l’apoteosi dell’anacronismo. Ci pone di fronte a una Sinistra vecchia e obsoleta che non è in contatto con la realtà e vive di ricordi. La creazione del lavoro nel rispetto del lavoratore e dell’ambiente sono le sfide che una Sinistra moderna deve non solo accettare ma proporre. La totale emancipazione dalla dipendenza dal capitalismo è l’obiettivo primario da conseguire. L’upgrade della classe produttiva in classe dominante l’utopia da rincorrere.

Ora possiamo rispondere alla domanda iniziale: come la Sinistra entrerà nel terzo millennio?

Diremo innanzitutto come non lo farà!

Non lo farà solo con le bandiere, non lo farà solo con i cortei, non lo farà solo con gli scioperi, non lo farà solo con ciò che l’ha contraddistinta per decenni, l’opposizione!

Ma soprattutto non lo farà col vittimismo e la frustrazione!

La Sinistra, quella con la “S” maiuscola, entrerà, in ritardo, nel terzo millennio solo come forza alternativa, forza antagonista, forza di governo!

Il suo obiettivo primario sarà quindi quello di disegnare un nuovo scenario, un nuovo modo di intendere l’economia, il lavoro, la società.

Sarà quello di offrire soluzioni, speranze, alternative a tutti coloro che vorranno ascoltarle, raggiungendo i singoli cittadini e le famiglie, offrendo loro il braccio, raggiungendo imprese e operai, offrendo loro mediazione.
Ma soprattutto ponendosi fermamente a difesa dell’ambiente, della giustizia, dei diritti, stabilendo fermamente una linea di demarcazione con chi invece fa del profitto l’unica ragione di vita.

Queste sono le sfide, queste le utopie!

Come dite? È difficile?

Per le cose facili rivolgersi a Matteo Renzi, sembra che lui sappia far uscire conigli dal cappello e forse anche cambiare l’acqua in vino e far resuscitare i morti!

Ma se vi piacciono le sfide e amate il brivido allora tutto questo dovrebbe bastarvi per uscire dal torpore e assaltare il Palazzo d’Inverno!

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