Fonte: facebook
di Marigo Giandiego – 18 agosto 2014
Guido Tabellini, un nome anonimo, che passerebbe inosservato se non fosse quello dell’ex Magnifico rettore della Bocconi. Egli scopre le carte a qualsiasi “canzone” possa essere inventata dalla Premiata ditta Renzi & C. per “tirare per il naso ed accarezzare i fondelli d’un popolo che sta dimostrando d’essere bue oltre ogni aspettativa, aiutato in questo, forse, dalla “grande illusione feriale”. La mia rabbia è, probabilmente, il livore d’un disoccupato, ormai cronico, ultracinquantenne, invalido, che si sente scivolare ogni giorno di più nel dimenticatoio della storia … e della vita. Tabellini afferma che l’unico modo di uscire dalla crisi sia quello di abbassare gli stipendi sotto i minimi sindacali e di “alleggerire” le tasse delle imprese … contemporaneamente, afferma anche con piglio decisamente Cislino (sembra Bonanni) che poco stipendio è in fondo meglio che niente stipendio e conclude con l’affermazione che illudersi di “modificare le regole europee” sia una pia illusione. ed eccoci tornati ai primi del ‘900, senza garanzie, con stipendi da fame ed una disoccupazione mostruosa. Questo è quanto … e sintetizza il futuro di questo paese, in quasi tutti i suoi comparti ( la controriforma della scuola, invocata dal principe rottamatore, aleggia ed incombe sul gruppo d’insegnanti più precari e malpagati dell’unione). Nessun argine alla disoccupazione, abbassamento degli stipendi degli operai (quei quattro o cinque che rimarranno), ancora una volta, già ora i peggio pagati dell’unione. Mano libera alla aziende, da orpelli e regole … deregulation. A questo punto sorge spontaneo l’antieuropeismo, se l’appartenere ad una Europa elitaria, bancaria e finanziaria con grandissime e profonde differenze fra un paese e l’altro ci deve costare così tanto e darci così poco … e serve davvero a poco qualsiasi discorso ed analisi razionale. Serve una sinistra vera e forte, come l’aria a chi respira, ma se aspettiamo ancora un poco, fra chiacchie e spiagge, coltivazione delle differenze e dubbi amletici…rappresenteremo solamente, il muro del rimpianto e della frustrazione, una inutile spalla su cui piangere.
(giandiego)